Poche parole sono in grado di attirare branchi famelici di persone come gratis. Non importa se per ottenere cio’ che viene proposto, appunto, gratis, si debba affrontare un’uscita serale in mountain bike, il biker non puo’ resistere al richiamo e si presenta in massa.
Ecco quindi che attratti da questa magica parola apparsa sul blog del Conte Fabio Savoia, 30 e oltre pedalatori delle ruote grasse si presentano all’appuntamento.
Ovviamente si scherza…cio’ che ha fatto approdare tutti questi bikers e’ stata sicuramente la voglia di condividere un momento assieme, tutti con la passione per la bici e lo sterrato, spronati dal forte Savoia. Al ritrovo c’e’ gente molto forte, lo si vede dalle bici, lo si vede dalle gambe, lo si vedra’ da come salgono e da come scendono nei pezzi, per me, impervi. Io che la MTB la uso molto saltuariamente mi chiedo subito cosa ci faccio li in mezzo, ma poi si parte…via un piccolo stelvio e poi altre salite su cui immancabilmente mi pianto, spesso costretto a procedere a piedi seppur per brevi tratti.
Decisamente la MTB non e’ per me…troppo tecnica e se non si conosce la tecnica si rischia l’osso del collo. E poi, in tutta onesta’, ho proprio paura di farmi male, nonostante mi piaccia, alla fine, passare nei boschi e fare i single track.
Alla fine porto a casa la pellaccia, sebbene segnata da qualche fronda o qualche spina conficcata in una lieve caduta da fermo dentro un roveto (dove cado io c’e’ sempre un roveto…). Il ritmo e’ stato veramente tranquillo, con soste frequenti per riunire tutto il gruppone.
Alla fine del giro, enorme rinfresco a casa del Conte, con tagliatelle, risotto, snacks salati, torte salate, vino, birra, dolci (peccato che me ne sono andato prima di poterli assaggiare…)…veramente notevole l’impegno profuso, ogni onore a lui e a tutti coloro che si sono dati da fare…
La traccia su Endomondo: il circuito pedalato: Piccolo Stelvio, Maroni, Gualiva, Capitello San Vincenzo, variante Orlando (molto apprezzata, visto che non era conosciuta dalla maggior parte dei partecipanti), La Pace, Torresin, parte del XC Verona, Piloton, Casa Rosa, Vendri, Nogaroto.
Il video:


E dopo la Nove Colli (in realta’ quattro…), portiamo a casa anche questa edizione della GF Damiano Cunego.
L’avvicinamento e’ stato piuttosto ansioso…le ultime due edizioni sono state caratterizzate da grossi errori organizzativi che hanno lasciato profondi segni tra i granfondisti, molti dei quali hanno, se potuto, evitare la manifestazione veronese: la dice lunga il fatto che ad affrontare il percorso corto siamo stati in minor numero di quelli sul lungo, segno che il fatto di essere una gara nel circuito del Prestigio (che prende in considerazione solo i percorsi lunghi) ha costretto molti a partecipare, contrariamente il numero dei partenti, sarebbe stato molto piu’ esiguo.
Iniziamo il sabato, come sempre, al ritiro pacchi gara..l’anno scorso e’ stato veramente un inferno con una lunga coda nel caldo torrido e afoso dei sotterranei del palazzetto dello sport, stavolta invece tutto si e’ svolto con rapidita’, senza code eccessive e in un posto molto areato, per cui, fino a li tutto bene. Io e mio fratello ritiriamo i pacchi a la busta tecnica e con calma ci diamo appuntamento all’indomani.
Nottata tranquilla, forse un po’ breve per un’uscita con degli amici, ma tutto sommato ok, sveglia prestino e via in bici verso la griglia. Subito il problema del loro dimensionamento appare evidente…poche decine di metri dovrebbero accogliere centinaia di ciclisti del mio gruppo, ed e’ impossibile…scorgo pero’ con l’occhio che ci sono dei pettorali che dovrebbero stare piu’ indietro ed in effetti non c’e’ alcun tipo di presidio ad evitare i ‘soliti furbetti’, liberi di scavalcare le transenne o semplicemente entrare dalla porta principale. Vero, saranno anche state piccole di per se, ma se poi c’e’ gente che li non ci dovrebbe stare il tutto si complica…cosi’ per tre o quattro volte si viene ricompattati e le griglie ridimensionate per far posto a tutti: davanti a me almeno sei ciclisti fuori griglia….e a nulla e’ valso dirlo ne’ farlo presente ai giudici. Va bene cosi’…la prossima volta pero’ fotografo e filmo.
