Alla fine e’ arrivata, una Focus Cayo 2.0 montata Ultegra πŸ™‚
Ci ho pensato sopra a lungo, indeciso se tenere la fidata Lee Cougan di oltre 10 anni, se prendere un usato o puntare sul nuovo. L’indecisione e’ durata qualche settimana, ma poi ho preso la decisione di andare su una bici nuova: misure giuste, componentistica non usurata, garanzia e niente sorprese, oramai rimanere sul vecchio mezzo stava diventando problematico, non tanto per la bici in se’ che faceva onestamente il suo lavoro, quanto per i continui problemini, allo sterzo, al movimento posteriore, al cambio e al deragliatore, in piu’ era molto rumorosa proprio nella guarnitura anteriore e lo sferragliare stava diventanto…fastidioso πŸ™‚
Quindi eccola qui, la mia nuova compagna di giochi e di avventure, pronta a stare al mio fianco (in realta’ sotto) per altri numerosi chilometri di salite e di discese, di sfide con me stesso, di vittorie e di sconfitte, ma sempre cercando di essere soddisfatto della prestazione.
Chissa’…se me lo fossi chiesto tre anni mi sarei dato del pazzo, oggi mi e’ sembrata una scelta piu’ che ovvia.

Inattesa, inaspettatamente dura e ottimamente organizzata. Questo potrebbe essere il riassunto dell’edizione 2011 di questa Gran Fondo.
Inattesa in quanto non era prevista nel ‘calendario’ personale, infilata dentro lo scorso week end in fretta e furia e pagando il supplemento ‘ritardatario’, nonche’ guadagnandomi l’entrata in ultima griglia; inaspettatamente dura perche’ sebbene fosse una decina di chilometri in meno della Cunego e con circa 200m in meno di dislivello, le due cose messe insieme hanno dato una sferzata alla ‘cattiveria’ delle salite, che presentavano tratti piu’ impegnativi rispetto alla gara dedicata al ciclista di Cerro; ottimamente organizzata perche’ non ho rilevato problemi di sorta, veloci alla consegna del pacco gara, ottima dislocazione sul percorso, strade tutto sommato buone (ma non dipende dall’organizzazione) e ottimi ristori durante e post gara.
Sveglia alle 6.00, ultimi controlli e via verso quel di Brentino Belluno: oggi sono da solo. C’e’ gia’ movimento, ciclisti in fase di riscaldamento nonostante manchino piu’ di 40 minuti al via, fissato per le 8.30, auto che arrivano e cercano parcheggio, cittadini incuriositi (o incazzati) alle finestre. Mi avvio verso la griglia passando davanti al via, allungo gli occhi per vedere se vedo qualcuno da salutare ma stranamente non noto Gabriele Orsi (arrivera’ 13mo assoluto sul lungo), solitamente piuttosto in anticipo, sfilo camminando il serpentone delle transenne, le griglie sono presidiate anche dai militari per cui nessuno si lamentera’ dei soliti furbi. Cerco Roberto Ghilardini sempre per dargli un cenno di saluto, ma non vedo nemmeno lui, nel frattempo Gabriele mi passa a fianco in senso contrario giusto per un ‘Ciao Gabri’. Incontro un altro paio di amici, Alberto e Giancarlo, con i quali scambio due parole e poi via, in fondo, ma proprio in fondo, ai partenti πŸ™‚ Il primo pezzo e’ tutto da fare in velocita’, spero che ci sia qualcuno con la voglia di tirare un treno anche qui dietro, non trovarlo significherebbe perdere un sacco di tempo solo per arrivare a Domegliara. Fortunatamente prima del via le griglie vengono un po’ compattate, quindi posso addocchiare qualcuno da agganciare.
Via…i pedali iniziano a girare, mi sento abbastanza bene per cui salto da un treno all’altro, cercando di trovare qualcuno con il ritmo giusto e la strada corre veloce fino alla salitella di Zuane, la faccio bene non certo come l’ultima volta quando avevo 140km nelle gambe, poi sempre in velocita’ si arriva a Domegliara, dove, passato il paese, mio fratello, la Federica e Andrea (tutti Verona Bike – Sportler) mi attendono per accompagnarmi nelle successive salite.
