Era uno degli obiettivi dell’anno scorso, purtroppo rimandato ma quest’anno, dopo un primo rinvio, e’ stato messo nel carniere: il sellaronda, ovvero il giro del gruppo del Sella.
Fatta qualche volta in moto in passato, oggi e’ stata la prima volta in bici: FANTASTICO. La soddisfazione e’ stata un qualcosa che solo l’avere raggiunto un obiettivo sognato da tempo e raggiunto con sudore e fatica puo’ dare.
Mio fratello e’ passato a prendermi alle 7:00, e poi via in direzione nord, giornata che si preannuncia soleggiata e calda. Parcheggiato in un bel paesino poco prima di Canazei, preparativi di rito e poi via, all’attacco del primo dei quattro passi, il Passo Sella, quello che dovrebbe essere il piu’ impegnativo. Ed in effetti cosi’ e’ stato, soprattutto perche’ arrivato prestino e con la gamba ancora in fase di assestamento. Incrociamo una coppia, lui con gamba stratosferica che se ne saliva fuorisella con il 50 (o il 53) e dietro una ragazza molto piu’ agile e che dopo un po’…e’ sparita dalla visuale π Saranno gli unici nella giornata a lasciarci indietro π
Lunga discesa e poi via di nuovo a salire per Passo Gardena, qui la salita e’ piu’ pedalabile anche se si mantiene su una buona pendenza. Arrivati in cima era oramai ora di pranzo e ci siamo fermati per un panino (e vabbe’, un pezzo di strudel in due π ).
Seconda discesa, un po’ rovinata da pezzi di asfalto nuovo trasversali, e poi su di nuovo verso Passo Campolongo, che si presenta poco impegnativo se si tolgono i primi tornanti, ma affrontabile senza eccessiva difficolta’ anche perche’ si trova ad un’altitudine non elevata quindi anche la strada e’ corta.
Breve discesa per poi affrontare il Passo Pordoi. Qui la salita e’ stata piu’ impegnativa…un po’ per la stanchezza accumulata ma anche perche’ la salita stessa presenta effettivamente tratti piu’ ripidi ed una buona lunghezza.
Pero’…arrivato in cima, al cospetto del monumento dedicato al Campionissimo, tutta la fatica e’ scomparsa, assieme al dolore muscolare che, gia’ sul Sella aveva fatto capolino facendo il pari con un altro paio gia’ presenti π
Veloce discesa di nuovo verso Canazei, gelatino e rientro…
Giornata fantastica ed un nuovo obiettivo raggiunto π Ora sotto con gli altri…il prossimo dovrebbe essere il Baldo partendo da Mori fin su a Rifugio Graziani.
Ovviamente un grazie a mio fratello per avermi accompagnato…e’ merito suo se ora sono qui a parlare di giri in bici che, fino ad un paio d’anni fa mi sarebbero stati possibili solo in moto.
Ecco i dati GPS, purtroppo il cellulare ha terminato la batteria poco prima del Pordoi, spero che il logger in piu’ possa essere piu’ completo.
Categoria: Ciclismo
Avventure in bici, tra gare, esperienze e cicloturismo
E’ arrivata !!!
Alla fine e’ arrivata, una Focus Cayo 2.0 montata Ultegra π
Ci ho pensato sopra a lungo, indeciso se tenere la fidata Lee Cougan di oltre 10 anni, se prendere un usato o puntare sul nuovo. L’indecisione e’ durata qualche settimana, ma poi ho preso la decisione di andare su una bici nuova: misure giuste, componentistica non usurata, garanzia e niente sorprese, oramai rimanere sul vecchio mezzo stava diventando problematico, non tanto per la bici in se’ che faceva onestamente il suo lavoro, quanto per i continui problemini, allo sterzo, al movimento posteriore, al cambio e al deragliatore, in piu’ era molto rumorosa proprio nella guarnitura anteriore e lo sferragliare stava diventanto…fastidioso π
Quindi eccola qui, la mia nuova compagna di giochi e di avventure, pronta a stare al mio fianco (in realta’ sotto) per altri numerosi chilometri di salite e di discese, di sfide con me stesso, di vittorie e di sconfitte, ma sempre cercando di essere soddisfatto della prestazione.
Chissa’…se me lo fossi chiesto tre anni mi sarei dato del pazzo, oggi mi e’ sembrata una scelta piu’ che ovvia.
GranFondo Eddy Merckx 2011
Inattesa, inaspettatamente dura e ottimamente organizzata. Questo potrebbe essere il riassunto dell’edizione 2011 di questa Gran Fondo.
