Inizio stagionale oggi alla GF 3laghi e devo dire, un inizio col botto. Si’ perche’ ai -15km dall’arrivo, su un tornante in discesa ho perso l’anteriore e sono rovinato a terra. Ero fermo per cui me la sono cavata con una botta al fianco destro (il solito) ed alcune abrasioni. Ah, e qualche capo d’abbigliamento nel cassonetto.
Ma partiamo con ordine. Sabato pregara con viaggio in quel di Polpenazze (BS) con il fido capitano, mio fratello Michele, sotto un cielo incerto, alcun gocce d’acqua ed un forte vento. ‘beh, secondo me e’ peggio se c’e’ questo vento, forse e’ meglio la pioggia’: la prossima volta sto zitto. Ad ogni modo, giunti a Polpenazze giriamo un po’ (non che il paese sia grande) finche’ controllo sul sito via cellulare e mi accorgo che si deve andare a Prevalle (BS). Ah beh, cominciamo bene 🙂
Giunti nel posto corretto, la fila per ritirare i pacchi gara e’ formata da due persone, io e mio fratello per cui ritiriamo il sacchetto del supermercato dopo aver comunicato alla signora addetta la misura delle nostre mutande, e ci avviamo all’auto per il ritorno. Pettorali 114 e 115: UAO…mai partiti cosi’ avanti 🙂 Devo dire che almeno nelle iscrizioni e pagamenti sono veloce 🙂
Il pacco gara e’ veramente…un pacco…secondo me si dovrebbe evitare e dare i soldi in beneficenza, ma tant’e’…l’anno scorso c’era un bottiglietta d’acqua.
Domenica mattina sveglia alle 5, preparazione, recupero del compagno e via. Piove, stranamente, ma non c’e’ tanto vento. Arriviamo giusto in tempo per espletare le ultime formalita’ (sosta bagno), vestirsi ed entrare in griglia cinque minuti prima del via. Breve attesa e si parte, sotto una pioggerellina meno forte rispetto all’anno scorso ma sempre fastidiosa, e poi secondo me c’e’ piu’ freddo. L’idea e’ di prenderla come un allenamento (era balenata pure l’idea di non partire, ma la nove colli incombe e non si puo’ perdere l’allenamento del week end), per cui non spingiamo e non spinge mio fratello, nonostante la sua abitudine a recuperare e saltare di gruppo in gruppo, ed infatti i piu’ veloci sono gia’ abbastanza avanti quando entriamo in gardesana. La strada sarebbe scorrevole e leggermente in discesa, ma ad un certo punto un vigile ci urla ‘gasolio sulla strada’ e da li in poi, per parecchi chilometri fino all’imbocco della prima salita c’e’ visibilissima una striscia larga e variopinta, estremamente scivolosa e pericolosa che in un paio di occasioni si fa sentire. Arriviamo alla salita dove iniziamo ad andare al nostro ritmo e cosi’ proseguiamo. Un po’ allungo, solo in un paio di punti inizio ad essere stanco, una stanchezza sia fisica che mentale, essendo partito non troppo convinto dei miei mezzi.
Non c’e’ molto da segnalare nei chilometri successivi, solo che ad un certo punto decido di allungare un po’ di piu’ fino al ristoro dove mi fermo: al solito la ripartenza (siamo nel punto piu’ alto probabilmente, e c’e’ freddo) e’ un momento critico perche’ il sudore (che nonostante la pioggia ha bagnato l’interno) si raffredda.
Discesa facendo molta attenzione e successiva salita pedalabile anche se la precedente si fa sentire, e passa senza grossi problemi.
Nel tratto di strada in falsopiano successivo nessuno nel gruppo che abbiamo raggiunto si mette a tirare per cui passo avanti e faccio la mia parte, poi chiedo il cambio e nessuno si fa avanti, tengo la testa bassa e continuo; al termine del falsopiano ed inizio salita mi rendo conto che siamo rimasti in tre, io e altri due sconosciuti, mentre mio fratello e’ rimasto un po’ indietro e con questi faccio la salita che si rivela piuttosto lunga ed arrivo in cima ormai al limite. Alla successiva discesa, su un tornante, vedo il fotografo e cerco di fare una bella curva e…patatrack…cado all’interno perdendo la ruota anteriore. Un compagno di avventura che era dietro qualche decina di metri mi chiede se va tutto ok, rispondo positivamente e ripartiamo. Li a destra c’e’ un altro ciclista, a terra, vedo la bici senza la ruota anteriore e senza nemmeno la forcella: tiro dritto per non perdere la compagnia, ed iniziamo a menare bene per recuperare i due fuggitivi, prendendone uno poco dopo, il terzo e’ troppo avanti e lo vedo un paio di tornanti sopra di me nella successiva salita. La gamba non fa male, dopo i primi due chilometri non da piu’ fastidio.
Ultimi chilometri fatti a tutta, perdo il compagno e raggiungo quello che vedevo avanti a me, con il quale faccio l’ultimo pezzo di corsa, sopravanzandolo prima del traguardo.
Arrivo 174/231 coprendo i 108km in 4:06:08, mio fratello un paio di minuti dopo.
Da segnalare il tizio che si e’ fatto seguire dall’auto di appoggio che non si e’ sdegnata di tirare qualcuno in salita: che senso ha ? Non stai lottando per niente se non con te stesso per ricavarne soddisfazione personale, e ti fai tirare ? Mah, contento tu…
Ed ora avanti con la prossima (che non ricordo quale sia, probabilmente la nove colli), c’e’ tanto da lavorare e cosi’ poco tempo 🙂