La prima e’ quella verso Mazzurega, non impossibile ma con dei tratti un po’ piu’ impegnativi, in particolare il primo chilometro. Un dolore al gluteo che mi e’ uscito dopo la Cunego inizia a darmi fastidio, prendendo anche il ginocchio…faccio finta di non sentirlo, cambio la pedalata andando piu’ a fondo con il tallone e pare che la situazione migliori un po’. Arrivati sopra inizia la discesa verso Fumane, bellissima e veloce, come piace a me.
La seconda salita, quella vera, e’ quella che sale a cascate del Molina in una cronoscalata dedicata al Cannibale, e poi proseguire fino a Fosse. E’ una salita strana, con tratti piuttosto duri, mai troppo semplice in cui e’ importante recuperare nei brevi tratti in cui diventa piu’ pedalabile. La gente e’ tanta, il ritmo buono, il gluteo continua a farmi male, in genere e’ sopportabile, ma a volte mi fa venire la malsana idea di lasciar stare e rientrare, ma fortunamente la testa riesce a cacciare indietro questi malsani pensieri.
A Fosse si gira per Sant’Anna d’Alfaedo su un altro tratto in salita ma su cui si va piuttosto veloci e noto con piacere che da un po’ non sento piu’ dolore alla gamba, segue poi una veloce e breve discesa, per poi risalire di nuovo a Fosse. Il grosso e’ fatto. Giu’ in picchiata lungo la Peri-Fosse, mi diverto come un matto a sorpassare gruppi di ciclisti, mettendo un po’ a frutto anni e anni di moto, tirando le staccate πŸ™‚
In fondo valle, mancano 10km eppure Rivalta e’ dall’altra parte dell’Adige e c’e’ un comodo ponte proprio qui davanti πŸ™‚ Trovo due persone (mi pare della Turnover) cui chiedo se posso attaccarmi a ruota, cenno positivo e via, a tutta per l’ultimo tratto, poi arrivano altri che si agganciano dietro fino a formare un bel gruppo. Sto bene, la gamba va tranquillamente e riesco a rilanciare nei momenti in cui qualcuno cerca di allungare il passo.
Al cartello del -1km la gomma davanti inizia a molleggiare, segnale inequivocabile di una foratura, ma non voglio mollare il gruppo per cui continuo a spingere; l’ultima curva secca a 50m dal traguardo la prendo con mille attenzioni, cadere e’ un attimo ma alla fine, pur con la gomma praticamente a terra riesco a tagliare il traguardo: 3h15m39s di real time
Riconsegno il chip (coda causa problemi tecnici pare, ma una volta che si sono decisi di dare i soldi senza troppi controlli si va via veloci), spingo la bici per oltre un chilometro fino alla macchina, carico armi e bagagli e me ne torno a casa, soddisfatto e contento come una Pasqua, canticchiando le canzoni che passa la radio. Il gluteo ricomincia a farsi sentire, e continuera’ a farlo per il resto della giornata πŸ™‚ ma ormai non mi interessa piu’.

Dopo la nove (in realta’ quattro) colli e la Cunego, questa domenica sarebbe toccato all’esame di Aikido per passare a III kyu, purtroppo il maestro non mi ritiene abbastanza pronto oppure non ho raggiunto il numero minimo di ore, per cui e’ saltato. Peccato, ma forse e’ meglio cosi’, ho modo di prepararlo meglio per la prossima volta, in effetti i problemi al deltoide mi impediscono di praticare bene sia da tori che da uke, per cui non imparo e non faccio imparare e penso piu’ a non sentire il dolore alla spalla che non a concentrarmi su quello che devo fare.
Fortuna vuole che in bici il dolore non si senta affatto, giovedi’ non riuscivo nemmeno a muovere il braccio e ho dovuto gestire il mouse con la mano sinistra perche’ solo spostare il braccio tra tastiera e mouse nel normale ciclo lavorativo comportava fitte insopportabili, ebbene sono uscito in bici nel tardo pomeriggio, ho fatto
una salita piuttosto tosta
senza accusare alcun problema…evidentemente il mio modo di andare in bici comporta uno scarso uso delle braccia anche in salita o del deltoide in particolare.