Inattesa in quanto non era prevista nel ‘calendario’ personale, infilata dentro lo scorso week end in fretta e furia e pagando il supplemento ‘ritardatario’, nonche’ guadagnandomi l’entrata in ultima griglia; inaspettatamente dura perche’ sebbene fosse una decina di chilometri in meno della Cunego e con circa 200m in meno di dislivello, le due cose messe insieme hanno dato una sferzata alla ‘cattiveria’ delle salite, che presentavano tratti piu’ impegnativi rispetto alla gara dedicata al ciclista di Cerro; ottimamente organizzata perche’ non ho rilevato problemi di sorta, veloci alla consegna del pacco gara, ottima dislocazione sul percorso, strade tutto sommato buone (ma non dipende dall’organizzazione) e ottimi ristori durante e post gara.
Sveglia alle 6.00, ultimi controlli e via verso quel di Brentino Belluno: oggi sono da solo. C’e’ gia’ movimento, ciclisti in fase di riscaldamento nonostante manchino piu’ di 40 minuti al via, fissato per le 8.30, auto che arrivano e cercano parcheggio, cittadini incuriositi (o incazzati) alle finestre. Mi avvio verso la griglia passando davanti al via, allungo gli occhi per vedere se vedo qualcuno da salutare ma stranamente non noto Gabriele Orsi (arrivera’ 13mo assoluto sul lungo), solitamente piuttosto in anticipo, sfilo camminando il serpentone delle transenne, le griglie sono presidiate anche dai militari per cui nessuno si lamentera’ dei soliti furbi. Cerco Roberto Ghilardini sempre per dargli un cenno di saluto, ma non vedo nemmeno lui, nel frattempo Gabriele mi passa a fianco in senso contrario giusto per un ‘Ciao Gabri’. Incontro un altro paio di amici, Alberto e Giancarlo, con i quali scambio due parole e poi via, in fondo, ma proprio in fondo, ai partenti π Il primo pezzo e’ tutto da fare in velocita’, spero che ci sia qualcuno con la voglia di tirare un treno anche qui dietro, non trovarlo significherebbe perdere un sacco di tempo solo per arrivare a Domegliara. Fortunatamente prima del via le griglie vengono un po’ compattate, quindi posso addocchiare qualcuno da agganciare.
Via…i pedali iniziano a girare, mi sento abbastanza bene per cui salto da un treno all’altro, cercando di trovare qualcuno con il ritmo giusto e la strada corre veloce fino alla salitella di Zuane, la faccio bene non certo come l’ultima volta quando avevo 140km nelle gambe, poi sempre in velocita’ si arriva a Domegliara, dove, passato il paese, mio fratello, la Federica e Andrea (tutti Verona Bike – Sportler) mi attendono per accompagnarmi nelle successive salite.
La prima e’ quella verso Mazzurega, non impossibile ma con dei tratti un po’ piu’ impegnativi, in particolare il primo chilometro. Un dolore al gluteo che mi e’ uscito dopo la Cunego inizia a darmi fastidio, prendendo anche il ginocchio…faccio finta di non sentirlo, cambio la pedalata andando piu’ a fondo con il tallone e pare che la situazione migliori un po’. Arrivati sopra inizia la discesa verso Fumane, bellissima e veloce, come piace a me.
La seconda salita, quella vera, e’ quella che sale a cascate del Molina in una cronoscalata dedicata al Cannibale, e poi proseguire fino a Fosse. E’ una salita strana, con tratti piuttosto duri, mai troppo semplice in cui e’ importante recuperare nei brevi tratti in cui diventa piu’ pedalabile. La gente e’ tanta, il ritmo buono, il gluteo continua a farmi male, in genere e’ sopportabile, ma a volte mi fa venire la malsana idea di lasciar stare e rientrare, ma fortunamente la testa riesce a cacciare indietro questi malsani pensieri.
A Fosse si gira per Sant’Anna d’Alfaedo su un altro tratto in salita ma su cui si va piuttosto veloci e noto con piacere che da un po’ non sento piu’ dolore alla gamba, segue poi una veloce e breve discesa, per poi risalire di nuovo a Fosse. Il grosso e’ fatto. Giu’ in picchiata lungo la Peri-Fosse, mi diverto come un matto a sorpassare gruppi di ciclisti, mettendo un po’ a frutto anni e anni di moto, tirando le staccate π
In fondo valle, mancano 10km eppure Rivalta e’ dall’altra parte dell’Adige e c’e’ un comodo ponte proprio qui davanti π Trovo due persone (mi pare della Turnover) cui chiedo se posso attaccarmi a ruota, cenno positivo e via, a tutta per l’ultimo tratto, poi arrivano altri che si agganciano dietro fino a formare un bel gruppo. Sto bene, la gamba va tranquillamente e riesco a rilanciare nei momenti in cui qualcuno cerca di allungare il passo.
