Come chiusi il 2012? Con una frase che, nella sua brevita’, racchiudeva un po’ il rammarico di un’annata: ‘Non ho mantenuto il buon proposito di fare qualche lungo, anzi, non ho fatto nemmeno quello della South Garda Road (si veda il post dedicato), ma chissa’ che per il 2013 non ci riesca: l’obiettivo e’ sempre il lungo della nove colli, fregandomene altamente del tempo :)’
Ebbene, con grande soddisfazione posso dire che finalmente ci sono riuscito: ieri 19 maggio 2013 ho portato a casa un lungo, e che lungo…proprio quello che inseguivo e che avevo posto come obiettivo ‘massimo’ della mia carriera di pedalatore (lasciamo il termine ‘ciclista’ a chi veramente lo merita), ovvero coprire i 209km per oltre 3800m di dislivello della GF Nove Colli. Il tempo di circa 9h23m conferma il mio ‘fregandomene altamente del tempo’: l’obiettivo non era il tempo, era arrivare in fondo e fino all’ultimo…beh ma procediamo con ordine, la cronaca.
Parto con mille dubbi a causa della preparazione un po’ cosi’. Il meteo non ha lasciato molte possibilita’ di uscire ed infatti di km nelle gambe ne ho pochi e soprattutto e’ molto poca la salita, basti pensare che di quest’anno non sono mai andato sulla mia amata lessinia ed il giorno in cui ci sarei potuto andare ho rotto la catena. Ho sopperito portando la spinbike (che uso al posto dei rulli) in garage, ma non puo’ di certo bastare come preparazione, mancano le uscite lunghe, manca il fondo, mancano le salite. E lo so, in bici nessuno corre, ma basta guardare ai miei tempi su strava.com per capire che non sto bluffando e le statistiche indicano un impietoso -20%.
Io e mio fratello partiamo per Cesenatico, lui un po’ piu’ in ottica di fare il lungo o almeno dare una possibilita’ al pensarci, tanto che scambia qualche parola con gli amici del gruppo SPK-Patos (che puntano ai 200km) per partire insieme e decidere poi il da farsi.
Sabato di ritiro pacchi gara, ma il freddo ed il vento non ci danno una grande voglia di andare a vedere gli stand per cui ben presto ce ne andiamo a letto, il mio post su facebook e’ piuttosto emblematico: ‘gran vento, che non spazza via i dubbi. Vedremo di divertirci’.
Al mattino il vento sembra essere cessato, il cielo pare sgombro dei nuvoloni neri minacciosi del giorno prima, insomma…a parte il freddo che combattiamo indossando sopra la divisa estiva (a parte l’intimo di cotone da mezza stagione) le tute da imbianchini usa e getta e entrando in griglia come dei fantasmi…qualcuno ci avra’ sorriso alle spalle ma pazienza, si stava cosi’ caldini che quando l’abbiamo tolte ci e’ dispiaciuto ๐Ÿ™‚
‘Allora che facciamo ?’ – ‘Boh’ – ‘Se non facciamo il lungo quest’anno…senti stiamo con i Patos, e vediamo come va, sul Barbotto decidiamo’. Il che significa tenere un ritmo meno forsennato nella prima parte e cercare di capire poi il da farsi.
Al via (avvenuto circa 30 minuti dopo i primi, essendo in griglia rosa) stiamo con i nostri amici veronesi, a circa 40km/h, senza passare di gruppo in gruppo alla ricerca del piu’ veloce, ma adattandosi un po’, quando due dei Patos iniziano a prendere il largo. Cerchiamo di chiudere un po’ ma poi si capisce che stanno andando per i fatti loro (avevano detto chiaramente che volevano cercare di fare la loro azione) e li lasciamo andare. Prendiamo quindi la prima salita, il Polenta, con ritmo blando anche perche’ il traffico e’ notevole come al solito, chiacchierando un po’, poi dalla discesa in poi prendiamo un po’ di distacco e non vedremo piu’ gli amici in fluo, ma nonostante cio’ non spingiamo eccessivamente ed i chilometri successivi passano. Sul Ciola mio fratello soffre un po’ ma poi successivamente, sul Barbotto si comporta egregiamente, dosando bene le forze. Ci fermiamo al ristoro, prendiamo il nostro tempo per tirare il fiato e capire il da farsi e nel frattempo arrivano anche i Patos: ‘Dai, la rischiamo’ e’ la mia decisione definitiva ‘al massimo rientro sul carro scopa’. Poi pero’ aggiungo ‘oh, siamo a 90km e 1700m, praticamente e’ come dover ricominciare’. Ma ormai la decisione e’ presa, si va.
Breve discesa verso Sogliano e al bivio urlo ‘per i 200 gira a destra, per i 130 gira a destra’…e giriamo a destra per il lungo. La salita del monte Tiffi passa abbastanza bene perche’ sebbene presenti alcuni tratti piu’ ripidi e’ breve, un po’ meno la successiva verso Perticara piu’ lunga e con tratti secondo me piu’ incisivi. Anche la salita del Pugliano e’ piu’ o meno della stessa lunghezza ma una maggiore pendenza media e diventa difficoltosa perche’ le gambe iniziano ad essere al lumicino e i chilometri sul ciclocomputer salgono sempre piu lentamente. Idem verso il passo delle siepi, breve ma con maggior pendenza media. I dubbi, ad ogni salita, si sommano finche’ nel tratto in leggera discesa verso il Gorolo non troviamo un romano che si piazza davanti ed inizia a menare ai 50km/h: ietato perdere il treno…e via, testa bassa, non si sposta e non vuole cambi. Arriviamo cosi’ rapidamente alla base del Gorolo dove lo ringraziamo. Il Gorolo e’ piuttosto impegnativo e dietro sento uno descriverlo ‘inizia cosi’ [tosto], poi spiana. Nel tratto finale c’e’ la morte.’. In effetti la descrizione calza a pennello, la frase che mi viene in mente e’ (detta con tono alla Giacobazzi) ‘certo che mettere una rampa al 17% dopo 180km e’ cattiveria’ ๐Ÿ™‚ Pero’, che soddisfazione: sappiamo che il grosso e’ finito (sebbene qualche bontempone ce lo stesse dicendo fin dal Perticara). Pochi mangia e bevi (alcuni fastidiosi) e poi ci si trova sul piatto finale. Troviamo un gruppo che tira abbastanza bene, ma mi trovo quasi subito davanti e non mi sottraggo e mi faccio qualche chilometro a menare, poi mi volto un po’ e non vedo mio fratello che gia’ da un po’ e’ alle prese con i crampi per cui lascio andare il trenino e rallento e vengo raggiunto: la persona che aveva davanti, giunto ad un cavalcavia e’ ceduto di botto senza dare modo di poter chiudere, e si e’ trovato in difficolta’. Mi metto di nuovo a tirare, copriamo gli ultimi chilometri sempre a testa bassa facendo il conto alla rovescia ed insieme tagliamo il traguardo.
L’emozione e’ grande, finalmente un mio ‘sogno’ (tra virgolette perche’ le cose importanti nella vita sono altri) e’ stato coronato.
Ora mi aspettano un paio di granfondo, la Cunego e la Merckx, e a fine giugno si va con la maratona dles dolomites, chissa’ se anche la riusciro’ a fare il lungo…meno chilometri ma piu’ dislivello e tipologia di salite diverse. Chissa’ ๐Ÿ™‚
Peccato che endomondo mi abbia lasciato a piedi…ci tenevo.