Subito, il caro lettore, si sara’ incuriosito dal titolo e si sara’ chiesto, molto probabilmente, ‘Chi e’ Eros Poli ?’. Fino a questa mattina poco ne sapevo anch’io, se non che e’ un ex ciclista professionista di Verona che, il sabato mattina, raduna un gruppo di ciclisti alla diga del chievo per un giro in bici tutti insieme. Incuriosito, ho cercato un po’ di piu’ ed e’ saltato fuori che e’ campione olimpico a Los Angeles 1984 nella cronometro a squadre, ed ha vinto la tappa del Mont Ventoux al Tour de France del 1994, una delle piu’ temibili, soprattutto per un ciclista che non aveva nelle salite l’asso nella manica.
Ebbene, si parte in gruppo in direzione Parona, poi si passa per Castelrotto (no, non quello in provincia di Bolzano πŸ™‚ ), poi si inizia a salire, una salita leggera, ma per me ostica sia perche’ al mattino faccio fatica ad andare sia perche’ mi ci vuole comunque un po’ per superare la fase ‘muscoli e testa fredde’. Comunque si va. Ad un certo punto, io ero in fondo al gruppo, mio fratello mi chiama per nome, ed Eros si volta per vedere chi sia questo personaggio dal nome nuovo e mi nota e capisce che e’ la prima volta che esco con il gruppo, quindi rallenta, mi scruta un attimo e mi dice ‘hai la bici piccola e hai la sella bassa…fermati un attimo che vediamo di regolare almeno la sella’. Estrae una serie di chiavi a brugola e mi alza la sella di un mezzo centimetro (io come me l’ha data mio fratello, qualche centimetro piu’ basso, l’ho sempre tenuta) e mi spiega come, se la gamba non sviluppa tutta la lunghezza correttamente possono sorgere dolori al ginocchio: infatti, leggete i post precedenti :), mentre per la bici piccola non si puo’ fare nulla, quella e’ e quella rimane. Ripartiamo, con il gruppo oramai avanti, e seguento la mia (lenta) andatura mi da alcuni preziosi consigli su come migliorare la posizione, il movimento del piede e come affrontare i tornanti in maniera piu’ sciolta (e se lo dice lui che non e’ un grimpeur…). Il tutto in maniera estremamente cortese e gentile.
Giustamente, passati alcune centinaia di metri nei quali mi tiene ‘sotto osservazione’, riprende un po’ il ritmo e io mi accodo ad un altro che ha piu’ o meno il mio passo e che nel frattempo abbiamo raggiunto. Poco dopo arriviamo ad un bivio dove il gruppo ci sta aspettando (che figure πŸ˜‰ ).
La salita si fa un po’ piu’ tosta, non ricordo dove si sia di preciso non avendo mai fatte queste strade, ma la gamba reagisce un po’ meglio, riesco a stare con il gruppo. Dopo alcuni chilometri il gruppo si divide: tutti tranne me e mio fratello scelgono di proseguire per una deviazione verso uno strappo, mentre noi due (o meglio io, mio fratello si e’ adeguato) preferiamo proseguire per la strada a salita piu’ tranquilla, con lo scopo di ritrovarci piu’ avanti: non ci troveremo piu’, e rimaniamo io e mio fratello a salire dalle parti di Cerna.
Proseguiamo, tanto la gamba ormai sta girando piuttosto bene, arriviamo a Sant’Anna d’Alfaedo, strappo di Ronconi e poi Erbezzo, quando decidiamo che l’ora del rientro e’ oramai giunta, per cui giu’ (quasi) a tutta verso Stallavena e da li, io sempre in scia ( πŸ˜‰ ) verso casa.
Totale: 84.4 km alla media dei 24.4
Ora vediamo come andra’ alle prossime uscite, sicuramente qualche altra con il gruppo di Eros Poli la faro’ perche’ merita veramente, e poi se si sa che dei ciclisti si trovano ad una certa ora in un certo posto, si ha anche un appuntamento e questo aiuta perche’ e’ estramamente faticoso alzarsi al sabato alle 6.45 (o anche alle 8) per andare in bici da soli πŸ™‚
Un grazie ad Eros per la cortesia e la gentilezza dimostrata verso uno che non aveva mai visto, e a mio fratello per avermi accompagnato, sicuramente rovinando una seduta di allenamento, al mio ritmo πŸ™‚

Il mio caro lettore stara’ certamente pensando alla nuova sfida che mi attende, dopo averlo lasciato nell’attesa al termine del mio ultimo post: ‘Vedro’ ora con il mio mister, CT e preparatore (mio fratello) cosa posso tentare di fare in futuro :)’.
Ebbene, la nuova sfida e’…la Gran Fondo Avesani, percorso corto.
Il tracciato non l’ho ancora percorso, ma il punto piu’ duro e’ la salita Peri-Fosse, 9.2 km di tornanti, 763 m di dislivello con una pendenza media dell’8.3%, seguito pero’ poi da un’altra salita verso Erbezzo e non ultima, la salitina finale delle torricelle, per un totale di 97.3 km.
La sfida si presenta ostica, sia per la salita Peri-Fosse, ma anche per la distanza totale, che fino ad ora non ho mai raggiunto, fermandomi di solito attorno ai 60 km.
Il morale comunque e’ molto buono, la preparazione forse un po’ meno causa acciacchi di salute e le ferie che incombono e che mi terranno lontano dalla bici per due settimane: spero di riuscire comunque a fare qualcosa di alternativo, giusto per non rimanere del tutto fermo.
Devo dire che sto ottenendo buoni risultati, con grande soddisfazione, raggiungendo in poco tempo mete che ritenevo ben oltre le mie possibilita’. Tutto e’ iniziato la settimana scorsa quando mi sono detto: ‘ok, riprendiamo dopo i problemi di salute e gli antibiotici, puntiamo in alto: Erbezzo via Bellori, dove arrivo arrivo, quando le gambe dicono stop, giro la bici e torno a casa’, bene, salvo un dolore al ginocchio destro, tipico quando forzo un po’ e che mi ha costretto ad una pausa, ho raggiunto la meta. Martedi’ scorso mi sono detto invece ‘Faccio la pissarota, da Mizzole a salire e vedo dove arrivo’, ho tenuto un rapporto piu’ duro del solito, sono salito, ho raggiunto il bivio Cerro/Rovere’ ed ho voltato per Rovere’ pensando che fosse inutile fermarsi li’, mi sono imposto di proseguire e sono arrivato oltre Rovere’, allo stabilimento del forno Bonomi, dove anche per motivi di tempo sono dovuto ridiscendere.
La prossima meta e’ raggiungere Velo Veronese, sempre via pissarota e magari riuscire a scollinare via Camposilvano-Valdiporro, raggiungendo BoscoChiesanuova.
Vediamo come reagiscono le gambe, la testa da parte sua c’e’ πŸ™‚