Al cartello del -1km la gomma davanti inizia a molleggiare, segnale inequivocabile di una foratura, ma non voglio mollare il gruppo per cui continuo a spingere; l’ultima curva secca a 50m dal traguardo la prendo con mille attenzioni, cadere e’ un attimo ma alla fine, pur con la gomma praticamente a terra riesco a tagliare il traguardo: 3h15m39s di real time
Riconsegno il chip (coda causa problemi tecnici pare, ma una volta che si sono decisi di dare i soldi senza troppi controlli si va via veloci), spingo la bici per oltre un chilometro fino alla macchina, carico armi e bagagli e me ne torno a casa, soddisfatto e contento come una Pasqua, canticchiando le canzoni che passa la radio. Il gluteo ricomincia a farsi sentire, e continuera’ a farlo per il resto della giornata π ma ormai non mi interessa piu’.
Cambio di programma
Dopo la nove (in realta’ quattro) colli e la Cunego, questa domenica sarebbe toccato all’esame di Aikido per passare a III kyu, purtroppo il maestro non mi ritiene abbastanza pronto oppure non ho raggiunto il numero minimo di ore, per cui e’ saltato. Peccato, ma forse e’ meglio cosi’, ho modo di prepararlo meglio per la prossima volta, in effetti i problemi al deltoide mi impediscono di praticare bene sia da tori che da uke, per cui non imparo e non faccio imparare e penso piu’ a non sentire il dolore alla spalla che non a concentrarmi su quello che devo fare.
Fortuna vuole che in bici il dolore non si senta affatto, giovedi’ non riuscivo nemmeno a muovere il braccio e ho dovuto gestire il mouse con la mano sinistra perche’ solo spostare il braccio tra tastiera e mouse nel normale ciclo lavorativo comportava fitte insopportabili, ebbene sono uscito in bici nel tardo pomeriggio, ho fatto
una salita piuttosto tosta senza accusare alcun problema…evidentemente il mio modo di andare in bici comporta uno scarso uso delle braccia anche in salita o del deltoide in particolare.
…e cosi’ cambio di programma, e per domenica 12 giugno mi sono iscritto al medio della GF Eddy Merckx che parte da Brentino Belluno, 85km con 1700m di dislivello. La novita’ e’ che saro’ da solo (si fa per dire visto che ho il pettorale oltre il 2000 π ), pero’ non ci sara’ mio fratello, ufficialmente, ma dovrei trovarlo all’inizio della salita di Mazzurega, cosi’ mi fara’ da gragario π (lui ? a me ? π ) diciamo che mi fara’ compagnia e mi dara’ il ritmo. Le strade bene o male le dovrei conoscere, a parte forse l’ultimo tratto della terza salita, ma non dovrebbero esserci sorprese. Ed il meteo si sta sfogando oggi, per cui prevedo gara asciutta π
GF Damiano Cunego 2011
Ieri ho fatto la mia terza GF Damiano Cunego, la seconda sul percorso medio di circa 90km ed un dislivello di 1900m.
Le premesse non erano delle migliori sia dal punto di vista organizzativo che meteorologiche, le prime si sono confermate le seconde parzialmente smentite. Ma veniamo con ordine.
Gia’ da alcune settimane su uno dei principali siti dedicati al ciclismo e alle granfondo c’era del malumore circa l’organizzazione. Il sito ufficiale e’ a dir poco scarno, con poche informazioni utili, manca una cartina seria (la scansione di una cartacea con colorazione del percorso non e’ da considerarsi seria in un’epoca di mappe digitali) e relativa altimetria fatta bene, manca la traccia GPS dei percorsi, mancano i punti di ristoro e di assistenza meccanica; insomma per chi viene da fuori e non conosce le strade si trova un po’ (tanto) in difficolta’. Si spera che con il passare del tempo la situazione vada a migliorare, io stesso scrivo una mail agli organizzatori dicendomi disposto di fare le tracce GPS se solo mi avessero detto chiaramente quali erano i percorsi ma senza ottenere risposta. Grande apprensione poi per la partenza dalla zona stadio, quando il percorso e’ dall’altra parte della citta’ e dall’altra parte del’Adige, con gravi problemi di viabilita’ a causa della manutenzione ad un ponte.
Si sperava, io lo speravo, perche’ la considero la gara di casa, la prima cui abbia partecipato e quindi la sento un po’ mia e vorrei che facesse bella figura. Invece.
