Con martedi’ 29 giugno si e’ conclusa la stagione 2010 di Aikido. In realta’ la mia si e’ conclusa con la fine di maggio, visto che per la Cunego sapevo che avrei perso la prima settimana e per motivi di lavoro (corso NIC a Bari) pure la seconda, piu’ un altro giorno per motivi personali.
Il 24 giugno ci sono stati gli esami (io li ho dati a fine 2009), e qui potete vedere le foto che ho fatte. Belli, tosti…e vista la temperature direi anche tostati. Il caldo si e’ fatto sentire, ma per fortuna quella sera non e’ stata particolare, tanto che alla pizza in riva all’Adige c’era quasi fresco, ma sul tatami, mancanza d’aria e tensione hanno fatto il loro bel lavoro per complicare la vita degli esaminandi: respiri affannosi, corpi sudati, momenti di pausa rubati tra una tecnica e l’altra hanno caratterizzato le presentazioni delle tecniche.
Dal mio punto di vista e’ stato un anno un po’ complicato, caratterizzato da qualche assenza per motivi di lavoro (fortunatamente mai per motivi di salute per quanto ricordi), ma anche da un buon numero di stage. Gli stage mi piacciono, danno modo di confrontarsi con altre persone, altri modi di vedere le tecniche che, anche quando sono base e fatte centinaia di volte, appaiono sempre nuove.
Ora spazio alla bici (durante il periodo invernale, il martedi’ e il giovedi’ sono dedicati all’aikido ed il mercoledi’ al tennis, quindi per la bici rimane il week end) e al tennis, oltre ovviamente alla moto e alle vacanze πŸ™‚

Oggi ho ripreso, con il ciclismo, tutte le attivita’ sportive: il tennis a fine settembre, aikido inizio ottobre ed ora la preparazione per il 2010 in bici.
Girello classico invernale, nonostante la temperatura primaverile, ovvero Verona, Lazise, gardesana fino a Torri, Albisano, Affi e poi rientro a Verona via Pescantina e Chievo, per un totale di 87 km in 3h40m per oltre 600m di dislivello. Dopo oltre 2 mesi in cui non praticavo seriamente, la fatica si e’ sentita tutta, ed un dolore al ginocchio sinistro mi ha accompagnato negli ultimi 15 km, rallentando parecchio l’andatura. Tutto sommato sono pero’ contento, ora vediamo di mantenere un po’ il ritmo, eventualmente accompagnando la preparazione con sedute di spinning visto che la spinbike ce l’ho (ed e’ attualmente usata come appendiabiti) πŸ™‚
Anche l’aikido sta andando bene, sebbene i risultati siano piuttosto scadenti, ma e’ troppo poco tempo che pratico per cui non ci si deve lamentare troppo, spero solo di riuscire a essere decentemente preparato per l’esame di passaggio di grado il 19 dicembre, magari facendo un paio di stage nel periodo preparatorio.
Il tennis sta dando soddisfazione, non riesco a giocare tanto quanto vorrei, ma i risultati si vedono, riuscendo a divertirmi senza tirare pallate a casaccio πŸ™‚

Torno a scrivere dopo tanto tempo. Cose da dire ne avrei avute parecchie, ma non ho mai trovato lo stimolo di farlo, ben sapendo che comunque i miei quattro (forse) lettori non se ne sarebbero di certo addolorati, d’altronde come dice qualcuno ‘sono piu’ coloro che scrivono i blog, rispetto a quelli che li leggono’ πŸ™‚ Chissa’, forse mettendo qualche donna nuda potrei aumentare le visite, ma non e’ il mio scopo πŸ™‚
Tornando al motivo, o meglio i motivi, di questo post, due cose sono successe in questi ultimi giorni.
Il primo e’ stata la partecipazione al mio primo stage di aikido presso il dojo di Pordenone. Dopo quasi tre anni devo dire che era giunta l’ora, sebbene gli stage precedenti li avessi saltati per motivi non dovuti alla mia volonta’. E’ stata un’esperienza molto interessante, sicuramente da ripetere al piu’ presto per vari motivi. Innanzitutto la presenza del Maestro Fujimoto che ho visto per la prima volta in azione dal vivo, poi l’impegno di due giorni (niente a che vedere con lo stage estivo di Laces), ma la cosa che maggiormente colpisce e’ il confronto con praticanti di altri dojo: mentre con i propri colleghi di dojo ci si conosce e oramai si tralasciano numerosi particolari, sentirsi dire che si sbagliano dei fondamentali fa male, piu’ dei Kotegaeshi, ed in questo senso sono uscito pieno di lividi πŸ™‚ L’impatto del primo giorno e’ stato parecchio traumatico, il secondo meno da un punto di vista emozionale, ma pari da quello delle capacita’ tecniche che sono nel mio caso, piuttosto limitate. Ma c’e’ ancora, spero, del tempo per lavorarci ed affinare. Ora vedo se riesco a ripetere a breve distanza quest’esperienza che ha lasciato un grosso desiderio di migliorare.
Il secondo evento e’ stata la decisione di tentare di prepararmi per il percorso breve della Granfondo Damiano Cunego: sicuramente il lungo (ma anche il medio) e’ e rimarra’ irraggiungibile, vediamo se con un po’ di tempo riesco a preparare qualcosa, senza la ricerca di un risultato ma solo dell’arrivo.
Ho iniziato qualche settimana fa con qualche uscita sul piano, giusto per muovere un po’ le gambe, ieri sono riuscito a fare una prima salita (risibile da chi pratica ciclismo anche domenicale), ma tant’e’ molto importante per il morale. Vediamo se riesco a fare queste due uscite settimanali che mi sono preposto e soprattutto se saranno sufficenti a raggiungere una preparazione minimale per l’obiettivo preposto: al massimo mi infilo in un bar a bere sambuca πŸ™‚