Ieri, per la prima volta, ho fatto la gara alpini di MTB. Ho saltato Locara quest’anno per vari motivi, uno dei quali era che la mia vecchia Specialized non la ritengo piu’ abbastanza sicura per portare a termine un’uscita minimamente impegnativa, per cui quest’inverno e’ diventata la ‘bici da rulli’.
La gara degli alpini e’ un evento annuale che organizza la mia squadra ASD VeronaBike, e complice anche il fatto che siamo un po’ pochini, ho voluto dare un mio contributo facendo numero, e quindi via la gomma posteriore liscia e rimontato quella tacchettata, cosi’ la Specy e’ tornata abile e arruolata.
Uscita venerdi’ sera per testare se non ci fossero pezzi da perdere per strada, sabato vado a vedere di dare una mano nella preparazione, ma a parte appendere alcuni striscioni il grosso e’ stato fatto dagli altri: bravi, soprattutto Paolo che ha tenuto le fila con l’associazione alpini di Sona. Niente pacchi gara da ritirare in questa occasione.
Domenica mattina decido di andare in auto, saltando l’invito di mio fratello di andare insieme ad un gruppo direttamente in bici, cosi’ ne approfitto per dormire un po’ di piu’: decisione azzeccata visto che ho dormito poco e male. Scendo, carico la bici e parto. L’idea e’ di prenderla ‘alla buona’, il percorso non presenta difficolta’ tecniche (che io non saprei affrontare vista la mia inettitudine alla guida in fuoristrada), si tradda solo di menare. E testare la gamba in vista di domenica prossima, esordio nelle granfondo. Lungo la strada pero’ incrocio un paio di bikers che stanno andando in bici, ne incrocio un altro paio in senso contrario in auto con il mezzo sul tetto, e l’adrenalina inizia a salire: non ci posso fare nulla, e’ cosi’ 🙂
Mi vesto e mi presento al via: siamo in quasi 530 partenti, di tutti i tipi: dagli sfegatati che vengono a passare una giornata senza troppe pressioni sul risultato, ai genitori con bimbi al seguito. E’ bello, questo e’ lo spirito giusto per una gara ‘da alpini’.
Stiamo per partire, noi della squadra siamo in mezzo a tutti gli altri e quando ci si inizia a muovere vengo preso alla sprovvista: devo avviare il client di endomondo…mi fermo dopo 10 metri, perdo 30 secondi abbastaza per finire piuttosto indietro e perdere il contatto, anche visuale, con la squadra. Pazienza. Inizio a pedalare, recupero un po’ di posizioni. Il primo ad essere riacciuffato e’ Paolo che, in sella al tandem con una ragazza manca poco che si metta a descrivere le bellezze del paesaggio e a fare da cicerone sulla storia del luogo, dei vini (pur essendo astemio) e della gastronomia. Continuo a superare, mi aggrego a qualcuno veloce piu’ o meno come me. Il percorso e’ piuttosto facile, in mezzo ai campi, niente strappi se non qualche salitella. Il primo giro del percorso lo faccio abbastanza affannato, il secondo meno, mi metto assieme ad un gruppo e quando vedo avanti qualcuno lo vado a prendere. L’unica cosa che non mi piace e’ un rivolo di liquame che attraversa il percorso 🙂 E’ piccolo, sara’ largo quattro centimetri, ma abbastanza per alzarne qualche goccia che si fa sentire addosso 🙂 Oh, i bikers suppongo si limitino ad amare il fango, non i suoi simili !!! 🙂
Tempo totale: 1:54:51, mi sono divertito anche se sono sempre piu’ convinto che, nonostante l’impegno di quest’inverno la preparazione sia piuttosto scarsa. Di certo i percorsi lunghi, anche per quest’anno, me li sogno.
La traccia Endomondo

Questa sera ho pedalato gli ultimi chilometri del 2012 ed e’ ora di tirare un po’ le somme.
Il primo dato e’ il chilometraggio totale che si attesta, piu’ o meno, a 5803km (dati Endomondo), di cui 5269km in bici da corsa, 412km in mountain bike ed il resto in spinning. Dico piu’ o meno perche’ non faccio mai partire il conteggio a casa ma piu’ distante, poi qualche volta non e’ andato…insomma…il dato e’ approssimato per difetto. Nonostante questo son contento, quest’anno mi sono impegnato un po’ di piu’, qualche risultato l’ho visto e il 2013 iniziera’ sicuramente con degli ottimi stimoli, visto che ho gia’ pagato quasi tutte le gare (dettagli in un prossimo post).
Si comincera’ il 12 (a pedalare spero prima), con il test per verificare lo stato di forma, che al momento e’ parecchio basso nonostante ce la stia mettendo tutta: i tempi sulle salite ed i wattaggi secondo strava sono inclementi e mostrano un -20% rispetto a maggio/giugno 🙂 Ma sempre avanti a testa alta 🙂
Dicevo del 2012. E’ stato un buon anno, ho trovato molti stimoli per continuare a pedalare. Un grazie sicuramente ai contatti che ho su facebook tra i quali c’e’ gente che fa oltre 20/25.000km, gente che vince gare, gente ferma per infortunio, a loro insaputa spesso sono loro a darmi la spinta a salire in sella, io che di mio sarei un pigro da competizione (quelle si’ potrei vincerle…).
Ovviamente inutile dire che il grazie piu’ grande, come al solito (e come qualcuno mi ha fatto notare), va a mio fratello per tutto: dai che ti aspetto di nuovo in sella vecio !!!
Non ho mantenuto il buon proposito di fare qualche lungo, anzi, non ho fatto nemmeno quello della South Garda Road (si veda il post dedicato), ma chissa’ che per il 2013 non ci riesca: l’obiettivo e’ sempre il lungo della nove colli, fregandomene altamente del tempo 🙂
Ora breve pausa di qualche giorno, il 2 o il 3 di gennaio si torna in bici per un nuovo anno pedalato: A TUTTA !!!

I miei assidui lettori, se mai ce ne fosse qualcuno, sanno che per tenere traccia dei miei giri in bici (e se riesco delle gare) ho sempre utilizzato Endomondo con la relativa app per android.
Da un po’ di tempo pero’ ho voglia di cambiare ed in particolare mi piace Strava per quella sua particolarita’ di tenere traccia non solo dei percorsi ma anche dei tempi su particolari spezzoni e salite, molto comodo per vedere i progressi e confrontarsi con gli altri.
Cio’ che mi ha sempre fermato e’ stato che sotto Endomondo ho tutti i miei dati passati e le statistiche e l’unico modo per convertirli e passarli su Strava e’ salvarli uno ad uno in formato GPX o TCX e reimportarli. Un lavoraccio. Ed e’ ovvio che sia cosi’, una volta che qualcuno inizia ad usare un sistema si cerca di evitare che possa, facilmente, passare ad un altro.
Cosa fare ? Come convertire da Endomondo a Strava ? Ecco qui un metodo abbastanza facile e piu’ veloce rispetto al salva e importa, tutto cio’ di cui avete bisogno sono:
* un android con accesso root;
* installare l’applicazione DropBear SSH server (gratuita su google play);
* un client ssh, ad esempio PuTTY;
* un server GNU/Linux (o un interprete python per windoze);
* abbondante colla vinilica.
…ed ovviamente lo script Endomondo2tcx.py
Procedimento:
Fate partire DropBear SSH server, noterete nella schermata l’indirizzo IP che verra’ assegnato: consiglio di farlo solo in WIFI (potete impostare che funzioni solo in WIFI, che e’ meglio, ma non lasciatelo attivo altrimenti potreste esporre il vostro dispositivo ad accessi indesiderati). Tramite PuTTY collegatevi al dispositivo con l’utente root (la password di default e’ 42, per questo evitate di lasciare attivo il server fuori dalle mura domestiche, o cambiate la password).
Andate ora nella directory /data/data/com.endomondo.android/databases/ e qui troverete il file EndomondoDatabase. Che cosa contiene ? Semplicemente lo storico delle vostre tracciature.
E’ necessario pero’ fare un passo indietro. Non so con quale cadenza ma l’applicazione del cellulare svuota questo database per cui potreste trovare le ultime uscite o anche nessuna, ma niente paura: aprite l’applicazione sul cellulare, andate sullo storico e vedrete (nella versione attuale, al 28 novembre 2012) l’elenco delle uscite, quelle con il pallino verde sono caricate nel database, per tutte le altre toccate in modo che le scarichi dal sito, e fate cosi’ per tutte. Al termine avrete il database popolato (potrebbe essere qualche megabyte). Ecco, questa e’ la parte piu’ rompiscatole ma lo e’ meno che scaricare uno a uno dal sito.
Bene, ora quindi avete il database con i dati, e sapete dove si trova ma…non potete ancora scaricarlo, dovete copiarlo sulla SD con il comando cp /data/data/com.endomondo.android/databases/EndomondoDatabase /mnt/sdcard, cosi’ potete o copiarlo dalla SD oppure inviarvelo (tramite l’applicazione ‘archivio’ nativa di Android) per email e scaricarvelo.
Molto probablmente, avendo il telefono con accesso di root potrebbe essere sufficente un’applicazione tipo filemanager (es. ‘Root Browser Lite’ per accedere alla directory e spedirvi direttamente il file) ma io ho usato il metodo sopra 🙂
Ora siete in possesso del file con le tracce, che altro non e’ che un DB SQLite, copiatelo dove avete scaricato lo script Endomondo2tcx.py e otterrete una serie di file che avranno come nome la data e l’ora dell’allenamento, in formato tcx. A questo punto non dovete dar altro che caricarli, 25 alla volta, dal sito di strava, oppure inviarli come allegati a upload@strava.com (il secondo sistema e’ piu’ lento dovendo essere processato a parte).
Sperando possa essere stato utile.

I social media hanno sicuramente rivoluzionato molti ambiti, dal marketing, allo scambio di opinioni, alla diffusione delle informazioni. Gia’, la diffusione delle informazioni. Quanti, solo due o tre anni fa, andavano sul sito del CONI, della Federciclismo o di un qualsiasi Ente di Promozione Sportiva a controllare chi e perche’ era sospeso per doping ? Probabilmente qualche organizzatore per verificare che nell’elenco dei partecipanti a qualche gara non vi fossero dei sospesi, ma il grande pubblico conosceva l’atleta famoso sospeso perche’ apparso su un giornale sportivo, poi, dopo qualche tempo se ne sarebbero dimenticati.Il dopato di turno, dopo qualche mese sarebbe potuto benissimo andare in giro senza che nessuno ne ricordasse la faccia o il passato agonistico.
Oggi non e’ piu’ cosi’. La gogna mediatica e’ una pena accessoria che non viene inflitta dal giudice ma dalla gente, da chi e’ schifata da questi comportamenti. Cosi’ Schwazer e’ stato preso per i fondelli per la pubblicita’ del cioccolato, ne sono stati fatti fotomontaggi, twitter ha accolto migliaia di messaggi indignati, ma facebook con ancor maggior potenza ha ribadito il concetto a forza di ‘mi piace’ e di ‘condividi’: tutti nel giro di poche ore sapevano anche i dettagli della vicenda.
Pero’ non sono solo i grandi dopati, ora anche gli amatori, il ciclista della domenica che dovrebbe fare sport per il proprio benessere visto che non e’ un professionista, che vengono messi alla gogna, e la forza di facebook e’ terribile con la sua capacita’ di far conoscere le cose in maniera esponenziale a milioni di persone. E a nulla vale cancellare l’account, perche’ la gente parla lo stesso, le informazioni ed i link agli articoli girano, ed in brevissimo tempo non sono piu’ solo alcune decine di persone a visitare i siti del CONI ecc, ma decine di migliaia di persone, le stesse che magari prima pedalavano in gruppo con loro ignari magari che un paio di mesi prima erano stati radiati da un EPS e si erano iscritti con un altro. Ora tutti sanno per via diretta, indiretta tramite i social network o perche’ conoscono qualcuno che sa e ne parla in un’uscita d’allenamento.
Certo, c’e’ il diritto all’oblio, ma come fai a farlo valere in migliaia, decine di migliaia di teste che sanno ?
Ecco, prima di doparti pensaci, se non per la salute di cui non te ne frega niente, se non per i rischi legali che pensi non ti colpiranno mai, se non per la fedina penale che potrebbe sporcarsi ed impedirti di trovare un (gia’ raro) posto di lavoro, insomma…se non te ne frega niente di rovinarti la vita, pensa che tutti ne parleranno, migliaia, decine di migliaia di persone ne parleranno. E non ne parleranno certo bene. Tutto quello che hai fatto, la fatica che comunque ha richiesto essere dove sei arrivato…tutto sara’ spazzato via dall’onta. E perderai l’onore.
Non si è perduto niente quando ci resta l’onore. (Voltaire)

Per chi fosse pigro e non volesse andare fino in fondo con la lettura, riscrivo il mio stato facebook post gara: ‘e…nonostante le sfighe anche questa gf portata a termine.’
Se invece siete piu’ curiosi, ecco una descrizione un po’ piu’ dettagliata.
Come avevamo chiuso il 2011, sempre a Desenzano ? Con alcuni buoni propositi, tutti invariabilmente mancati 🙂

Il primo era di fare il lungo della nove colli, niente da fare. Il secondo, ben piu’ abbordabile, era di vendicarsi del Tesio e riuscire a passarlo indenne…niente da fare nemmeno questo, non perche’ abbia messo piede a terra ma semplicemente perche’ ho girato per il medio. Quest’anno le ferie sono state veramente troppo vicine, con un rientro a casa a sole due settimane dalla gara, perdipiu’ seguite da una settimana di gastroenterite, per cui nonostante l’impegno della settimana rimanente non sono riuscito a riacquistare il livello precedente le ferie e non me la sono sentita di andare nuovamente sul Tesio a mettere giu’ il piede.
Ma torniamo alla cronaca. La notte non riesco a dormire se non a brevi momenti per cui mi sveglio alle 5.45 stanchissimo, la voglia di andare e’ zero e la tentazione di dare forfait e tornare a letto fortissima. Qualche maledizione ma riesco a prepararmi e a farmi trovare pronto all’ora prevista. Arriviamo a Desenzano, parcheggiamo, ci prepariamo, salutiamo il compagno di squadra Antonio (che grazie all’accoppiata SouthGardaBike e Road parte in prima griglia, noi saremo in terza e ultima…) e ci avviamo a fare un minimo di riscaldamento. Saluto l’X-Bionic Giovanni Pomari e dopo poco mio fratello lamenta morbidezza alla ruota davanti: foratura. Altre maledizioni, toglie la graffetta metallica che ha lacerato il tubolare e prova a ripararla con l’attack e la bomboletta che, al solito, funziona a meta’. Parte quindi alla ricerca di un modo per gonfiarla e rischiare la partenza, io invece, piu’ fatalista, dico che e’ meglio lasciar perdere e tornarcene a casa: non ne ho proprio alcuna voglia. Ci perdiamo, non so come, so solo che io me ne vado a far controllare i chip che avevamo inavvertitamente messi insieme e mescolati e me lo ritrovo a 10 minuti dal via con un cerchio non suo: ha trovato un ciclista che stava preparando il suo mezzo e che aveva un cerchio anteriore in piu’ in auto, per cui se li sono temporaneamente scambiati…bellissimo gesto 🙂 Cosi’ ci avviamo in griglia, ormai affollata.
Si parte, subito inizia la ricerca di un gruppo buono con cui starsene fino alla salita, mio fratello ovviamente sempre davanti…e’ la sua condanna 🙂 Ad un certo punto, a nemmeno 2km dalla partenza, vedo un’auto in sosta sulla strada nella carreggiata opposta, avviso del pericolo segnalandola, e sento che qualcosa mi sfiora il dito, mi giro e vedo un ragazzo che capitombola a terra e qualcuno che insulta…spero non me, io ho solo cercato di evitare che qualcuno finisse contro quell’auto ai 50km/h. Dopo un centinaio di metri rallento, devo tornare indietro a controllare; lascio quindi che mi sfilino mi giro e torno indietro: il ragazzo non s’e’ fatto nulla, ha solo lacerato il pantaloncino e gli e’ scoppiata la gomma. Spiego la situazione, mi dice che e’ tutto ok, quindi riparto, ma ormai sono passati tutti, ambulanze comprese. Vedo arrivare mio fratello, spiego anche a lui e insieme cerchiamo di rientrare, non piu’ su un buon gruppo ma un gruppo qualsiasi. Io sono demoralizzato, la voglia di tornare indietro e’ fortissima, ma tiro dritto sapendo di avere rovinato l’idea del lungo anche a mio fratello. E’ dura rientrare quando si e’ freddi, demoralizzati e si e’ in mezzo al traffico, ho un forte affanno e sono in debito di aria. Poi le ambulanze, le superiamo, i primi ‘ultimi’, poi i secondi, e lentamente superiamo un po’ di ciclisti. Il primo pezzo va via regolare, se non fosse per le numerose forature che vedo, alcune ambulanze in azione ed uno piuttosto grave a terra, nascosto, con un compagno di squadra che avvisava di non guardare e tirare dritto.
Cosi’ facciamo. Le due salitelle, le uniche del medio, passano veloci e non me ne accorgo quasi, e raggiungiamo Antonio, ad in fretta siamo al bivio percorsi dove tutti e tre giriamo per il medio. Poi da li e’ tutta campagna, strade secondarie, paesini, saliscendi, mangia e bevi, tiriamo dritti anche al secondo ristoro dove rallento solo per fare una brevissima telefonata, ed anche al terzo, quest’anno spostato a prima dell’ultimo strappetto di poche decine di metri.
La corsa procede veloce, finalmente c’e’ qualcuno che tira il gruppo e ci si da un po’ di cambi, a differenza dell’anno scorso dove c’era un nutrito gruppo di fagiani. Raccogliamo vari gruppi e solitari. Con noi c’e’ anche un signore (che scopriremo avere 68 anni !!!) con la maglia piena di scudetti del prestigio, gli manca quello del 2011 a causa di un’auto che l’ha buttato a terra e gli ha impedito di essere prestigioso anche l’anno scorso: CHAPEAU !!!
Alla fine tagliamo il traguardo in 3:14:19, un secondo dopo mio fratello, nonostante tutto un buon risultato, considerando come era iniziata la giornata, e Endomondo mi dice che ho fatto il miglior personale sui 100km con 3h05m15s.
I dati Endomondo
Nota a margine: La persona che era a terra ha avuto un infarto ed e’ stata salvata dai paramedici intervenuti. C’e’ chi pensa che pagare decine di euro per partecipare a queste gare sia una spesa inutile, che si puo’ fare benissimo un giro senza pagare niente. Ebbene, la presenza di persone che siano dislocate lungo un percorso di 100 o piu’ km, controllino gli incroci assediati dal traffico e, in questo caso avere ambulanze e personale medico che segue la gara ed e’ pronta ad intervenire, tutto questo vale la spesa di partecipare ad eventi organizzati. Riporto ora la lettera scritta agli organizzatori:
Caro Tazio,

al termine di questa lunghissima giornata vorremmo farti avere due parole da parte di tutti noi, famigliari, amici e compagni di squadra di Santino Pedretti (per tutti, Edo). Come sai, oggi il cuore di Edo si è fermato dopo soli 10 kilometri di percorso intanto che pedalava alla granfondo Southgardaroad, da voi organizzata. Noi che lo seguivamo ci siamo resi conto subito di quanto fosse grave la sua condizione, ma non abbiamo quasi avuto tempo di chiamare i soccorsi che già arrivava la moto medica, e subito dopo una delle ambulanze al seguito della manifestazione. Il loro intervento è stato provvidenziale: sono stati tempestivi, efficienti, gentili e competenti; ci hanno restituito il nostro Edo, che adesso è in terapia intensiva all’ospedale, reduce da un intervento alle coronarie, un po’ malconcio, ma vivo. A voi organizzatori, ai volontari, ai medici, al personale dell’elisoccorso, al medico che si trovava – spettatrice – sul percorso e che si è prodigata insieme a loro va il nostro grazie, dal profondo del cuore. In particolare, a voi organizzatori va un plauso sincero per la disponibilità del defibrillatore, senza il quale oggi sarebbe stata scritta tutt’altra pagina di cronaca. Ci siamo resi conto di quanto sia vitale questo strumento, che non sempre è in dotazione a seguito degli atleti. Per questo inviamo questo messaggio anche ad alcune riviste specializzate, in modo che questa scelta diventi prioritaria da parte degli organizzatori delle granfondo, molto più dei vari gadgets che troviamo nei pacchi-gara.

A te il ringraziamento finale: la tua sincera partecipazione oggi alla nostra preoccupazione ci ha commossi. Ci farà piacere se riterrai di voler pubblicare questo messaggio sul vostro sito, per farlo giungere a tutti quanti ci hanno aiutato oggi.

I famigliari di Edo, gli amici e gli atleti del Racing Rosola Bike di Brescia

Brescia, 30-09-2012

Poche parole sono in grado di attirare branchi famelici di persone come gratis. Non importa se per ottenere cio’ che viene proposto, appunto, gratis, si debba affrontare un’uscita serale in mountain bike, il biker non puo’ resistere al richiamo e si presenta in massa.
Ecco quindi che attratti da questa magica parola apparsa sul blog del Conte Fabio Savoia, 30 e oltre pedalatori delle ruote grasse si presentano all’appuntamento.
Ovviamente si scherza…cio’ che ha fatto approdare tutti questi bikers e’ stata sicuramente la voglia di condividere un momento assieme, tutti con la passione per la bici e lo sterrato, spronati dal forte Savoia. Al ritrovo c’e’ gente molto forte, lo si vede dalle bici, lo si vede dalle gambe, lo si vedra’ da come salgono e da come scendono nei pezzi, per me, impervi. Io che la MTB la uso molto saltuariamente mi chiedo subito cosa ci faccio li in mezzo, ma poi si parte…via un piccolo stelvio e poi altre salite su cui immancabilmente mi pianto, spesso costretto a procedere a piedi seppur per brevi tratti.
Decisamente la MTB non e’ per me…troppo tecnica e se non si conosce la tecnica si rischia l’osso del collo. E poi, in tutta onesta’, ho proprio paura di farmi male, nonostante mi piaccia, alla fine, passare nei boschi e fare i single track.
Alla fine porto a casa la pellaccia, sebbene segnata da qualche fronda o qualche spina conficcata in una lieve caduta da fermo dentro un roveto (dove cado io c’e’ sempre un roveto…). Il ritmo e’ stato veramente tranquillo, con soste frequenti per riunire tutto il gruppone.
Alla fine del giro, enorme rinfresco a casa del Conte, con tagliatelle, risotto, snacks salati, torte salate, vino, birra, dolci (peccato che me ne sono andato prima di poterli assaggiare…)…veramente notevole l’impegno profuso, ogni onore a lui e a tutti coloro che si sono dati da fare…
La traccia su Endomondo: il circuito pedalato: Piccolo Stelvio, Maroni, Gualiva, Capitello San Vincenzo, variante Orlando (molto apprezzata, visto che non era conosciuta dalla maggior parte dei partecipanti), La Pace, Torresin, parte del XC Verona, Piloton, Casa Rosa, Vendri, Nogaroto.
Il video:


E dopo la Nove Colli (in realta’ quattro…), portiamo a casa anche questa edizione della GF Damiano Cunego.
L’avvicinamento e’ stato piuttosto ansioso…le ultime due edizioni sono state caratterizzate da grossi errori organizzativi che hanno lasciato profondi segni tra i granfondisti, molti dei quali hanno, se potuto, evitare la manifestazione veronese: la dice lunga il fatto che ad affrontare il percorso corto siamo stati in minor numero di quelli sul lungo, segno che il fatto di essere una gara nel circuito del Prestigio (che prende in considerazione solo i percorsi lunghi) ha costretto molti a partecipare, contrariamente il numero dei partenti, sarebbe stato molto piu’ esiguo.
Iniziamo il sabato, come sempre, al ritiro pacchi gara..l’anno scorso e’ stato veramente un inferno con una lunga coda nel caldo torrido e afoso dei sotterranei del palazzetto dello sport, stavolta invece tutto si e’ svolto con rapidita’, senza code eccessive e in un posto molto areato, per cui, fino a li tutto bene. Io e mio fratello ritiriamo i pacchi a la busta tecnica e con calma ci diamo appuntamento all’indomani.
Nottata tranquilla, forse un po’ breve per un’uscita con degli amici, ma tutto sommato ok, sveglia prestino e via in bici verso la griglia. Subito il problema del loro dimensionamento appare evidente…poche decine di metri dovrebbero accogliere centinaia di ciclisti del mio gruppo, ed e’ impossibile…scorgo pero’ con l’occhio che ci sono dei pettorali che dovrebbero stare piu’ indietro ed in effetti non c’e’ alcun tipo di presidio ad evitare i ‘soliti furbetti’, liberi di scavalcare le transenne o semplicemente entrare dalla porta principale. Vero, saranno anche state piccole di per se, ma se poi c’e’ gente che li non ci dovrebbe stare il tutto si complica…cosi’ per tre o quattro volte si viene ricompattati e le griglie ridimensionate per far posto a tutti: davanti a me almeno sei ciclisti fuori griglia….e a nulla e’ valso dirlo ne’ farlo presente ai giudici. Va bene cosi’…la prossima volta pero’ fotografo e filmo.
Al solito…pronti via, testa bassa e menare…la nuova posizione del via e il fatto di poter utilizzare la tangenziale compreso lo svincolo in entrata e uscita, favoriscono una partenza molto veloce e poi via lungo la tangenziale…Ovviamente, come al solito, soffro molto queste partenze, il cuore altissimo e il respiro affannoso, poi lentamente mi stabilizzo, soprattutto dopo la prima salitella.
Passate Stallavena, Lugo, Bellori…inizia la cronoscalata, la prendo con molta tranquillita’, mio fratello e’ dietro, l’ho perso poco dopo lo svincolo d’uscita perche’ non stava bene e mi ha praticamente costretto a fare la mia strada in ‘solitaria’, in effetti tra pensionati e gente che chiacchiera allegramente si sta pure bene, e salgo lungo tutta la cronoscalata fino a sopra Ronconi (tempo 40m32s contro 46m51s del 2011) senza spingere all’eccesso e poi giu’ in discesa e nei successivi saliscendi, sempre in compagnia degli altri, senza forzare in salita ne’ in discesa, complice l’asfalto bagnato (molto nella prima parte e nella parte dopo San Francesco che sarebbe stato bello fare lasciando scorrere di piu’ la bici). Bella questa deviazione, che fa saltare una salita ma aggiunge una discesa tecnica. Mi attacco poi ad uno che, passato Rovere’, va giu’ come un caccia (toccati 80.86km/h), accenno a passarlo per dargli il cambio ma non ne vuole sapere, e a me sta bene.
Arrivati allo strappetto dopo il bivio per Paravanto, mi pianto e lascio sfilare un gruppo che si era accodato, poi un paio mi passano quando mancano poche decine di metri e decido di non lasciarli andare per non fare tutto il resto della discesa da solo, e cosi’ mi attacco. Presto dei due ne resta uno solo con cui arrivo alla spianata finale, tira ai 47km/h poi dopo poche centinaia di metri si sposta e mi trovo davanti, ok…testa bassa e menare…cerco di mantenere il ritmo e ci riesco per un po’, poi, come sempre , mi sposto, mi faccio sfilare da tutti quelli che nel frattempo si sono accodati ma non ho le gambe per rilanciare e tornare sotto al gruppo, per cui rallento vedendoli allontanarsi e procedo lentamente, salvo poi, poco prima dell’ultima curva, recuperarne qualcuno e passarlo prima dell’arrivo, dove mio fratello mi sta aspettando gia’ in tenuta borghese.
Tempo finale 3h02m56s (3h25m53s mancano pero’ 13km e una salita), speravo di stare sotto le tre ore, ma quando sono rimasto da solo ho perso buona parte dello spirito e sono andato come se fosse un buon allenamento anche se tirato: pazienza, sara’ per il prossimo anno 😉


E cosi’ anche il terzo obiettivo primario per il 2012, la GF Eddy Merckx, se ne va, portando un buon risultato. Devo dire che l’impegno che ho cercato di infondere durante l’inverno e l’inizio di primavera mi ha dato modo di cogliere dei buoni risultati, ovviamente non in termini assoluti in quanto sono sempre nella pancia del gruppo e di certo non ho alcuna possibilita’ di emergere (ne’ cerco di farlo), pero’ vedere che ogni anno riesco a portare a casa qualcosa di buono e’ confortante ed aiuta a guardare avanti positivamente. Unico rammarico e’ il non essere riuscito a fare nessuno dei tre lunghi: pazienza, lo terro’ come obiettivo per il 2013.
Dicevamo la Eddy Merckx…ebbene si conferma come una delle migliori manifestazioni cui partecipi, forse anche piu’ della Nove Colli che paga lo scotto di un numero esagerato di partecipanti che e’ difficile gestire senza creare ingorghi e file. Qui siamo attorno ai 2500 partecipanti e dal ritiro pacco gara alla gara stessa non ho mai notato alcun problema tranne la coda per il pasta, pardon, riso party. Ma andiamo con ordine.
Stavolta mio fratello ha dato direttamente forfait per i soliti problemi fisici, pazienza, il suo pettorale viene riattribuito ad un ragazzo che si aggrega a noi e che affronta la prima granfondo dopo alcuni anni di stop: lo guardo e capisco che mi dara’ del filo da torcere 😉 anche perche’ e’ in griglia con me.
Sabato passa a prendermi Andrea, compagno di squadra stavolta in libera uscita, assieme a questo ragazzo, Roberto, e si va alla volta di Rivalta per il ritiro pacchi e busta tecnica: nessuna attesa ed un pacco gara veramente generoso comprendente anche uno smanicato Giordana. Rientriamo sperando nel meteo dell’indomani, visto che e’ prevista pioggia: sarebbe la quarta gara bagnata su quattro.
Domenica mattina sveglia alle 6, alle 6.45 si parte con il cielo minaccioso e pochi chilometri prima di Peri qualche goccia bagna il parabrezza ma poi nullaltro: infilo la mantellina nella tasca posteriore, olio sulle gambe e via in griglia. Stavolta le griglie sono ottimamente presidiate e di furbetti nemmeno l’ombra.Quattro parole, un’occhiata in giro, le 8.30 arrivano in fretta…
Pronti via…ale’…subito fuoco alle polveri, testa bassa a menare sui pedali come un fabbro ma dopo pochi km ecco il primo incidente: i soliti furbi che con decine di km davanti pensano che rischiando piu’ del dovuto nel primo pezzo si guadagni chissa’ cosa. Si riparte e via di nuovo in quel tratto di leggeri saliscendi (piu’ scendi che sali) che portano prima alla salita di Zuane, poi alla discesa verso passaggio Napoleone. A Domegliara il gioco cambia forma, e da un’allegra scorribanda comincia a trasformarsi in qualcosa di piu’ serio: si comincia a salire. La leggera indisposizione che ho a causa dell’aria condizionata in ufficio si fa sentire, poco, ma c’e’…il cuore lo sento un po’ troppo alto ed il respiro un po’ piu’ affannoso, ma nulla di importante: si sale su per la salita di San Giorgio-La Pela per arrivare alla salita che porta a Mazzurega. Salgo abbastanza bene. La discesa l’affronto come piace a me, senza rischi eccessivi me cercando di frenare forte e rilanciare in uscita. Segue poi il tratto di falsopiano che passando per il ristoro porta alla cronoscalata sulla salita delle cascate di Molina. Qui i tratti piu’ duri hanno fatto venire fuori l’indisposizione, con fatica a tenere il respiro e a doverlo controllare, ed in un paio di momenti sono andato veramente in crisi con le gambe che non ne volevano sapere, ma mi sono imposto di andare avanti (altre scelte in realta’ non si hanno…), controllare e recuperare. Al termine della cronoscalata (35m37s contro 40m52s del 2011) c’e’ il tempo per recuperare nei saliscendi fino a Fosse, da li su a Sant’Anna, di nuovo giu’ per tornare a Fosse per la discesa finale verso Peri.
La discesa l’affronto abbastanza bene, senza eccessivi rischi ma mi diverto a superare in staccata. Cerco pero’ di stare attento a non andare troppo avanti e rimanere in un gruppetto, in modo da avere compagnia nel successivo tratto in valdadige (primo tratto verso nord, secondo verso sud, sicuramente in uno dei due il vento e’ contrario…) e cosi’ finisce la discesa e ci immettiamo in statale. Grazie a due atleti del GS Cadidavid e ad un buon vento a favore, riusciamo a tenere i 50km/h ed i 5km che separano dal bivio spariscono in un lampo, poi sul cavalcavia autostradale si fanno da parte, cercano collaborazione e non ne trovano, rallentano e con loro un po’ tutto il gruppo, resta davanti uno, io secondo e comincia a tirare, 47km/h, dopo un po’ si sposta e tocca a me e cerco di mantenere il ritmo…per un po’ ci riesco poi lascio sfilare e vedo il gruppo andare avanti ma stavolta, a differenza della Cunego, riesco a reinfilarmi in mezzo…peccato che quello davanti a me, a sua volta, inizia a farsi staccare e mi tocca rilanciare per chiudere il buco. Arrivo sul rettilineo finale dove mi sposto tutto sulla sinistra per non dare fastidio a nessuno e faccio la volata con me stesso.
Come per la Cunego anche qui trovo compagnia all’arrivo, stavolta e’ Roberto in abiti borghesi: problemi con la catena gli hanno impedito di proseguire e ha dovuto dare forfait dopo pochi km, davvero un peccato.
Tempo 2h57m26s contro 3h19m42s del 2011, e stavolta il percorso e’ identico quindi il miglioramento e’ piu’ tangibile. Porto a casa quindi questa manifestione molto soddisfatto, convinto sempre piu’ che si tratta di un evento organizzato ottimamente (al pasta party con abbondante risotto all’isolana, prosciutto e melone, antipastino misto, pane, birra o acqua…peccato per i tempi di attesa ma il risotto e’ cosi’).
Ora lungo periodo di pausa in cui proseguiro’ le uscite, in vista della South Garda Road in cui dovro’ sconfiggere il Tesio…maledetto…quest’anno non assaggerai le mie tacchette.
La traccia su Endomondo.
Le mie discese:

E anche per il 2012 la nove colli e’ andata. Come ? Molto bene.
Tutto inizia il sabato mattina, o meglio, il venerdi’ sera con la preparazione della bici montando i copertoncini nuovi, una coppia di Schwalbe Ultremo ZX fornitimi dall’amico Max, del bagaglio e da una buona notte di sonno. Il sabato sveglia presto e poi via, recuperato dal fratellone, verso quel di Cesenatico: stavolta l’albergo e’ vicino all’arrivo. L’idea era di partire presto per cercare di arrivare prima delle 12, ora di partenza della Nove Colli Running, per assistere al via di Giancarla Agostini, un mito di fatica su due piedi e su due ruote, ma purtroppo siamo arrivati tardi ed erano gia’ scappati…peccato.
Primo giro di telefonate per recuperare il pacco gara, dall’altra parte dell’infernale apparecchio il cugino Flavio, venuto dalla Svezia per fare l’accoppiata Nove Colli-Lessinia Legend, recupero e poi alla stazione logistica presso lo stadio, dove l’aria e’ gia’ carica di adrenalina e festa. Con gran fortuna riusciamo a recuperare tutto qualche secondo prima della chiusura per pranzo e ce ne andiamo a mangiare. Pomeriggio breve sgambata verso Cervia giusto per muovere le gambe, e gia’ la mia Focus fa un rumore strano alla ruota libera oltre ad un rumore secco quando si spinge…l’ho appena portata dal meccanico a controllare il movimento centrale per un altro rumore che pare essere risolto e mi compare questo…chissa’ se e’ colpa di come ho rimontato il cerchio…ma non penso…tante possibilita’ di errore non ce ne sono…Comunque rientriamo in albergo infreddoliti a causa della perturbazione che sta portando parecchio vento. La sera il cielo si rasserena e la speranza e’ che il giorno dopo il sole faccia capolino, a dispetto delle previsioni che da tutta la settimana anticipano pioggia. Cena e a letto presto.
Domenica mattina il via e’ alle 6:00, per cui sveglia alle 3:50, vestizione ma mentre ho la testa nell’armadio a recuperare l’abbigliamento, una forte scossa di terremoto mi fa ballare. Un attimo di attesa che passi, ed il pensiero classico mi si forma nella testa: dov’e’ l’epicentro ? Perche’ se e’ vicino la scossa non e’ stata forte, ma se fosse stata lontana, tipo in Friuli…allora sarebbe stata una catastrofe…Decido di non pensarci. Mi dirigo a colazione, riso, un panino, un dolcetto e via a terminare la vestizione: opto per un estivo ma con la maglia da sotto primaverile e sopra una tuta in polietilene, tipo quelle che si vedono indossate dai RIS: la temperatura fuori e’ fresca alle 5:15 🙂
Alle 5:15 formiamo il gruppo e ci dirigiamo verso la griglia gialla. Tra tutto, commovente il minuto di silenzio dedicato agli eventi di Brindisi. In prossimita’ dell’ora di partenza mi tolgo la tuta da operaio (qualcuno aveva sorriso vedendomi arrivare, ma sicuramente nell’attesa hanno cambiato opinione 😉 ).
Ore 6:00 si parte…noi partiremo 15/20 minuti piu’ tardi, dopo che sono transitate le griglie che ci precedono. Al solito il ritmo e’ forsennato, tirati da mio fratello che salta di treno in treno sul filo dei 45km/h…come sempre ODIO queste partenze al fulmicotone, ma non posso fare nient’altro che attaccarmi al…treno e menare. In un ‘baleno’ siamo all’attacco della prima salita, il Polenta, che scorre via senza problemi, la gamba sta bene e arriviamo al secondo colle, il Pieve di Rivosco che pure passa senza grossi traumi, ma mi accorgo che il Capitano (mio fratello) oggi non e’ molto in forma e che inizia a soffrire, ne approfitto al termine di una discesa per fermarmi un paio di minuti da un meccanico a far controllare la bici in quanto il rumore e’ diventato forte e fastidioso, il responso e’ che non ha nulla, il cambio e’ regolato perfettamente ed allineato…pero’…il rumore continua…pazienza me lo terro’ fino all’arrivo.
Dopo poco mi raggiungono mio fratello e mio cugino e prendiamo la salita del terzo colle, il Ciola, dove salgo al mio ritmo, sganciandomomi dai miei compagni, ma poi rallento per far richiudere. Arriva poi l’ultimo colle, il Barbotto, dove mi metto ad andare ancora del mio ritmo, sfruttando il fatto che e’ una cronoscalata per vedere poi un confronto con l’anno precedente. Soffro meno l’ultimo chilometro e arrivo in cima abbastanza tranquillamente e, passato il traguardo mi fermo ad aspettare: prima arriva il cugino e poi il fratello. No, decisamente non e’ in giornata, ed infatti la fatica gli si vede in viso.
Inizia la fase dei saliscendi che ci avvicinano alla discesa finale che affrontiamo abbastanza bene, con buoni rilanci e cosi’ arrivano gli ultimi chilometri di piatto dove e’ fondamentale trovare il treno giusto, e lo troviamo…io e mio cugino ci aggrappiamo ad un gruppo che va ai 50/55 all’ora mentre mio fratello rimane attardato, lo aspettiamo e rientriamo assieme ad un altro gruppo meno performante…purtroppo ha commesso l’errore di rimanere nel fondo del primo treno, in mezzo a persone che, un po’ alla volta, si staccavano costringendolo a continui rilanci e recuperi.
Ma non importa…la gioia di tagliare il traguardo tutti insieme e’ cio’ che piu’ e’ importante: non conta il tempo, non conta il piazzamento, conta l’essersi divertiti nel fare una cosa assieme. E poi, e’ compito del gregario stare con il suo capitano, anche quando e’ in difficolta’.

Alla fine rientriamo con una bella giornata di sport, dove il meteo ha in buona parte fallito avendo fatto solo qualche goccia durante la gara (pur facendo freddino nel pomeriggio). Su Endomondo i dati del cellulare.
Analisi: l’anno scorso il percorso lo completai in 5:18:34, quest’anno in 5:01:58, probabilmente un 15 minuti li si sarebbero potuti limare, per cui…direi che sono contento, molto. Il lungo non e’, e non sara’ mai, alla mia portata, preferisco lavorare sul medio, non ho il tempo materiale per preparare corse cosi’ lunghe ed impegnative.
Un grande a Giancarla per l’impresa di aver portato a termine la sua nove colli running dopo aver fatto, venerdi’, i 200km in bici (e fortuna che non sa nuotare, altrimenti avrebbe fatto la prova completa con i 20km di nuoto…).
E tra due settimane…la Cunego.