Invece i problemi sono iniziati sabato con la consegna delle buste tecniche (quelle con i buoni ed il chip cronometraggio) che ha richiesto un bel trenta minuti di coda in un ambiente caldo e affollato, poi altri trenta per ritirare il pacco gara (questo molto buono, con anche una bottiglia di Valpolicella superiore ripasso, su cui pero’ potevano mettere la foto di un Damiano Cunego con la maglia 2011…), questo accade quando quasi 4000 potrebbero (alcuni vengono solo al mattino seguente) arrivare a ritirare il materiale nelle tre ore e mezza del regolamento. Dopo un’ora me ne esco sudato sperando che insomma, i disagi finiscano qui.
Al mattino arrivo con mio fratello, ed entro in griglia, quest’anno ben presidiata la mia, ma ho letto che nelle griglie piu’ indietro ci sono stati comunque dei problemi. Alle 9.00 si parte, il meteo presenta un bel soletto che fa sperare per il proseguo della giornata, la velocita’ dovrebbe essere controllata per i primi km durante l’attraversamento della citta’ fino ad arrivare nella zona del via ufficiale del cronometro ma ovviamente non tutto va come dovrebbe…velocita’ elevata (se si vuol fare una passerella va bene, ma non ai 40km/h…sul pave’), gente che dalle retrovie iniziava a recuperare posti superando le griglie davanti vanificando l’operato iniziale, alla fine si passa ai 45km/h sul tappeto cronometraggio praticamente rimescolati.
Si parte subito a tutta, io che odio le partenze al fulmicotone soffro anche se un po’ meno grazie al trasferimento che mi ha dato modo di far girare un po’ le gambe, ma sulla tangenziale di Grezzana sono gia’ fuori soglia π e comincio quindi a calare, mio fratello l’ho perso da un po’. Saluto Ghilardini, un atleta del team Iaccobike conosciuto su Facebook che con enorme generosita’ sta tirando un gruppo controllando e spronando: lo lascio andare, il suo treno Eurostar non va bene per un regionale come me π
Inizia la cronoscalata Berner, sono deciso a farla bene, non soffro eccessivamente il tratto piu’ ripido ed alla fine concludo i circa 10km in 00:46:51, un po’ meglio dell’anno scorso. Speravo di essere migliorato molto di piu’, evidentemente non e’ cosi’ π pazienza π Subito dopo inizia la discesa e subito notiamo a terra un ciclista, finito rovinosamente contro un’auto nella corsia opposta…
Proseguiamo, affrontiamo la salita successiva verso Erbezzo quando per circa un chilometro e mezzo arriva uno scroscio d’acqua molto intenso a raffreddare i bollenti spiriti, ma dura poco e lascera’ come strascico solamente una certa umidita’ nelle scarpe π Breve ristoro per poi proseguire ancora, Bosco Chiesanuova, Valdiporro, la salita di San Francesco che rompe sempre le scatole e poi giu’ a tutta verso Velo Veronese e San Mauro da dove parte l’ultima salitella verso San Rocco e poi giu’ per il rientro e allo stop del cronometro sempre in zona Montorio: 3:25:43
Altra bella sorpresa…l’assoluta mancanza di qualsiasi tipo di ristoro all’arrivo, nemmeno una bottiglia d’acqua, dei sali, niente…si doveva prendere e tornare allo stadio. Qualcuno si e’ lamentato per la scarsa presenza di indicazioni, effettivamente io e mio fratello abbiamo guidato un gruppo fino alla zona stadio. Niente pasta party per me che ho preferito andare a casa, qualcuno ha lamentato la carenza di personale e razioni poco abbondanti, altri invece non hanno avuto nulla da lamentare.
Quindi ? Io mi sono divertito, come sempre, perche’ non mi interessa la classifica quindi se anche’ all’avvio le griglie si mescolano non ho alcun problema, era poco sicuro probabilmente fare le strade del centro in un gruppo unico a quella velocita’, meglio suddividerlo e partire scaglionati per griglie a velocita’ imposta piu’ bassa. L’agonismo e’ tanto, troppo, e se puo’ essere giustificato per chi parte in griglia rossa, visto che hanno la scorta, di certo non vale lo stesso per chi e’ in posizione 2000 e passa un’ora o due dopo i primi: le strade sono aperte al traffico e serve accortezza, senza voler strafare o tagliare le curve.
L’organizzazione ha sbagliato su vari fronti, doveva essere l’anno del rilancio dopo i problemi del passato, invece secondo me hanno un po’ peggiorato la situazione e la fama nel cuore di chi viene da fuori (e non solo): le strade sono meravigliose ed i panorami pure, ma da soli non bastano ad attirare pubblico. Forse sara’ meglio cosi’ ed una GF con 800 persone sara’ piu’ gestibile, pero’ sarebbe un peccato perdere per strada tanti estimatori. Il mio modesto suggerimento e’ di aprirsi di piu’ al popolo delle due ruote, magari organizzando un forum sul sito, gia’ domani, in cui raccogliere anche e soprattutto le proteste, analizzarle e vedere se e come migliorare, sono convinto che i primi organizzatori che lo faranno otterranno un successo strepitoso, anche perche’ se qualcosa non si puo’ fare almeno si rende partecipi i pedalatori di questi limiti.
