Inizio stagionale oggi alla GF 3laghi e devo dire, un inizio col botto. Si’ perche’ ai -15km dall’arrivo, su un tornante in discesa ho perso l’anteriore e sono rovinato a terra. Ero fermo per cui me la sono cavata con una botta al fianco destro (il solito) ed alcune abrasioni. Ah, e qualche capo d’abbigliamento nel cassonetto.
Ma partiamo con ordine. Sabato pregara con viaggio in quel di Polpenazze (BS) con il fido capitano, mio fratello Michele, sotto un cielo incerto, alcun gocce d’acqua ed un forte vento. ‘beh, secondo me e’ peggio se c’e’ questo vento, forse e’ meglio la pioggia’: la prossima volta sto zitto. Ad ogni modo, giunti a Polpenazze giriamo un po’ (non che il paese sia grande) finche’ controllo sul sito via cellulare e mi accorgo che si deve andare a Prevalle (BS). Ah beh, cominciamo bene πŸ™‚
Giunti nel posto corretto, la fila per ritirare i pacchi gara e’ formata da due persone, io e mio fratello per cui ritiriamo il sacchetto del supermercato dopo aver comunicato alla signora addetta la misura delle nostre mutande, e ci avviamo all’auto per il ritorno. Pettorali 114 e 115: UAO…mai partiti cosi’ avanti πŸ™‚ Devo dire che almeno nelle iscrizioni e pagamenti sono veloce πŸ™‚
Il pacco gara e’ veramente…un pacco…secondo me si dovrebbe evitare e dare i soldi in beneficenza, ma tant’e’…l’anno scorso c’era un bottiglietta d’acqua.
Domenica mattina sveglia alle 5, preparazione, recupero del compagno e via. Piove, stranamente, ma non c’e’ tanto vento. Arriviamo giusto in tempo per espletare le ultime formalita’ (sosta bagno), vestirsi ed entrare in griglia cinque minuti prima del via. Breve attesa e si parte, sotto una pioggerellina meno forte rispetto all’anno scorso ma sempre fastidiosa, e poi secondo me c’e’ piu’ freddo. L’idea e’ di prenderla come un allenamento (era balenata pure l’idea di non partire, ma la nove colli incombe e non si puo’ perdere l’allenamento del week end), per cui non spingiamo e non spinge mio fratello, nonostante la sua abitudine a recuperare e saltare di gruppo in gruppo, ed infatti i piu’ veloci sono gia’ abbastanza avanti quando entriamo in gardesana. La strada sarebbe scorrevole e leggermente in discesa, ma ad un certo punto un vigile ci urla ‘gasolio sulla strada’ e da li in poi, per parecchi chilometri fino all’imbocco della prima salita c’e’ visibilissima una striscia larga e variopinta, estremamente scivolosa e pericolosa che in un paio di occasioni si fa sentire. Arriviamo alla salita dove iniziamo ad andare al nostro ritmo e cosi’ proseguiamo. Un po’ allungo, solo in un paio di punti inizio ad essere stanco, una stanchezza sia fisica che mentale, essendo partito non troppo convinto dei miei mezzi.
Non c’e’ molto da segnalare nei chilometri successivi, solo che ad un certo punto decido di allungare un po’ di piu’ fino al ristoro dove mi fermo: al solito la ripartenza (siamo nel punto piu’ alto probabilmente, e c’e’ freddo) e’ un momento critico perche’ il sudore (che nonostante la pioggia ha bagnato l’interno) si raffredda.
Discesa facendo molta attenzione e successiva salita pedalabile anche se la precedente si fa sentire, e passa senza grossi problemi.
Nel tratto di strada in falsopiano successivo nessuno nel gruppo che abbiamo raggiunto si mette a tirare per cui passo avanti e faccio la mia parte, poi chiedo il cambio e nessuno si fa avanti, tengo la testa bassa e continuo; al termine del falsopiano ed inizio salita mi rendo conto che siamo rimasti in tre, io e altri due sconosciuti, mentre mio fratello e’ rimasto un po’ indietro e con questi faccio la salita che si rivela piuttosto lunga ed arrivo in cima ormai al limite. Alla successiva discesa, su un tornante, vedo il fotografo e cerco di fare una bella curva e…patatrack…cado all’interno perdendo la ruota anteriore. Un compagno di avventura che era dietro qualche decina di metri mi chiede se va tutto ok, rispondo positivamente e ripartiamo. Li a destra c’e’ un altro ciclista, a terra, vedo la bici senza la ruota anteriore e senza nemmeno la forcella: tiro dritto per non perdere la compagnia, ed iniziamo a menare bene per recuperare i due fuggitivi, prendendone uno poco dopo, il terzo e’ troppo avanti e lo vedo un paio di tornanti sopra di me nella successiva salita. La gamba non fa male, dopo i primi due chilometri non da piu’ fastidio.
