Eccomi qui, con quasi una settimana di ritardo, a raccontare com’e’ andata la mia seconda gran fondo (in realta’ il circuito fondo da poco meno di 89 km), ritardo dovuto a motivi di lavoro.
Tutto ha avuto inizitio il sabato pomeriggio, con il ritiro del pacco gara, che ritengo molto buono: zainetto (economico), bottiglia di vino, borraccia vuota, integratore di carboidrati, barretta energetica, un berretto ed un paio di calzini. Considerato il miserrimo pacco gara della Lessinia Legend del mercoledi’ prima, una cuccagna πŸ™‚
Andiamo presto, ma c’e’ gia’ un sacco di gente, atmosfera allegra, per me inizia gia’ l’ansia, non sono abituato πŸ™‚ e poi vedere tutte queste gambe depilate, polpacci e quadricipiti che hanno macinato migliaia di km…mi sento un po’ fuori posto. La location e’ stata cambiata in fretta e furia per ordine del Comune, probabilmente per paura che, dopo il Giro d’Italia, bloccare nuovamente le strade della citta’ avrebbe dato troppo fastidio alla cittadinanza, ma secondo me non e’ poi cosi’ male.
Arriva quindi la domenica mattina. Per la prima volta mi alzo presto per fare colazione, voglio vedere se ottengo un beneficio: quindi sveglia alle 5.30, colazione con the’, fette biscottate e nutella e poi di nuovo a letto.
Sveglia alle 7, preparazione, e poi mi dirigo in bici verso la zona di partenza.
C’e’ gia’ un sacco di gente, alle 8.15 del mattino, le griglie sono piene, gente festosa, odore di creme e unguenti. Attendo, fuori griglia, tanto non ho alcuna velleita’ di classifica ed e’ gia’ tanto se riesco a portarla a termine senza sputare un polmone. Alle 8.45 l’altoparlante gracchia ‘si prega a chi e’ in griglia di tornare indietro’: ci saranno almeno mille persone, completi di bici, pronti al via, e non e’ comprensibile la richiesta: fischi si alzano dalla massa di ciclisti. Mi metto in griglia pure io, assieme a mio fratello che, per questa occasione si mette a mia disposizione per fare insieme il percorso. Fa caldo, il sole inizia a picchiare, i primi iniziano a muoversi, poi i secondo e poi via via il serpentone prende vita ma, arrivati all’incrocio, invece di tirare dritto come prevederebbe il circuito, si gira a destra, poi ancora a destra e poi ancora a destra, per tornare al punto di partenza πŸ™‚ In sostanza per rifare le griglie fanno fare il giro dell’isolato: scopo forse raggiunto, ma creano ulteriori casini. Comunque, dopo un’altra attesa si riparte ma, qualche km dopo altro stop. Secondo me i mezzi dello staff sono rimasti indietro e li aspettiamo mentre fanno un’altra strada. Il caldo aumenta ma almeno riesco a sciogliere un po’ la tensione.
Finalmente si parte seriamente, cerco di tenere il ritmo di mio fratello davanti a me, ma i primi chilometri sono sempre molto difficili, perdo un po’ contatto, cerco altri con un ritmo piu’ adatto al mio, mentre mio fratello ogni tanto rallenta per aspettarmi. Molte forature: l’anno scorso e’ toccato a me, e spero che questa volta vada tutto liscio, anche se mi sono premunito per benino: camera d’aria di scorta ma anche pezze TipTop e mastice πŸ™‚
Inizia la prima, lunga salita, comprensiva di cronoscalata. Nel test di un paio di settimane prima l’ho fatta in circa 1h05m, ma sento di avere un buon ritmo ed anche il tratto piu’ duro riesco a superarlo senza entrare troppo in affanno. I chilometri della salita passano, mio fratello non si vede se non quando rallenta per farsi raggiungere poco prima dello strappo dei Ronconi: lo raggiungo, e poco prima del termine della cronoscalata gli faccio un bello scherzetto: scatto e gli rubo la cronoscalata per due decimi di secondo πŸ™‚ Tempo: 52m31s34d
Inizia poi il saliscendi verso Erbezzo, qualche strappo e poi breve ristoro.
Si riprende in direzione BoscoChiesanuova, altri strappetti di qualche centinaio di metri, ma la gamba risponde bene, molto bene e via verso Valdiporro, discesona con qualche curva pericolosa, e poi salita verso San Francesco, costante e pedalabile. Arrivati a San Francesco si prosegue con uno strappetto verso Camposilvano, per scollinare e scendere verso Velo Veronese e qui la sorpresa: discesa piuttosto tecnica, con un susseguirsi di tornanti fino al bivio fondo/granfondo e salita…salita che non avevo previsto nel giro d’ispezione un paio di settimane prima…la prima idea e’ che sia la stessa salita che avevo in programma, ma presa un po’ piu’ a valle, ma con il proseguo della salita mi rendo conto che no, e’ proprio un’altra, il caldo si fa sentire, il sole picchia piuttosto forte e la salita e’ abbastanza tosta (e lunga), ma lassu’ vedo una strada, sicuramente dove termina questo tratto. Arrivo abbastanza provato, mio fratello e’ li che mi aspetta dopo avere allungato giocando un po’ con se stesso, e sono convinto che d’ora in poi sara’ discesa ma mi rendo conto che la strada su cui siamo sbucati non e’ esattamente quella prevista e un dubbio si insinua, dubbio che dopo pochi chilometri si materializza con San Mauro: c’e’ un’altra salita da fare, quella che avevo provato.
Dopo la discesa passato San Mauro, ecco l’imbocco della salita, la terza e ultima. Le gambe sono stanche, le borracce iniziano ad essere vuote, il loro contenuto fa gia’ parte dell’atmosfera. Pedalo e poco prima dello scollinamento iniziano ad arrivare i primi del percorso lungo. Cerco Senna977, non vedo alcuna maglia nera della Cervelo: peccato, volevo incitarlo un po’ dovo avere letto delle sue imprese sul web (il giorno dopo scopriro’ che ha cambiato maglia). Comunque scollino, accompagnato da mio fratello che anche in questa occasione si e’ fermato ad aspettarmi, non mi fermo al secondo ed ultimo ristoro, oramai la testa e’ all’ostacolo successivo: una salitella, o piu’ un falsopiano, di poche centinaia di metri, ma che dopo i chilometri precedenti assume un diverso grado di difficolta’. Lo passo, ed inizia la discesa, sempre attaccato alla Wilier Le Roi di mio fratello, fino al piano e via verso Montorio sul filo dei 40km/h. Le gambe urlano che non ce la fanno piu’, chiedo di rallentare un po’, ma la risposta e’ un mantenere il ritmo. Sento che dietro ci sono degli intrusi, altri che succhiano la ruota, mancano un paio di chilometri, forse meno; incrociamo un atleta Verona Bike in panne, peccato. Poco dopo arriva un treno di qualita’, formato dal secondo gruppo di testa del gruppo, il loro ritmo e’ decisamente superiore e mio fratello decide di aggregarsi e mi lascia libero di rallentare.
A circa 600/800m dall’arrivo eccolo li’ mio fratello, con il tubolare posteriore sgonfio…senza rallentare gli allungo la pompa pensando che potesse essere sufficente: non lo sara’…il tubolare e’ esploso in una buca della strada: arrivera’ mestamente spingendo la sua Le Roi.
Gli ultimi chilometri miei sono un bel susseguirsi di emozioni, in particolare soddisfazione: mai avrei pensato di arrivare a questo livello, per molti un livello basso, quasi infimo, ma per me impensabile solo un paio d’anni fa, e a dire il vero anche qualche mese fa, quando ho ripreso a fare qualche salita dopo la pausa autunnale e le uscite invernali.
Alla fine: tempo finale 4h04m03s75c, 1507mo su 1944. Sono molto contento πŸ™‚
Un grazie ovviamente a mio fratello che mi ha seguito e sostenuto per tutto il percorso πŸ™‚