Un grazie, come sempre, a mio fratello che avrebbe dovuto avere carta bianca per farsi la sua GF ma che invece, reduce dal Marathon della Lessinia Legend, non e’ riuscito a recuperare la gamba, e quindi ha optato di fare il medio con me π Ma l’anno prossimo e’ gia’ scritto: lungo alla nove colli e lungo alla Cunego…a costo di arrivare al traguardo spingendo la bici π
La mia prima nove colli (medio)
Quello passato e’ stato un week end a dir poco memorabile. Ci sono degli avvenimenti che si imprimono nella memoria come unici, fantastici ed indelebili, quello che e’ accaduto sabato e domenica scorsi entra a pieno diritto tra questi: ho portato a termine la mia prima nove colli (percorso medio).
Arriviamo a Cesenatico sabato in tarda mattinata giusto in tempo per scaricare le bici in camera ed andare a pranzare, segue poi il carico di energia degli stand in attesa che inizino a distribuire i pacchi gara, e primo intoppo: la specialissima di mio fratello ha il cerchio anteriore non centrato ed un rumore provenire dalla catena. Allo stand della FSA gli controllano il cerchio regolandolo alla perfezione e gli sostituiscono la catena, troppo usurata rispetto al pacco pignoni nuovo.
Al ritiro pacco gara velocita’ ed efficenza accolgono gli iscritti, tutti con bici fantasmagoriche ed io mi sento un po’ a disagio con la mia bici un po’ vecchiotta, e ho sempre l’impressione che chi la osserva lo faccia con spirito critico π
La serata passa veloce, ci si dice che si deve andare a letto presto, la partenza e’ per le 6:00 quindi la sveglia deve essere puntata alle 4.15/4.20 per fare colazione, vestirsi, arrivare in griglia con tranquillita’, invece complice anche il ristorante che ci fa attendere (ci alzeremo senza aver preso parte della cena, oramai stufi di aspettare) e un saluto d’obbligo agli amici di Egna, si rientra in hotel alle 23.30 e si va a letto che ormai e’ mezzanotte passata. Si va a letto perche’ in realta’ non riesco a dormire, un po’ l’agitazione, la verifica mentale di avere tutto in ordine, il rumore della strada…alla fine tappi per le orecchie ed un’oretta l’ho dormita.
Al mattino l’aria e’…frizzante…anzi diciamo pure che fa ben freschino per la tenuta estiva, ma non voglia di mettermi i manicotti per cui optiamo per il famoso ‘gazzatex’, ovvero il giornale sotto la maglia giusto per tenere riparato lo stomaco.
In griglia c’e’ gia’ un bel po’ di gente, iniziamo a chiacchierare con gli astanti e, tra un brivido e l’altro, arriva il momento della partenza.
Come al solito non digerisco gli avvii che vanno subito ai 40km/h ma non si puo’ certo perdere il treno per cui, fiatone, cuore che non ne vuol sapere di salire e giu’ a spingere, con massima attenzione al gruppo, ai movimenti di quelli che sono vicini, di quelli dietro che si infilano per passare avanti, ed in breve ci troviamo al primo colle, il Polenta. La massa di ciclisti si arresta quasi del tutto quando la strada e’ invasa da chi non riesce a superare in agilita’ la pendenza del 13% nel paese, qualcuno e’ costretto a mettere il piede a terra, qualche altro impreca, dei toscani si sfidano a non mettere il piede a terra pena il pagamento di bevande per tutti. In qualche modo riesco a non sganciare i pedali e sulla sinistra mi sfilo, ma perdo mio fratello nella massa delle persone. Le sensazioni sono buone, la gamba gira, ed in discesa passo un bel po’ di gente (che immancabilmente mi passera’ alla salita successiva :)).
Al secondo colle, il Pieve di Rivoschio, alcuni amici di un’altra squadra mi raggiungono e mi avvisano che mio fratello e’ dietro…penso che fa lo stesso, ha tutto il margine per recuperare e venirmi a prendere per cui proseguo, non e’ molto impegnativa e riesco a salire in agilita’.
Mio fratello non arriva e inizio a preoccuparmi che mi stia aspettando da qualche parte, per cui prima della discesa mi fermo cinque minuti buoni per poi ripartire, ancora da solo. Mi prendera’ sulla salita del terzo colle, il Ciola, dopo che anche lui si era fermato sette minuti ad aspettare me. Affrontiamo quindi insieme il colle ed il tratto all’11% e poi giu’ di nuovo in picchiata superando alla grandissima un sacco di bikers, in mezzo all’odore di freni che riempie ogni tornante.