Ultimi chilometri fatti a tutta, perdo il compagno e raggiungo quello che vedevo avanti a me, con il quale faccio l’ultimo pezzo di corsa, sopravanzandolo prima del traguardo.
Arrivo 174/231 coprendo i 108km in 4:06:08, mio fratello un paio di minuti dopo.
Da segnalare il tizio che si e’ fatto seguire dall’auto di appoggio che non si e’ sdegnata di tirare qualcuno in salita: che senso ha ? Non stai lottando per niente se non con te stesso per ricavarne soddisfazione personale, e ti fai tirare ? Mah, contento tu…
Ed ora avanti con la prossima (che non ricordo quale sia, probabilmente la nove colli), c’e’ tanto da lavorare e cosi’ poco tempo πŸ™‚

Ieri, per la prima volta, ho fatto la gara alpini di MTB. Ho saltato Locara quest’anno per vari motivi, uno dei quali era che la mia vecchia Specialized non la ritengo piu’ abbastanza sicura per portare a termine un’uscita minimamente impegnativa, per cui quest’inverno e’ diventata la ‘bici da rulli’.
La gara degli alpini e’ un evento annuale che organizza la mia squadra ASD VeronaBike, e complice anche il fatto che siamo un po’ pochini, ho voluto dare un mio contributo facendo numero, e quindi via la gomma posteriore liscia e rimontato quella tacchettata, cosi’ la Specy e’ tornata abile e arruolata.
Uscita venerdi’ sera per testare se non ci fossero pezzi da perdere per strada, sabato vado a vedere di dare una mano nella preparazione, ma a parte appendere alcuni striscioni il grosso e’ stato fatto dagli altri: bravi, soprattutto Paolo che ha tenuto le fila con l’associazione alpini di Sona. Niente pacchi gara da ritirare in questa occasione.
Domenica mattina decido di andare in auto, saltando l’invito di mio fratello di andare insieme ad un gruppo direttamente in bici, cosi’ ne approfitto per dormire un po’ di piu’: decisione azzeccata visto che ho dormito poco e male. Scendo, carico la bici e parto. L’idea e’ di prenderla ‘alla buona’, il percorso non presenta difficolta’ tecniche (che io non saprei affrontare vista la mia inettitudine alla guida in fuoristrada), si tradda solo di menare. E testare la gamba in vista di domenica prossima, esordio nelle granfondo. Lungo la strada pero’ incrocio un paio di bikers che stanno andando in bici, ne incrocio un altro paio in senso contrario in auto con il mezzo sul tetto, e l’adrenalina inizia a salire: non ci posso fare nulla, e’ cosi’ πŸ™‚
Mi vesto e mi presento al via: siamo in quasi 530 partenti, di tutti i tipi: dagli sfegatati che vengono a passare una giornata senza troppe pressioni sul risultato, ai genitori con bimbi al seguito. E’ bello, questo e’ lo spirito giusto per una gara ‘da alpini’.
Stiamo per partire, noi della squadra siamo in mezzo a tutti gli altri e quando ci si inizia a muovere vengo preso alla sprovvista: devo avviare il client di endomondo…mi fermo dopo 10 metri, perdo 30 secondi abbastaza per finire piuttosto indietro e perdere il contatto, anche visuale, con la squadra. Pazienza. Inizio a pedalare, recupero un po’ di posizioni. Il primo ad essere riacciuffato e’ Paolo che, in sella al tandem con una ragazza manca poco che si metta a descrivere le bellezze del paesaggio e a fare da cicerone sulla storia del luogo, dei vini (pur essendo astemio) e della gastronomia. Continuo a superare, mi aggrego a qualcuno veloce piu’ o meno come me. Il percorso e’ piuttosto facile, in mezzo ai campi, niente strappi se non qualche salitella. Il primo giro del percorso lo faccio abbastanza affannato, il secondo meno, mi metto assieme ad un gruppo e quando vedo avanti qualcuno lo vado a prendere. L’unica cosa che non mi piace e’ un rivolo di liquame che attraversa il percorso πŸ™‚ E’ piccolo, sara’ largo quattro centimetri, ma abbastanza per alzarne qualche goccia che si fa sentire addosso πŸ™‚ Oh, i bikers suppongo si limitino ad amare il fango, non i suoi simili !!! πŸ™‚
Tempo totale: 1:54:51, mi sono divertito anche se sono sempre piu’ convinto che, nonostante l’impegno di quest’inverno la preparazione sia piuttosto scarsa. Di certo i percorsi lunghi, anche per quest’anno, me li sogno.
La traccia Endomondo