Per chi fosse pigro e non volesse andare fino in fondo con la lettura, riscrivo il mio stato facebook post gara: ‘e…nonostante le sfighe anche questa gf portata a termine.’
Se invece siete piu’ curiosi, ecco una descrizione un po’ piu’ dettagliata.
Come avevamo chiuso il 2011, sempre a Desenzano ? Con alcuni buoni propositi, tutti invariabilmente mancati 🙂

Il primo era di fare il lungo della nove colli, niente da fare. Il secondo, ben piu’ abbordabile, era di vendicarsi del Tesio e riuscire a passarlo indenne…niente da fare nemmeno questo, non perche’ abbia messo piede a terra ma semplicemente perche’ ho girato per il medio. Quest’anno le ferie sono state veramente troppo vicine, con un rientro a casa a sole due settimane dalla gara, perdipiu’ seguite da una settimana di gastroenterite, per cui nonostante l’impegno della settimana rimanente non sono riuscito a riacquistare il livello precedente le ferie e non me la sono sentita di andare nuovamente sul Tesio a mettere giu’ il piede.
Ma torniamo alla cronaca. La notte non riesco a dormire se non a brevi momenti per cui mi sveglio alle 5.45 stanchissimo, la voglia di andare e’ zero e la tentazione di dare forfait e tornare a letto fortissima. Qualche maledizione ma riesco a prepararmi e a farmi trovare pronto all’ora prevista. Arriviamo a Desenzano, parcheggiamo, ci prepariamo, salutiamo il compagno di squadra Antonio (che grazie all’accoppiata SouthGardaBike e Road parte in prima griglia, noi saremo in terza e ultima…) e ci avviamo a fare un minimo di riscaldamento. Saluto l’X-Bionic Giovanni Pomari e dopo poco mio fratello lamenta morbidezza alla ruota davanti: foratura. Altre maledizioni, toglie la graffetta metallica che ha lacerato il tubolare e prova a ripararla con l’attack e la bomboletta che, al solito, funziona a meta’. Parte quindi alla ricerca di un modo per gonfiarla e rischiare la partenza, io invece, piu’ fatalista, dico che e’ meglio lasciar perdere e tornarcene a casa: non ne ho proprio alcuna voglia. Ci perdiamo, non so come, so solo che io me ne vado a far controllare i chip che avevamo inavvertitamente messi insieme e mescolati e me lo ritrovo a 10 minuti dal via con un cerchio non suo: ha trovato un ciclista che stava preparando il suo mezzo e che aveva un cerchio anteriore in piu’ in auto, per cui se li sono temporaneamente scambiati…bellissimo gesto 🙂 Cosi’ ci avviamo in griglia, ormai affollata.
Si parte, subito inizia la ricerca di un gruppo buono con cui starsene fino alla salita, mio fratello ovviamente sempre davanti…e’ la sua condanna 🙂 Ad un certo punto, a nemmeno 2km dalla partenza, vedo un’auto in sosta sulla strada nella carreggiata opposta, avviso del pericolo segnalandola, e sento che qualcosa mi sfiora il dito, mi giro e vedo un ragazzo che capitombola a terra e qualcuno che insulta…spero non me, io ho solo cercato di evitare che qualcuno finisse contro quell’auto ai 50km/h. Dopo un centinaio di metri rallento, devo tornare indietro a controllare; lascio quindi che mi sfilino mi giro e torno indietro: il ragazzo non s’e’ fatto nulla, ha solo lacerato il pantaloncino e gli e’ scoppiata la gomma. Spiego la situazione, mi dice che e’ tutto ok, quindi riparto, ma ormai sono passati tutti, ambulanze comprese. Vedo arrivare mio fratello, spiego anche a lui e insieme cerchiamo di rientrare, non piu’ su un buon gruppo ma un gruppo qualsiasi. Io sono demoralizzato, la voglia di tornare indietro e’ fortissima, ma tiro dritto sapendo di avere rovinato l’idea del lungo anche a mio fratello. E’ dura rientrare quando si e’ freddi, demoralizzati e si e’ in mezzo al traffico, ho un forte affanno e sono in debito di aria. Poi le ambulanze, le superiamo, i primi ‘ultimi’, poi i secondi, e lentamente superiamo un po’ di ciclisti. Il primo pezzo va via regolare, se non fosse per le numerose forature che vedo, alcune ambulanze in azione ed uno piuttosto grave a terra, nascosto, con un compagno di squadra che avvisava di non guardare e tirare dritto.
Cosi’ facciamo. Le due salitelle, le uniche del medio, passano veloci e non me ne accorgo quasi, e raggiungiamo Antonio, ad in fretta siamo al bivio percorsi dove tutti e tre giriamo per il medio. Poi da li e’ tutta campagna, strade secondarie, paesini, saliscendi, mangia e bevi, tiriamo dritti anche al secondo ristoro dove rallento solo per fare una brevissima telefonata, ed anche al terzo, quest’anno spostato a prima dell’ultimo strappetto di poche decine di metri.
La corsa procede veloce, finalmente c’e’ qualcuno che tira il gruppo e ci si da un po’ di cambi, a differenza dell’anno scorso dove c’era un nutrito gruppo di fagiani. Raccogliamo vari gruppi e solitari. Con noi c’e’ anche un signore (che scopriremo avere 68 anni !!!) con la maglia piena di scudetti del prestigio, gli manca quello del 2011 a causa di un’auto che l’ha buttato a terra e gli ha impedito di essere prestigioso anche l’anno scorso: CHAPEAU !!!
Alla fine tagliamo il traguardo in 3:14:19, un secondo dopo mio fratello, nonostante tutto un buon risultato, considerando come era iniziata la giornata, e Endomondo mi dice che ho fatto il miglior personale sui 100km con 3h05m15s.
I dati Endomondo
Nota a margine: La persona che era a terra ha avuto un infarto ed e’ stata salvata dai paramedici intervenuti. C’e’ chi pensa che pagare decine di euro per partecipare a queste gare sia una spesa inutile, che si puo’ fare benissimo un giro senza pagare niente. Ebbene, la presenza di persone che siano dislocate lungo un percorso di 100 o piu’ km, controllino gli incroci assediati dal traffico e, in questo caso avere ambulanze e personale medico che segue la gara ed e’ pronta ad intervenire, tutto questo vale la spesa di partecipare ad eventi organizzati. Riporto ora la lettera scritta agli organizzatori:
Caro Tazio,