…e cosi’ cambio di programma, e per domenica 12 giugno mi sono iscritto al medio della GF Eddy Merckx che parte da Brentino Belluno, 85km con 1700m di dislivello. La novita’ e’ che saro’ da solo (si fa per dire visto che ho il pettorale oltre il 2000 πŸ™‚ ), pero’ non ci sara’ mio fratello, ufficialmente, ma dovrei trovarlo all’inizio della salita di Mazzurega, cosi’ mi fara’ da gragario πŸ™‚ (lui ? a me ? πŸ™‚ ) diciamo che mi fara’ compagnia e mi dara’ il ritmo. Le strade bene o male le dovrei conoscere, a parte forse l’ultimo tratto della terza salita, ma non dovrebbero esserci sorprese. Ed il meteo si sta sfogando oggi, per cui prevedo gara asciutta πŸ™‚

Ieri ho fatto la mia terza GF Damiano Cunego, la seconda sul percorso medio di circa 90km ed un dislivello di 1900m.
Le premesse non erano delle migliori sia dal punto di vista organizzativo che meteorologiche, le prime si sono confermate le seconde parzialmente smentite. Ma veniamo con ordine.
Gia’ da alcune settimane su uno dei principali siti dedicati al ciclismo e alle granfondo c’era del malumore circa l’organizzazione. Il sito ufficiale e’ a dir poco scarno, con poche informazioni utili, manca una cartina seria (la scansione di una cartacea con colorazione del percorso non e’ da considerarsi seria in un’epoca di mappe digitali) e relativa altimetria fatta bene, manca la traccia GPS dei percorsi, mancano i punti di ristoro e di assistenza meccanica; insomma per chi viene da fuori e non conosce le strade si trova un po’ (tanto) in difficolta’. Si spera che con il passare del tempo la situazione vada a migliorare, io stesso scrivo una mail agli organizzatori dicendomi disposto di fare le tracce GPS se solo mi avessero detto chiaramente quali erano i percorsi ma senza ottenere risposta. Grande apprensione poi per la partenza dalla zona stadio, quando il percorso e’ dall’altra parte della citta’ e dall’altra parte del’Adige, con gravi problemi di viabilita’ a causa della manutenzione ad un ponte.
Si sperava, io lo speravo, perche’ la considero la gara di casa, la prima cui abbia partecipato e quindi la sento un po’ mia e vorrei che facesse bella figura. Invece.
Invece i problemi sono iniziati sabato con la consegna delle buste tecniche (quelle con i buoni ed il chip cronometraggio) che ha richiesto un bel trenta minuti di coda in un ambiente caldo e affollato, poi altri trenta per ritirare il pacco gara (questo molto buono, con anche una bottiglia di Valpolicella superiore ripasso, su cui pero’ potevano mettere la foto di un Damiano Cunego con la maglia 2011…), questo accade quando quasi 4000 potrebbero (alcuni vengono solo al mattino seguente) arrivare a ritirare il materiale nelle tre ore e mezza del regolamento. Dopo un’ora me ne esco sudato sperando che insomma, i disagi finiscano qui.
Al mattino arrivo con mio fratello, ed entro in griglia, quest’anno ben presidiata la mia, ma ho letto che nelle griglie piu’ indietro ci sono stati comunque dei problemi. Alle 9.00 si parte, il meteo presenta un bel soletto che fa sperare per il proseguo della giornata, la velocita’ dovrebbe essere controllata per i primi km durante l’attraversamento della citta’ fino ad arrivare nella zona del via ufficiale del cronometro ma ovviamente non tutto va come dovrebbe…velocita’ elevata (se si vuol fare una passerella va bene, ma non ai 40km/h…sul pave’), gente che dalle retrovie iniziava a recuperare posti superando le griglie davanti vanificando l’operato iniziale, alla fine si passa ai 45km/h sul tappeto cronometraggio praticamente rimescolati.