La strada prosegue e ad un certo punto inizia lo spauracchio della giornata, il quarto collo, la cronoscalata del Barbotto, 5,5km con media 6.91% e punta del 18%. I primi quattro chilometri e mezzo passano tranquilli, pedalabili, poi il cartello ‘ultimo km, pendenza 18%’ e la strada inizia subito ad arrampicare, la velocita’ crolla, le gambe spingono sui pedali, a destra e sinistra molti preferiscono salire spingendo la bici, supero un altro con la bici da MTB, riesco a mantenere il passo e a 200m dallo scollino comincio a chiudere gli occhi e a cantare ‘living on a prayer’ dei Bon Jovi, trasmessa dalla radio in cima al colle dove lo speaker fa di tutto per spronarci a proseguire. In vista del traguardo prendo il braccio di mio fratello e passiamo insieme sotto il traguardo: sono commosso e mi verrebbe da piangere…ma ricaccio indietro il magone, il grosso e’ fatto ma ci sono ancora piu’ di 40km e se l’altrimetria mostra una discesa verso Cesenatico l’amico di Egna ci ha avvisati che no, si tratta di tutta una serie di saliscendi spaccagambe. Ottimo.
Affrontiamo il tratto con una buona andatura, affrontando le salite arrivando il piu’ veloce possibile, e al bivio ‘medio/lungo’ optiamo per la scelta piu’ ovvia, il corto anche se mio fratello con un po’ di rammarico ma non ci sono problemi, l’anno prossimo potrebbe essere quello giusto π
Da li in poi prosegue il mangia e bevi fino ad arrivare definitivamente a quota zero con ancora una ventina di chilometri da percorrere, ci si attacca ad un treno e via verso Cesenatico. Sembra facile ma chi sta davanti (molto avanti…) rallenta alle rotonde rilanciando in uscita cosi’ come pure sui cavalcavia, per cui ci sono vari momenti in cui si deve chiudere qualche buco, ma ormai siamo alla fine, ultime curve e rettilineo d’arrivo…io e mio fratello passiamo insieme sotto all’arco finale, con le braccia alzate ed una grossa gioia per aver portato a termine anche questa (per me) impresa.
Ora settimana di scarico, forse faro’ un’uscita mercoledi’ ed una venerdi’, week end probabilmente ad uno stage di Aikido a Milano per poi tornare a tutta per la Cunego il 5 giugno.
Un grazie ENORME a mio fratello che anche stavolta mi ha accompagnato e stimolato, se non ci fosse lui sicuramente non ci sarebbe tutto questo.
Preparazione…
Con maggio arrivano tre importanti eventi per i quali mi sono e continuo a prepararmi. Andiamo in ordine temporale.
Novecolli: il 22 maggio prendero’ il via alla nove colli in quel di Cesenatico, una delle granfondo piu’ prestigiose nel calendario italiano. Sara’ per me la prima volta e mi sono iscritto per il ‘corto’: 130km per 1871m di dislivello. Il desiderio e’ quello di portarla in fondo, tagliare il traguardo, ma sara’ dura…molto dura. Il problema non e’ la lunghezza (oggi sono reduce da un giro di 160km e la gamba era discreta fino a 140), non e’ nemmeno il dislivello, il problema e’ metterli assieme π Se poi consideriamo che dopo 90km c’e’ la salita del Barbotto con punte del 18% (che non sono certo la mia delizia) c’e’ di che avere paura. Comunque, iscrizione pagata, hotel prenotato…non ci si puo’ piu’ tirare indietro e quindi vedremo di portarla a casa, in qualche maniera π
GF Damiano Cunego: il 5 giugno, a due settimane dalla nove colli mi aspetta la Cunego, appuntamento oramai classico da quando ho cominciato a pedalare. Anche quest’anno faro’ il medio (visto che il corto e’ stato abolito), con i suoi 98km ed i 1900m di dislivello. In questo caso le strade le conosco abbastanza bene, e a parte la salita della cronoscalata Berner che presenta punte del 12%, non e’ impossibile, per cui vedro’ di migliorare il tempo dell’anno scorso, piu’ per una soddisfazione personale che per reali velleita’ di classifica.
Esame di Aikido: il 12 giugno c’e’ invece l’esame di Aikido per il III kyu (ammesso e non concesso che venga autorizzato a fare l’esame…quest’anno ho fatto un bel po’ di assenze per vari motivi tra cui il fatto che non ho l’auto da oltre sei mesi…). Anche qui sara’ dura, per la difficolta’ ed il numero delle tecniche e per la temperatura prevista a meta’ giugno che dara’ poca possibilita’ di tirare il fiato, ma d’altronde ho iniziato ad andare in bici proprio per avere piu’ resistenza fisica sul tatami in questi frangenti e agli stage per cui…staremo a vedere.
Per concludere, oggi durante il giro con mio fratello, ci siamo uniti a due finlandesi che avevano noleggiato delle bici nel negozio Olympic Bike di Paola Pezzo: a differenza dello svedese incontrato un paio di settimane fa cui avevano noleggiato una vecchia Wilier scassata e rumorosa, in questo caso i finlandesi avevano due nuove Pinarello FP2 in carbonio, prese a 25 euro al giorno. Non male !!!
E questo mi ha fatto pensare. Ultimamente mi gira l’idea di sostituire la vecchiotta bici che sto usando (ereditata da mio fratello quando lui e’ passato ad una bellissima Wilier LeRoi) con una nuova. Usata (ad esempio quelle che le squadre juniores restituiscono ai negozi) oppure qualche bella occasione sul nuovo, ma a che pro ? Per me la bici e’ e rimane un passatempo, e spendere 1500, 1700 euro per guadagnare qualche etto mi da’ da pensare e quindi…perche’ non continuare ad usare la ‘mia’ e prenderne una a noleggio quando faccio le granfondo ? Ci sto pensando seriamente. Vedremo.
Ciclopista del sole
La ciclopista del sole (maggiori informazioni qui) e’ una pista ciclabile che unisce il Brennero con Napoli, attraverso la valle Isarco, la valle d’Adige, Mantova, Bologna, Firenze, Siena, Roma , quindi Latina, Terracina e giungendo appunto a Napoli.
Oggi ho provato a farne un breve tratto, con la bici da citta’ (quindi niente BDC ne’ MTB e vestito ‘borghese’), giusto per assaporare il primo tiepido sole.
Dalla stazione di Porta Nuova ho preso un regionale per Peschiera (con trasporto bici) e per un costo di 4.70 euro (adulto + bici) mi sono fatto trasportare sul Lago di Garda. Qui, facendo un po’ di fatica a trovare la ciclabile, ho iniziato la pedalata verso Mantova, per un totale di 43km.
Il percorso e’ estremamente facile, senza alcuna salita e senza nessun tipo di insidia, completamente isolato dal traffico, e si snoda lungo la riva del fiume Mincio.
Attraversando quindi il parco del Mincio, si vedono campi, aziende agricole, casolari di campagna, su un percorso completamente e ottimamente segnato dai cartelli, alcuni indicanti la vicinanza di officine meccaniche o pronto soccorso ai quali aggiungere i cartelli artigianali delle aziende agrituristiche che forniscono ristoro trovandosi a poche centinaia di metri dal tracciato.
Una volta arrivato a Mantova, altro treno (6.40 euro) e rientro a Verona.
Ottimo giretto da fare in compagnia, magari con pane, salame e vino al seguito π Sconsigliato farla in BDC/MTB come allenamento in quanto la presenza di numerose persone con figli e cani renderebbero il giro piuttosto pericoloso.
Alcuni consigli: portatevi via la mascherina tipo quelle per la polvere e obbligo di occhiali, in quanto la popolazione di moschini e’ estremamente elevata, nonche’ nella stagione estiva obbligo di repellente per le zanzare in quanto si attraversano zone con acqua piuttosto ferma, e suppongo che anche di questi fastidiosi insetti non ci sia affatto penurita.
Mappa e traccia GPS del percorso qui.
GF Locara 2011
Anche quest’anno, come lo scorso anno, la gara di apertura di stagione e’ stata la GF di San Valentino, a Locara (VR), non in BDC ma MTB. E’ l’unica che faccio in MTB ed infatti ho ripreso in mano la bici da come l’avevo lasciata un anno prima solo nella giornata di mercoledi’ per una rapida controllata. Pessima idea.
L’edizione 2010 era stata caratterizzata da abbondanti piogge nelle settimane precedenti per cui appena terminate le strade asfaltate del paese subito si paro’ davanti una lunga scia di fango che, raggiunte le colline divento’ un ammasso argilloso ed appicicaticcio che ha reso la vita veramente dura a chi non aveva ne’ gambe ne’ mezzi meccanici adatti. Al termine le bici erano completamente avvolte nel fango. Il lavaggio a pressione era l’unica speranza.
Solo che mettere via la bici per dodici mesi non fu una sapiente idea. Per cui quest’anno mi sono trovato con (almeno) i cuscinetti di sterzo completamente arrugginiti e bloccati. Ho cosi’ risolto alla meno peggi ‘pulendoli’ ed ingrassandoli, giusto per andare in qualche modo all’appuntamento. Non dico che l’ho pagata, non ho perso posti in classifica (quella quasi manco la guardo), certo che un po’ il divertimento si e’ ridotto perche’ in realta’ non c’erano solo i cuscinetti ma anche altro e si sarebbe reso utile far vedere il mezzo al meccanico, tant’e’ che anche nelle curve piu’ semplici la bici non teneva la strada e tendeva a tirare dritto. Pazienza π
Comunque, niente fango quest’anno, per cui il tracciato si e’ rivelato in tutta la sua bellezza, con un paio di single track veramente carini e tecnici (su uno ho pure rischiato seriamente di cadere e ne porto ancora i segni π ), salite non impossibili ed un buon connubio distanza (45km) e dislivello (650m circa), specie per uno come me che prende la MTB, appunto, una volta l’anno.
Gran divertimento (dopo, perche’ durante ho faticato un sacco), ottima organizzazione con incroci tutti presidiati cosi’ come i punti pericolosi e buon pasta party finale. Ottimo il pacco gara: bottiglione di succo di frutta, due pacchi di pasta Barilla, pacco di biscotti, contenitore per alimenti sotto vuoto ed una sciarpa.
Un plauso agli alpini che hanno allestito un bachetto abusivo (cosi’ lo autodefinivano) in cui elargivano salamelle, cotechino, pollo e pane scaldati sulla brace su un’enorme graticola, il tutto annaffiato da buon vino locale. Gratis.
Si conferma comunque che non sono adatto alla MTB, questa che e’ una gara introduttiva alla stagione lo posso considerare il mio limite: non sono adatto agli strappi e agli sforzi immediati che richiedono le salite, specie a trovarle dopo pochi km dal via, pero’ mi sono lo stesso divertito.
Ovviamente un grande ringraziamento a mio fratello che mi ha spinto a partecipare e incitato lungo il percorso, non fosse stato per lui probabilmente avrei girato al bivio corto/lungo π E poi ottimo treno nella fase finale in cui abbiamo superato altri ciclisti π
La mia prima Peri-Fosse
Appena rientrato da un bel giro, lungo ed impegnativo, con 95.80km in 4h17m alla media dei 22.31km/h ed una velocita’ massima di 73.3km/h.
Sembra strano, ma in questi anni di bici da corsa, non ho mai affrontato una delle salite piu’ classiche, inserita nella GranFondo Avesani, ovvero quella che da paese di Peri si inerpica per 9km verso Fosse, con una pendenza media dell’8.3% ed una punta attorno al 15% (secondo me il grafico di salite.ch non e’ affidabile, anche secondo i miei rilevamenti con il GPS che trovate allegato). E’ una salita piuttosto costante nei primi chilometri, abbastanza pedalabile fino ad un tratto di circa 500m in cui la pendenza si fa impegnativa: io non ho il fisico per pendenze che vadano oltre il 12% ed ho faticato non poco, ottenendo il risibile tempo di circa 57 minuti. Da dire a mia discolpa che si arriva a questa salita dopo 40km che abbiamo fatto ad andatura piuttosto sostenuta con una media oltre i 30-31km/h.
La salita di per se’ non presenta nulla di particolarmente interessante, il panorama e’ poco visibile (o forse io ero troppo impegnato a respirare e a guardare la ruota davanti), non ci sono paesi, in compenso la costanza della pendenza e’ praticamente totale e non lascia molto spazio per recuperare, per cui si arriva al settimo chilometro e ci si trova davanti il punto piu’ ostico senza avere avuto modo di far riposare la gamba.
Devo sicuramente lavorare di piu’, e qualcosa ho fatto nell’uscita di mercoledi’, per aumentare la forza, altrimenti continuero’ a soffrire come un dannato non appena la strada aumenta la pendenza π
Molto belle e piuttosto durette anche le successive due salite, quella che da Negrar sale a Montecchio e quella che da Marzana sale lungo la strada Carbonare fino a raggiungere il punto piu’ alto delle torricelle (lato est).
Oggi comunque e’ stata una prova di come, quando c’e’ la testa, si riescano a raggiungere ottimi obiettivi, visto che piu’ di una volta (almeno quattro, uno dei quali al suono della sveglia alle sei del mattino) ho pensato seriamente di lasciar stare tutto e tornare a casa, invece mi sono impuntato ed ho proseguito l’ascesa; d’altronde ero con altri tre che di gamba ne avevano ben di piu’ e non potevo certo sfigurare con un ritiro π
Alla fine son contento, con questi 95.80km ed un dislivello di 1766m, praticamente una mediofondo.
Il percorso
L’altimetria
Traccia GPS formato NMEA
Traccia GPS formato GPX