“Ho imparato a sognare,
quando inizi a scoprire
che ogni sogno
ti porta più in là
cavalcando aquiloni,
oltre muri e confini
ho imparato a sognare da là” [Negrita]

Domenica 20 giugno 2021 è il giorno in cui, dopo tanto tempo, ho finalmente raggiunto il mio sogno (ciclistico): ho portato a termine il percorso lungo della Sportful Dolomiti Race.

Potrei finire qui, non ci sarebbe molto da aggiungere perchè tutto il resto è contorno, tutto il resto perde importanza, spazzato via dal sudore, dalla fatica, dal dolore degli ultimi chilometri del passo Manghen, dalla bellezza delle pale di San Martino che si aprono davanti agli occhi scollinando il Passo Rolle, dalla cattiveria finale del Passo Croce d’Aune. Potrei, ma voglio lasciare e lasciarmi un ricordo di questo giorno che non dimenticherò, perchè se è vero che le cose importanti della vita sono altre e per me il ciclismo è, fondamentalmente, un gioco in cui sono pure un perdente, bisogna saper cogliere le piccole e grandi soddisfazioni che riusciamo a costruirci, a volte con sacrificio.

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La GF Avesani non l’ho mai fatta, ne’ con il percorso vecchio ne’ in quello che e’ stato istituito negli ultimi anni, non so esattamente il perche’ forse il periodo o forse ho sempre preferito altre manifestazioni.

Ma il 2021 e’ un anno particolare. Dopo un 2020 con zero gare causa pandemia ma in cui mi sono comunque allenato, la prima gara utile e’ stata appunto la GF Avesani svoltasi domenica scorsa, il 18 aprile 2021 e da li ho voluto guardare ad un nuovo inizio o almeno ad una nuova speranza che tutto torni alla normalita’, un nuovo inizio anche visto che proprio la GF Avesani e’ stata quella che mi ha dato ispirazione a pedalare, il 22 settembre del lontano 2008, quando andai a dare supporto a mio fratello ( articolo ).

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L’idea, pazza, era nata durante il viaggio di ritorno del giro cicloturistico del 2017 (del quale scriverò più avanti), suggeritami da Flavio, il cugino svedese: “perchè non fate da Oslo a Stoccolma ? E’ lunga, ma avrete il vento della corrente del golfo alle spalle”. Subito gli animi si sono accesi e, sebbene per il 2018 la meta fosse già stata pensata, perchè non analizzarla per il 2019 ?

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Lo spunto me lo aveva dato l’amica di Facebook Emanuela, ancora molto tempo fa, per un giro in bici lungo il fiume Sarca, che dalle valli trentine ridiscende ad alimentare il lago di Garda. Dovendo passare un fine settimana nella città di Arco sono andato a spulciare la sua bacheca alla ricerca di informazioni come tracce e consigli, e così ho trovato un secondo giro interessante lungo la strada del Ponale, che sale da Riva del Garda al lago di Ledro, per cui due giorni e due giri in modalità cicloturismo.

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Pochi mesi sono passati dall’ultimo, importante evento artistico che ho avuto il piacere di visitare: “Van Gogh. Tra il grano e il cielo”, svoltosi a Vicenza quando l’idea del giro cicloturistico per il 2018 aveva già preso forma, a grandi linee, nella mia testa e in quella della mia estemporanea accompagnatrice ed ormai ex collega ed era ormai diventata definitiva. Quest’anno si sarebbe andati in Olanda.

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Con colpevole, e cronico ritardo, ecco il riassunto della gara in quel di Vicenza.

Io e Michele partiamo il sabato pomeriggio, come di consueto, per raggiungere il ritiro pacchi gara. Dopo avere parcheggiato ci avviamo al parco e notiamo l’elevato numero di indiani che circola, rimanendone stupidi, ma tutto risulta più chiaro quando, nell’appossimarci agli stand, vediamo che è in corso una festa indiana, con la presenza di centinaia (migliaia ?) di persone di questa nazionalità.

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Su alcuni video ripresi in bici, mi piace aggiungere la visualizzazione dei dati raccolti di velocità, cadenza, battito, potenza. Farlo non è semplicissimo soprattutto per quanto riguarda la sincronizzazione, ma basta un po’ di furbizia e pratica per riuscirci. Chiaramente, visto che si porta via un po’ di tempo, non lo consiglio per tutti i video, ma il tempo è vostro e potete farne ciò che volete 🙂

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Questo e’ il resoconto della mia prima esperienza, datata agosto 2015, come cicloturista.

L’idea nacque nel 2013, leggendo un articolo su un quotidiano online in cui veniva presentato un percorso molto intrigante che univa Parigi a Londra, attraverso una serie di percorsi ciclabili e strade secondarie. Girai l’articolo ad una collega (non avezza ad Internet e ai social, e che quindi non apparira’) che qualche tempo prima mi aveva detto che le sarebbe piaciuto fare del cicloturismo, e subito ne fu entusiasta, poi la cosa decanto’ fino a fine 2014 quando decidemmo di verificare la possibilita’ di avventurarci in questa impresa: il giorno dopo eravamo gia’ in possesso del libro di Alberto Fiorin ‘Parigi – Londra in bicicletta’ (Ediciclo Editore) e a febbraio 2015 c’era gia’ la prima prenotazione effettuata.

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