Si parte subito a tutta, io che odio le partenze al fulmicotone soffro anche se un po’ meno grazie al trasferimento che mi ha dato modo di far girare un po’ le gambe, ma sulla tangenziale di Grezzana sono gia’ fuori soglia πŸ™‚ e comincio quindi a calare, mio fratello l’ho perso da un po’. Saluto Ghilardini, un atleta del team Iaccobike conosciuto su Facebook che con enorme generosita’ sta tirando un gruppo controllando e spronando: lo lascio andare, il suo treno Eurostar non va bene per un regionale come me πŸ™‚
Inizia la cronoscalata Berner, sono deciso a farla bene, non soffro eccessivamente il tratto piu’ ripido ed alla fine concludo i circa 10km in 00:46:51, un po’ meglio dell’anno scorso. Speravo di essere migliorato molto di piu’, evidentemente non e’ cosi’ πŸ™‚ pazienza πŸ™‚ Subito dopo inizia la discesa e subito notiamo a terra un ciclista, finito rovinosamente contro un’auto nella corsia opposta…
Proseguiamo, affrontiamo la salita successiva verso Erbezzo quando per circa un chilometro e mezzo arriva uno scroscio d’acqua molto intenso a raffreddare i bollenti spiriti, ma dura poco e lascera’ come strascico solamente una certa umidita’ nelle scarpe πŸ™‚ Breve ristoro per poi proseguire ancora, Bosco Chiesanuova, Valdiporro, la salita di San Francesco che rompe sempre le scatole e poi giu’ a tutta verso Velo Veronese e San Mauro da dove parte l’ultima salitella verso San Rocco e poi giu’ per il rientro e allo stop del cronometro sempre in zona Montorio: 3:25:43
Altra bella sorpresa…l’assoluta mancanza di qualsiasi tipo di ristoro all’arrivo, nemmeno una bottiglia d’acqua, dei sali, niente…si doveva prendere e tornare allo stadio. Qualcuno si e’ lamentato per la scarsa presenza di indicazioni, effettivamente io e mio fratello abbiamo guidato un gruppo fino alla zona stadio. Niente pasta party per me che ho preferito andare a casa, qualcuno ha lamentato la carenza di personale e razioni poco abbondanti, altri invece non hanno avuto nulla da lamentare.
Quindi ? Io mi sono divertito, come sempre, perche’ non mi interessa la classifica quindi se anche’ all’avvio le griglie si mescolano non ho alcun problema, era poco sicuro probabilmente fare le strade del centro in un gruppo unico a quella velocita’, meglio suddividerlo e partire scaglionati per griglie a velocita’ imposta piu’ bassa. L’agonismo e’ tanto, troppo, e se puo’ essere giustificato per chi parte in griglia rossa, visto che hanno la scorta, di certo non vale lo stesso per chi e’ in posizione 2000 e passa un’ora o due dopo i primi: le strade sono aperte al traffico e serve accortezza, senza voler strafare o tagliare le curve.
L’organizzazione ha sbagliato su vari fronti, doveva essere l’anno del rilancio dopo i problemi del passato, invece secondo me hanno un po’ peggiorato la situazione e la fama nel cuore di chi viene da fuori (e non solo): le strade sono meravigliose ed i panorami pure, ma da soli non bastano ad attirare pubblico. Forse sara’ meglio cosi’ ed una GF con 800 persone sara’ piu’ gestibile, pero’ sarebbe un peccato perdere per strada tanti estimatori. Il mio modesto suggerimento e’ di aprirsi di piu’ al popolo delle due ruote, magari organizzando un forum sul sito, gia’ domani, in cui raccogliere anche e soprattutto le proteste, analizzarle e vedere se e come migliorare, sono convinto che i primi organizzatori che lo faranno otterranno un successo strepitoso, anche perche’ se qualcosa non si puo’ fare almeno si rende partecipi i pedalatori di questi limiti.
Un grazie, come sempre, a mio fratello che avrebbe dovuto avere carta bianca per farsi la sua GF ma che invece, reduce dal Marathon della Lessinia Legend, non e’ riuscito a recuperare la gamba, e quindi ha optato di fare il medio con me πŸ™‚ Ma l’anno prossimo e’ gia’ scritto: lungo alla nove colli e lungo alla Cunego…a costo di arrivare al traguardo spingendo la bici πŸ™‚