al termine di questa lunghissima giornata vorremmo farti avere due parole da parte di tutti noi, famigliari, amici e compagni di squadra di Santino Pedretti (per tutti, Edo). Come sai, oggi il cuore di Edo si è fermato dopo soli 10 kilometri di percorso intanto che pedalava alla granfondo Southgardaroad, da voi organizzata. Noi che lo seguivamo ci siamo resi conto subito di quanto fosse grave la sua condizione, ma non abbiamo quasi avuto tempo di chiamare i soccorsi che già arrivava la moto medica, e subito dopo una delle ambulanze al seguito della manifestazione. Il loro intervento è stato provvidenziale: sono stati tempestivi, efficienti, gentili e competenti; ci hanno restituito il nostro Edo, che adesso è in terapia intensiva all’ospedale, reduce da un intervento alle coronarie, un po’ malconcio, ma vivo. A voi organizzatori, ai volontari, ai medici, al personale dell’elisoccorso, al medico che si trovava – spettatrice – sul percorso e che si è prodigata insieme a loro va il nostro grazie, dal profondo del cuore. In particolare, a voi organizzatori va un plauso sincero per la disponibilità del defibrillatore, senza il quale oggi sarebbe stata scritta tutt’altra pagina di cronaca. Ci siamo resi conto di quanto sia vitale questo strumento, che non sempre è in dotazione a seguito degli atleti. Per questo inviamo questo messaggio anche ad alcune riviste specializzate, in modo che questa scelta diventi prioritaria da parte degli organizzatori delle granfondo, molto più dei vari gadgets che troviamo nei pacchi-gara.

A te il ringraziamento finale: la tua sincera partecipazione oggi alla nostra preoccupazione ci ha commossi. Ci farà piacere se riterrai di voler pubblicare questo messaggio sul vostro sito, per farlo giungere a tutti quanti ci hanno aiutato oggi.

I famigliari di Edo, gli amici e gli atleti del Racing Rosola Bike di Brescia

Brescia, 30-09-2012