Al solito…pronti via, testa bassa e menare…la nuova posizione del via e il fatto di poter utilizzare la tangenziale compreso lo svincolo in entrata e uscita, favoriscono una partenza molto veloce e poi via lungo la tangenziale…Ovviamente, come al solito, soffro molto queste partenze, il cuore altissimo e il respiro affannoso, poi lentamente mi stabilizzo, soprattutto dopo la prima salitella.
Passate Stallavena, Lugo, Bellori…inizia la cronoscalata, la prendo con molta tranquillita’, mio fratello e’ dietro, l’ho perso poco dopo lo svincolo d’uscita perche’ non stava bene e mi ha praticamente costretto a fare la mia strada in ‘solitaria’, in effetti tra pensionati e gente che chiacchiera allegramente si sta pure bene, e salgo lungo tutta la cronoscalata fino a sopra Ronconi (tempo 40m32s contro 46m51s del 2011) senza spingere all’eccesso e poi giu’ in discesa e nei successivi saliscendi, sempre in compagnia degli altri, senza forzare in salita ne’ in discesa, complice l’asfalto bagnato (molto nella prima parte e nella parte dopo San Francesco che sarebbe stato bello fare lasciando scorrere di piu’ la bici). Bella questa deviazione, che fa saltare una salita ma aggiunge una discesa tecnica. Mi attacco poi ad uno che, passato Rovere’, va giu’ come un caccia (toccati 80.86km/h), accenno a passarlo per dargli il cambio ma non ne vuole sapere, e a me sta bene.
Arrivati allo strappetto dopo il bivio per Paravanto, mi pianto e lascio sfilare un gruppo che si era accodato, poi un paio mi passano quando mancano poche decine di metri e decido di non lasciarli andare per non fare tutto il resto della discesa da solo, e cosi’ mi attacco. Presto dei due ne resta uno solo con cui arrivo alla spianata finale, tira ai 47km/h poi dopo poche centinaia di metri si sposta e mi trovo davanti, ok…testa bassa e menare…cerco di mantenere il ritmo e ci riesco per un po’, poi, come sempre , mi sposto, mi faccio sfilare da tutti quelli che nel frattempo si sono accodati ma non ho le gambe per rilanciare e tornare sotto al gruppo, per cui rallento vedendoli allontanarsi e procedo lentamente, salvo poi, poco prima dell’ultima curva, recuperarne qualcuno e passarlo prima dell’arrivo, dove mio fratello mi sta aspettando gia’ in tenuta borghese.
Tempo finale 3h02m56s (3h25m53s mancano pero’ 13km e una salita), speravo di stare sotto le tre ore, ma quando sono rimasto da solo ho perso buona parte dello spirito e sono andato come se fosse un buon allenamento anche se tirato: pazienza, sara’ per il prossimo anno 😉


E cosi’ anche il terzo obiettivo primario per il 2012, la GF Eddy Merckx, se ne va, portando un buon risultato. Devo dire che l’impegno che ho cercato di infondere durante l’inverno e l’inizio di primavera mi ha dato modo di cogliere dei buoni risultati, ovviamente non in termini assoluti in quanto sono sempre nella pancia del gruppo e di certo non ho alcuna possibilita’ di emergere (ne’ cerco di farlo), pero’ vedere che ogni anno riesco a portare a casa qualcosa di buono e’ confortante ed aiuta a guardare avanti positivamente. Unico rammarico e’ il non essere riuscito a fare nessuno dei tre lunghi: pazienza, lo terro’ come obiettivo per il 2013.
Dicevamo la Eddy Merckx…ebbene si conferma come una delle migliori manifestazioni cui partecipi, forse anche piu’ della Nove Colli che paga lo scotto di un numero esagerato di partecipanti che e’ difficile gestire senza creare ingorghi e file. Qui siamo attorno ai 2500 partecipanti e dal ritiro pacco gara alla gara stessa non ho mai notato alcun problema tranne la coda per il pasta, pardon, riso party. Ma andiamo con ordine.
Stavolta mio fratello ha dato direttamente forfait per i soliti problemi fisici, pazienza, il suo pettorale viene riattribuito ad un ragazzo che si aggrega a noi e che affronta la prima granfondo dopo alcuni anni di stop: lo guardo e capisco che mi dara’ del filo da torcere 😉 anche perche’ e’ in griglia con me.
Sabato passa a prendermi Andrea, compagno di squadra stavolta in libera uscita, assieme a questo ragazzo, Roberto, e si va alla volta di Rivalta per il ritiro pacchi e busta tecnica: nessuna attesa ed un pacco gara veramente generoso comprendente anche uno smanicato Giordana. Rientriamo sperando nel meteo dell’indomani, visto che e’ prevista pioggia: sarebbe la quarta gara bagnata su quattro.
