Con la South Garda Road 2011 chiudo la stagione ‘agonistica’ 2011.
Com’e’ andata ? Direi piuttosto bene, non tanto per il risultato che ritengo assolutamente secondario (356mo di categoria e 370mo assoluto su 394), ma per altri aspetti.
Prima di tutto e’ stato il mio primo lungo, e gia’ questo e’ fonte di un’enorme soddisfazione…sono passi che si fanno, uno alla volta, alla ricerca di nuovi obiettivi, sperando un giorno di arrivare a farne di piu’ impegnativi (Cunego ed Avesani in primis); e poi proprio per come si e’ sviluppata la mia gara, riuscendo a rimanere in un gruppo, nonostante gli strappi che l’anno scorso mi hanno messo fortemente in crisi.
Detto questo passiamo al resoconto.
Sveglia alle 6, arriviamo alle 8, ci prepariamo tranquilli, salitella leggera di riscaldamento e via in griglia, la penultima 🙂 Gli attimi che precedono il via passano rapidamente e gli odori dei vari olii per massaggi si mischiano a quello lacustre formando una strana miscela.
Pronti, via…al solito soffro questi momenti ma devo dire che questa volta meno del solito. Mio fratello e’ gia’ avanti, scivolando tra gli altri ciclisti, io non riesco, lo riprendero’ piu’ avanti quando lui rallentera’ per aspettarmi. Anche i primi strappi passano rapidamente e meglio di come ricordo fosse accaduto l’anno scorso. Anche le salite passano rapide e arrivo a bivio medio-lungo abbastanza tranquillo e qui viro per il lungo. ‘Alea iacta est’ grido a mio fratello, e via verso l’incubo di giornata, il monte Tesio:

Purtroppo, secondo me, il grafico non e’ molto fedele…devo vedere come verranno calcolati i miei dati GPS…la salita e’ semplicemente…terribile. Dura, lunga…non e’ uno strappo…il primi due chilometri sono tutti duri, un collega pedalatore, prima dell’ultimo strappo, ha registrato un 21% di pendenza. Purtroppo i miei sogni di passare indenne si infrangono proprio prima dell’ultimo muro, dove mi fermo 3 minuti a recuperare il fiato: avevo gia’ valutato l’ipotesi di girare la bici e tornare indietro almeno un paio di volte. Alla fine riparto, supero il muro e poi entro nel boschetto dove si riesce a pedalare con maggior agilita’ e raggiungo la cima e mi fermo al ristoro.
Poi via, scendiamo con un gruppo e poi arrivati sul piano iniziamo a tirare. Iniziamo con un gruppo di circa otto, ma che tirano siamo in tre, massimo quattro. Qualcuno cede, ma la questione ‘fagiani’ continua: prendiamo altri, altri ne perdiamo, ma immancabilmente c’e’ chi arriva al secondo o terzo posto del treno e si lascia sfilare pur di non tirare, in particolare un piccoletto con due quadricipiti da paura che sugli strappi esce di sella e si fa avanti, per poi mollare appena spiana e piazzarsi dietro: ora, va bene, ognuno deve fare quello che puo’…tira un chilometro, cinque, dieci, ma fai qualcosa…vabbe’, la strada passa abbastanza veloce, si tratta di fare 70 chilometri di saliscendi. Arriviamo al ristoro e ci fermiamo in tre, i fagiani proseguono: li raggiungeremo in seguito, soprattutto il piccoletto verra’ superato ad almeno 5 chilometri in piu’, prendendolo di sorpresa e rendondogli cosi’ impossibile il riaggancio.
Proseguiamo, al cartello dei meno dieci chilometri all’arrivo mi prende un po’ di sconforto, ero convinto di essere piu’ vicino ma proseguiamo.
Ai meno tre chilometri mio fratello si lascia sfilare e si mette terzo dietro di me, fino al meno uno quando esce el grido di ‘SCATTA GILBERT…’ si mette ai 45 all’ora superandoci, io rispondo accelerando e gridandogli che un chilometro e’ troppo, dietro sento la ruota libera della persona che era davanti e che e’ riuscito pure ad accelerare, gli altri rimangono indietro. Proseguiamo, guardo con ansia i cartelli dei centinaia di metri che calano, oramai non riesco piu’ a spingere e devo stare per forza in scia quando un paio di persone mi attraversano la strada: faccio per mandarle gentilmente a quel paese e non mi accorgo di una curva a novanta gradi e per poco non finisco contro le transenne, perdendo cosi’ mio fratello. Non riesco a rilanciare e arrivo col mio passo, non senza aver visto mio fratello che veniva superato praticamente sul tappeto di arrivo. Un chilometro era troppo 🙂
Ora via…si prosegue con le uscite standard e cerco di fare pero’ lavori piu’ mirati con un obiettivo: il lungo della nove colli.
Potete vedere la registrazione GPS su Endomondo.com

Ogni tanto (a dire il vero ogni poco) arrivano avvisi di fantomatici pedofili che scruterebbero profili su facebook alla ricerca di foto di bambini, e di conseguenza inviti a non accettare amicizie da tizio, caio o sempronio.
Ovviamente e’ del tutto superfluo sottolinerare che, come i virus non arrivano con email dall’oggetto ‘hey mio nome e’ Sonja’, cosi’ i pedofili di certo non vanno in giro per facebook alla ricerca di amicizie di cui guardare le foto. Questi personaggi hanno ben altri modi per cercare materiale (e probabilmente non si interessano di bambini in costume, per quelli basta andare in spiaggia, al mare o cercare su images.google.it…) e soprattutto non sono cosi’ facilmente rintracciabili, altrimenti la polizia postale li avrebbe gia’ stanati.
Questo atteggiamento del ‘io condivido l’avviso’ fa parte del cosiddetto slacktivism, ovvero ci si mette l’animo in pace con il fatto di avere fatto un click e aver condiviso l’appello: se veramente siete a conoscenza di eventi delittuosi come la pedofilia dovete andare dai carabinieri o alla polizia e sporgere denuncia…ci penseranno loro a smascherare il personaggio.
Altra cosa, se qualcuno mette online delle foto dei figli al mare significa che vuole che la gente le veda, se non vuole non le pubblichi !!! E se limita l’accesso solo agli amici, almeno stia attento a chi concede l’amicizia…
Occhio alle bufale…basta una semplice ricerca su google per evitare prese in giro.