Domenica mattina sveglia alle 6, alle 6.45 si parte con il cielo minaccioso e pochi chilometri prima di Peri qualche goccia bagna il parabrezza ma poi nullaltro: infilo la mantellina nella tasca posteriore, olio sulle gambe e via in griglia. Stavolta le griglie sono ottimamente presidiate e di furbetti nemmeno l’ombra.Quattro parole, un’occhiata in giro, le 8.30 arrivano in fretta…
Pronti via…ale’…subito fuoco alle polveri, testa bassa a menare sui pedali come un fabbro ma dopo pochi km ecco il primo incidente: i soliti furbi che con decine di km davanti pensano che rischiando piu’ del dovuto nel primo pezzo si guadagni chissa’ cosa. Si riparte e via di nuovo in quel tratto di leggeri saliscendi (piu’ scendi che sali) che portano prima alla salita di Zuane, poi alla discesa verso passaggio Napoleone. A Domegliara il gioco cambia forma, e da un’allegra scorribanda comincia a trasformarsi in qualcosa di piu’ serio: si comincia a salire. La leggera indisposizione che ho a causa dell’aria condizionata in ufficio si fa sentire, poco, ma c’e’…il cuore lo sento un po’ troppo alto ed il respiro un po’ piu’ affannoso, ma nulla di importante: si sale su per la salita di San Giorgio-La Pela per arrivare alla salita che porta a Mazzurega. Salgo abbastanza bene. La discesa l’affronto come piace a me, senza rischi eccessivi me cercando di frenare forte e rilanciare in uscita. Segue poi il tratto di falsopiano che passando per il ristoro porta alla cronoscalata sulla salita delle cascate di Molina. Qui i tratti piu’ duri hanno fatto venire fuori l’indisposizione, con fatica a tenere il respiro e a doverlo controllare, ed in un paio di momenti sono andato veramente in crisi con le gambe che non ne volevano sapere, ma mi sono imposto di andare avanti (altre scelte in realta’ non si hanno…), controllare e recuperare. Al termine della cronoscalata (35m37s contro 40m52s del 2011) c’e’ il tempo per recuperare nei saliscendi fino a Fosse, da li su a Sant’Anna, di nuovo giu’ per tornare a Fosse per la discesa finale verso Peri.
La discesa l’affronto abbastanza bene, senza eccessivi rischi ma mi diverto a superare in staccata. Cerco pero’ di stare attento a non andare troppo avanti e rimanere in un gruppetto, in modo da avere compagnia nel successivo tratto in valdadige (primo tratto verso nord, secondo verso sud, sicuramente in uno dei due il vento e’ contrario…) e cosi’ finisce la discesa e ci immettiamo in statale. Grazie a due atleti del GS Cadidavid e ad un buon vento a favore, riusciamo a tenere i 50km/h ed i 5km che separano dal bivio spariscono in un lampo, poi sul cavalcavia autostradale si fanno da parte, cercano collaborazione e non ne trovano, rallentano e con loro un po’ tutto il gruppo, resta davanti uno, io secondo e comincia a tirare, 47km/h, dopo un po’ si sposta e tocca a me e cerco di mantenere il ritmo…per un po’ ci riesco poi lascio sfilare e vedo il gruppo andare avanti ma stavolta, a differenza della Cunego, riesco a reinfilarmi in mezzo…peccato che quello davanti a me, a sua volta, inizia a farsi staccare e mi tocca rilanciare per chiudere il buco. Arrivo sul rettilineo finale dove mi sposto tutto sulla sinistra per non dare fastidio a nessuno e faccio la volata con me stesso.
Come per la Cunego anche qui trovo compagnia all’arrivo, stavolta e’ Roberto in abiti borghesi: problemi con la catena gli hanno impedito di proseguire e ha dovuto dare forfait dopo pochi km, davvero un peccato.
Tempo 2h57m26s contro 3h19m42s del 2011, e stavolta il percorso e’ identico quindi il miglioramento e’ piu’ tangibile. Porto a casa quindi questa manifestione molto soddisfatto, convinto sempre piu’ che si tratta di un evento organizzato ottimamente (al pasta party con abbondante risotto all’isolana, prosciutto e melone, antipastino misto, pane, birra o acqua…peccato per i tempi di attesa ma il risotto e’ cosi’).
Ora lungo periodo di pausa in cui proseguiro’ le uscite, in vista della South Garda Road in cui dovro’ sconfiggere il Tesio…maledetto…quest’anno non assaggerai le mie tacchette.
La traccia su Endomondo.
Le mie discese: