Oggi si sono tenute le elezioni dei nuovi organi associativi del LugVR, associazione di cui sono stato socio fondatore, presidente e vicepresidente per molti anni, fino a stasera.
Non mi sono candidato per vari motivi, principalmente perche’ negli ultimi anni non ho avuto modo di seguire come avrei voluto l’associazione, ho cosi’ colto l’opportunita’ offerta da un gruppo di giovani e valenti (non necessariamente le due qualita’ insistono insieme πŸ™‚ ) persone che si sono proposte come un gruppo unitario, per far si’ che si candidassero e prendessero il testimone.
Da oggi, quindi, non ricopro piu’ alcuna carica nell’associazione ma sono sicuro che i neo eletti sapranno riportare il gruppo agli antichi splendori.
Voglio ringraziare i compagni di viaggio di tutti questi anni. Fare dei nomi non e’ mai bello, ma almeno Alessio Pennasilico merita una menzione speciale, per il tempo e la dedizione che ha sempre messo a disposizione dell’associazione e a me personalmente.
Buon viaggio, LugVR.

Ho appena pagato l’iscrizione alla GF Damiano Cunego 2012, domani mandero’ il fax per completare la parte burocratica.
Con questo ho completato le iscrizioni per il mio personale Trittico (non me ne voglia l’amico David Bardini se abuso del termine πŸ™‚ ):

  1. 20 maggio: Nove Colli (Cesenatico)
  2. 3 giugno: GF Damiano Cunego (Verona)
  3. 10 giugno: GF Eddy Mercx (Brentino Belluno – VR)

Non saranno le uniche, rimane la South Garda Road a settembre/ottobre, con una questione in sospeso con il Tesio, e magari vedere di metterci dentro qualcosa in piu’, giusto per migliorare ed aumentare il livello, certo e’ che queste tre sono molto ravvicinate, e l’intenzione sarebbe quella di arrivare a fare il lungo: continuo a ripetermelo, spero di convincermi πŸ™‚
Intanto sotto con gli allenamenti…alla bici ho aggiunto un po’ di running per migliorare il fiato, ho comperato la fascia cardio della Polar (la wearlink+ bluetooth) da usare in accoppiata con il software Endomondo (il mio profilo) caricato sul cellulare…vedremo se ne ricavero’ dei dati interessanti o meno.

Una delle cose che mi hanno colpito da quando frequento il mondo variopinto dei ciclisti, e’ questa ‘tradizione’ per cui nessuno dice come stanno realmente le cose riguardo lo stato di forma πŸ™‚
Che si sia al via di un giro turistico, un allenamento o una granfondo, senti da piu’ parti scusanti del tipo ‘ah, oggi ho le gambe di legno…’, ‘ieri ho mangiato pesante…’, ‘ho avuto un settimana difficile sul lavoro…’, ‘sono due settimane che non esco…’ πŸ™‚
Il che e’ comico, perche’ poi, quando si parte, tutti a menare come dannati, e guai a perdere la ruota del gruppo perche’ altrimenti recuperare diventa impresa improba…’chiudi chiudi’ ‘occhio che scappa’ ‘ale’ ale’…via via via…’ πŸ™‚
Questo lo scopri piu’ nelle granfondo, quando in griglia senti lamentele un po’ ovunque, poi in gruppo le difficolta’ spariscono dopo pochi chilometri, ed entri in una modalita’ in cui non sono le gambe a farti andare ma la testa. Le gambe sono importanti, fondamentali, ma l’aspetto psicologico e’ alla base, perche’ senza quella non ti alzeresti sui pedali per spingere le ultime centinaia di metri di uno strappo, non chiuderesti il buco che si sta formando con quello davanti, non ti alzeresti alle 7 di un sabato qualsiasi d’inverno per uscire con un gruppo di pazzi furiosi e lamentosi…

Ieri mattina alle 10.00 si sono aperte le iscrizioni alla Nove Colli 2012, edizione 42, ed io ero li, in pole position per prenotare un posto per me, mio fratello ed altri due della squadra e, special guest star, il cugino direttamente dalla Svezia: prenotazione 199 per la squadra e dopo pochi minuti 845 per il cugino.
Inizia cosi’ l’attesa per l’avventura sportiva principale del 2012, che si terra’ il 20 maggio, piuttosto ravvicinata ma cerchero’ di arrivare il piu’ preparato possibile perche’ l’obiettivo e’ di fare il lungo: 200km per 3840m di dislivello…tanta la distanza e tanta la salita, ma e’ cosi’, la fatica e’ la benzina del ciclismo.
Aspettiamo quindi che esca qualche data per vedere se c’e’ qualche granfondo di avvicinamento.

Con la South Garda Road 2011 chiudo la stagione ‘agonistica’ 2011.
Com’e’ andata ? Direi piuttosto bene, non tanto per il risultato che ritengo assolutamente secondario (356mo di categoria e 370mo assoluto su 394), ma per altri aspetti.
Prima di tutto e’ stato il mio primo lungo, e gia’ questo e’ fonte di un’enorme soddisfazione…sono passi che si fanno, uno alla volta, alla ricerca di nuovi obiettivi, sperando un giorno di arrivare a farne di piu’ impegnativi (Cunego ed Avesani in primis); e poi proprio per come si e’ sviluppata la mia gara, riuscendo a rimanere in un gruppo, nonostante gli strappi che l’anno scorso mi hanno messo fortemente in crisi.
Detto questo passiamo al resoconto.
Sveglia alle 6, arriviamo alle 8, ci prepariamo tranquilli, salitella leggera di riscaldamento e via in griglia, la penultima πŸ™‚ Gli attimi che precedono il via passano rapidamente e gli odori dei vari olii per massaggi si mischiano a quello lacustre formando una strana miscela.
Pronti, via…al solito soffro questi momenti ma devo dire che questa volta meno del solito. Mio fratello e’ gia’ avanti, scivolando tra gli altri ciclisti, io non riesco, lo riprendero’ piu’ avanti quando lui rallentera’ per aspettarmi. Anche i primi strappi passano rapidamente e meglio di come ricordo fosse accaduto l’anno scorso. Anche le salite passano rapide e arrivo a bivio medio-lungo abbastanza tranquillo e qui viro per il lungo. ‘Alea iacta est’ grido a mio fratello, e via verso l’incubo di giornata, il monte Tesio:

Purtroppo, secondo me, il grafico non e’ molto fedele…devo vedere come verranno calcolati i miei dati GPS…la salita e’ semplicemente…terribile. Dura, lunga…non e’ uno strappo…il primi due chilometri sono tutti duri, un collega pedalatore, prima dell’ultimo strappo, ha registrato un 21% di pendenza. Purtroppo i miei sogni di passare indenne si infrangono proprio prima dell’ultimo muro, dove mi fermo 3 minuti a recuperare il fiato: avevo gia’ valutato l’ipotesi di girare la bici e tornare indietro almeno un paio di volte. Alla fine riparto, supero il muro e poi entro nel boschetto dove si riesce a pedalare con maggior agilita’ e raggiungo la cima e mi fermo al ristoro.
Poi via, scendiamo con un gruppo e poi arrivati sul piano iniziamo a tirare. Iniziamo con un gruppo di circa otto, ma che tirano siamo in tre, massimo quattro. Qualcuno cede, ma la questione ‘fagiani’ continua: prendiamo altri, altri ne perdiamo, ma immancabilmente c’e’ chi arriva al secondo o terzo posto del treno e si lascia sfilare pur di non tirare, in particolare un piccoletto con due quadricipiti da paura che sugli strappi esce di sella e si fa avanti, per poi mollare appena spiana e piazzarsi dietro: ora, va bene, ognuno deve fare quello che puo’…tira un chilometro, cinque, dieci, ma fai qualcosa…vabbe’, la strada passa abbastanza veloce, si tratta di fare 70 chilometri di saliscendi. Arriviamo al ristoro e ci fermiamo in tre, i fagiani proseguono: li raggiungeremo in seguito, soprattutto il piccoletto verra’ superato ad almeno 5 chilometri in piu’, prendendolo di sorpresa e rendondogli cosi’ impossibile il riaggancio.
Proseguiamo, al cartello dei meno dieci chilometri all’arrivo mi prende un po’ di sconforto, ero convinto di essere piu’ vicino ma proseguiamo.
Ai meno tre chilometri mio fratello si lascia sfilare e si mette terzo dietro di me, fino al meno uno quando esce el grido di ‘SCATTA GILBERT…’ si mette ai 45 all’ora superandoci, io rispondo accelerando e gridandogli che un chilometro e’ troppo, dietro sento la ruota libera della persona che era davanti e che e’ riuscito pure ad accelerare, gli altri rimangono indietro. Proseguiamo, guardo con ansia i cartelli dei centinaia di metri che calano, oramai non riesco piu’ a spingere e devo stare per forza in scia quando un paio di persone mi attraversano la strada: faccio per mandarle gentilmente a quel paese e non mi accorgo di una curva a novanta gradi e per poco non finisco contro le transenne, perdendo cosi’ mio fratello. Non riesco a rilanciare e arrivo col mio passo, non senza aver visto mio fratello che veniva superato praticamente sul tappeto di arrivo. Un chilometro era troppo πŸ™‚
Ora via…si prosegue con le uscite standard e cerco di fare pero’ lavori piu’ mirati con un obiettivo: il lungo della nove colli.
Potete vedere la registrazione GPS su Endomondo.com

Ogni tanto (a dire il vero ogni poco) arrivano avvisi di fantomatici pedofili che scruterebbero profili su facebook alla ricerca di foto di bambini, e di conseguenza inviti a non accettare amicizie da tizio, caio o sempronio.
Ovviamente e’ del tutto superfluo sottolinerare che, come i virus non arrivano con email dall’oggetto ‘hey mio nome e’ Sonja’, cosi’ i pedofili di certo non vanno in giro per facebook alla ricerca di amicizie di cui guardare le foto. Questi personaggi hanno ben altri modi per cercare materiale (e probabilmente non si interessano di bambini in costume, per quelli basta andare in spiaggia, al mare o cercare su images.google.it…) e soprattutto non sono cosi’ facilmente rintracciabili, altrimenti la polizia postale li avrebbe gia’ stanati.
Questo atteggiamento del ‘io condivido l’avviso’ fa parte del cosiddetto slacktivism, ovvero ci si mette l’animo in pace con il fatto di avere fatto un click e aver condiviso l’appello: se veramente siete a conoscenza di eventi delittuosi come la pedofilia dovete andare dai carabinieri o alla polizia e sporgere denuncia…ci penseranno loro a smascherare il personaggio.
Altra cosa, se qualcuno mette online delle foto dei figli al mare significa che vuole che la gente le veda, se non vuole non le pubblichi !!! E se limita l’accesso solo agli amici, almeno stia attento a chi concede l’amicizia…
Occhio alle bufale…basta una semplice ricerca su google per evitare prese in giro.

Un piccolino si aggira, di tanto in tanto, per casa. E’ Ruby, come ho chiamato il robot aspirapolvere iRobot Roomba 555:

Comperato dopo aver ricevuto un volantino che lo pubbliczzava con lo sconto del 27% circa, e’ stato messo subito all’opera e che dire…FIGATA πŸ™‚
Le pulizie di casa sono sempre una rottura di scatole che spesso viene relegata al sabato, ma durante la settimana un po’ di polvere o altro che cade sul pavimento si accumula ed e’ fastidioso e non sempre si ha il tempo di passare l’aspirapolvere, e Ruby e’ stata un’ottima soluzione. Al mattino lo faccio vagare per casa nella zona giorno, al pomeriggio alla zona notte ed il risultato e’ ottimo, visibile nella cassetta filtro.
Se non vi piace passare l’aspirapolvere (immagino non piaccia a nessuno) e volete risparmiare tempo, pensateci πŸ™‚

Era uno degli obiettivi dell’anno scorso, purtroppo rimandato ma quest’anno, dopo un primo rinvio, e’ stato messo nel carniere: il sellaronda, ovvero il giro del gruppo del Sella.
Fatta qualche volta in moto in passato, oggi e’ stata la prima volta in bici: FANTASTICO. La soddisfazione e’ stata un qualcosa che solo l’avere raggiunto un obiettivo sognato da tempo e raggiunto con sudore e fatica puo’ dare.
Mio fratello e’ passato a prendermi alle 7:00, e poi via in direzione nord, giornata che si preannuncia soleggiata e calda. Parcheggiato in un bel paesino poco prima di Canazei, preparativi di rito e poi via, all’attacco del primo dei quattro passi, il Passo Sella, quello che dovrebbe essere il piu’ impegnativo. Ed in effetti cosi’ e’ stato, soprattutto perche’ arrivato prestino e con la gamba ancora in fase di assestamento. Incrociamo una coppia, lui con gamba stratosferica che se ne saliva fuorisella con il 50 (o il 53) e dietro una ragazza molto piu’ agile e che dopo un po’…e’ sparita dalla visuale πŸ™‚ Saranno gli unici nella giornata a lasciarci indietro πŸ™‚

Lunga discesa e poi via di nuovo a salire per Passo Gardena, qui la salita e’ piu’ pedalabile anche se si mantiene su una buona pendenza. Arrivati in cima era oramai ora di pranzo e ci siamo fermati per un panino (e vabbe’, un pezzo di strudel in due πŸ™‚ ).
Seconda discesa, un po’ rovinata da pezzi di asfalto nuovo trasversali, e poi su di nuovo verso Passo Campolongo, che si presenta poco impegnativo se si tolgono i primi tornanti, ma affrontabile senza eccessiva difficolta’ anche perche’ si trova ad un’altitudine non elevata quindi anche la strada e’ corta.
Breve discesa per poi affrontare il Passo Pordoi. Qui la salita e’ stata piu’ impegnativa…un po’ per la stanchezza accumulata ma anche perche’ la salita stessa presenta effettivamente tratti piu’ ripidi ed una buona lunghezza.
Pero’…arrivato in cima, al cospetto del monumento dedicato al Campionissimo, tutta la fatica e’ scomparsa, assieme al dolore muscolare che, gia’ sul Sella aveva fatto capolino facendo il pari con un altro paio gia’ presenti πŸ™‚
Veloce discesa di nuovo verso Canazei, gelatino e rientro…
Giornata fantastica ed un nuovo obiettivo raggiunto πŸ™‚ Ora sotto con gli altri…il prossimo dovrebbe essere il Baldo partendo da Mori fin su a Rifugio Graziani.
Ovviamente un grazie a mio fratello per avermi accompagnato…e’ merito suo se ora sono qui a parlare di giri in bici che, fino ad un paio d’anni fa mi sarebbero stati possibili solo in moto.
Ecco i dati GPS, purtroppo il cellulare ha terminato la batteria poco prima del Pordoi, spero che il logger in piu’ possa essere piu’ completo.


Alla fine e’ arrivata, una Focus Cayo 2.0 montata Ultegra πŸ™‚
Ci ho pensato sopra a lungo, indeciso se tenere la fidata Lee Cougan di oltre 10 anni, se prendere un usato o puntare sul nuovo. L’indecisione e’ durata qualche settimana, ma poi ho preso la decisione di andare su una bici nuova: misure giuste, componentistica non usurata, garanzia e niente sorprese, oramai rimanere sul vecchio mezzo stava diventando problematico, non tanto per la bici in se’ che faceva onestamente il suo lavoro, quanto per i continui problemini, allo sterzo, al movimento posteriore, al cambio e al deragliatore, in piu’ era molto rumorosa proprio nella guarnitura anteriore e lo sferragliare stava diventanto…fastidioso πŸ™‚
Quindi eccola qui, la mia nuova compagna di giochi e di avventure, pronta a stare al mio fianco (in realta’ sotto) per altri numerosi chilometri di salite e di discese, di sfide con me stesso, di vittorie e di sconfitte, ma sempre cercando di essere soddisfatto della prestazione.
Chissa’…se me lo fossi chiesto tre anni mi sarei dato del pazzo, oggi mi e’ sembrata una scelta piu’ che ovvia.

Inattesa, inaspettatamente dura e ottimamente organizzata. Questo potrebbe essere il riassunto dell’edizione 2011 di questa Gran Fondo.
Inattesa in quanto non era prevista nel ‘calendario’ personale, infilata dentro lo scorso week end in fretta e furia e pagando il supplemento ‘ritardatario’, nonche’ guadagnandomi l’entrata in ultima griglia; inaspettatamente dura perche’ sebbene fosse una decina di chilometri in meno della Cunego e con circa 200m in meno di dislivello, le due cose messe insieme hanno dato una sferzata alla ‘cattiveria’ delle salite, che presentavano tratti piu’ impegnativi rispetto alla gara dedicata al ciclista di Cerro; ottimamente organizzata perche’ non ho rilevato problemi di sorta, veloci alla consegna del pacco gara, ottima dislocazione sul percorso, strade tutto sommato buone (ma non dipende dall’organizzazione) e ottimi ristori durante e post gara.
Sveglia alle 6.00, ultimi controlli e via verso quel di Brentino Belluno: oggi sono da solo. C’e’ gia’ movimento, ciclisti in fase di riscaldamento nonostante manchino piu’ di 40 minuti al via, fissato per le 8.30, auto che arrivano e cercano parcheggio, cittadini incuriositi (o incazzati) alle finestre. Mi avvio verso la griglia passando davanti al via, allungo gli occhi per vedere se vedo qualcuno da salutare ma stranamente non noto Gabriele Orsi (arrivera’ 13mo assoluto sul lungo), solitamente piuttosto in anticipo, sfilo camminando il serpentone delle transenne, le griglie sono presidiate anche dai militari per cui nessuno si lamentera’ dei soliti furbi. Cerco Roberto Ghilardini sempre per dargli un cenno di saluto, ma non vedo nemmeno lui, nel frattempo Gabriele mi passa a fianco in senso contrario giusto per un ‘Ciao Gabri’. Incontro un altro paio di amici, Alberto e Giancarlo, con i quali scambio due parole e poi via, in fondo, ma proprio in fondo, ai partenti πŸ™‚ Il primo pezzo e’ tutto da fare in velocita’, spero che ci sia qualcuno con la voglia di tirare un treno anche qui dietro, non trovarlo significherebbe perdere un sacco di tempo solo per arrivare a Domegliara. Fortunatamente prima del via le griglie vengono un po’ compattate, quindi posso addocchiare qualcuno da agganciare.
Via…i pedali iniziano a girare, mi sento abbastanza bene per cui salto da un treno all’altro, cercando di trovare qualcuno con il ritmo giusto e la strada corre veloce fino alla salitella di Zuane, la faccio bene non certo come l’ultima volta quando avevo 140km nelle gambe, poi sempre in velocita’ si arriva a Domegliara, dove, passato il paese, mio fratello, la Federica e Andrea (tutti Verona Bike – Sportler) mi attendono per accompagnarmi nelle successive salite.
La prima e’ quella verso Mazzurega, non impossibile ma con dei tratti un po’ piu’ impegnativi, in particolare il primo chilometro. Un dolore al gluteo che mi e’ uscito dopo la Cunego inizia a darmi fastidio, prendendo anche il ginocchio…faccio finta di non sentirlo, cambio la pedalata andando piu’ a fondo con il tallone e pare che la situazione migliori un po’. Arrivati sopra inizia la discesa verso Fumane, bellissima e veloce, come piace a me.
La seconda salita, quella vera, e’ quella che sale a cascate del Molina in una cronoscalata dedicata al Cannibale, e poi proseguire fino a Fosse. E’ una salita strana, con tratti piuttosto duri, mai troppo semplice in cui e’ importante recuperare nei brevi tratti in cui diventa piu’ pedalabile. La gente e’ tanta, il ritmo buono, il gluteo continua a farmi male, in genere e’ sopportabile, ma a volte mi fa venire la malsana idea di lasciar stare e rientrare, ma fortunamente la testa riesce a cacciare indietro questi malsani pensieri.
A Fosse si gira per Sant’Anna d’Alfaedo su un altro tratto in salita ma su cui si va piuttosto veloci e noto con piacere che da un po’ non sento piu’ dolore alla gamba, segue poi una veloce e breve discesa, per poi risalire di nuovo a Fosse. Il grosso e’ fatto. Giu’ in picchiata lungo la Peri-Fosse, mi diverto come un matto a sorpassare gruppi di ciclisti, mettendo un po’ a frutto anni e anni di moto, tirando le staccate πŸ™‚
In fondo valle, mancano 10km eppure Rivalta e’ dall’altra parte dell’Adige e c’e’ un comodo ponte proprio qui davanti πŸ™‚ Trovo due persone (mi pare della Turnover) cui chiedo se posso attaccarmi a ruota, cenno positivo e via, a tutta per l’ultimo tratto, poi arrivano altri che si agganciano dietro fino a formare un bel gruppo. Sto bene, la gamba va tranquillamente e riesco a rilanciare nei momenti in cui qualcuno cerca di allungare il passo.
Al cartello del -1km la gomma davanti inizia a molleggiare, segnale inequivocabile di una foratura, ma non voglio mollare il gruppo per cui continuo a spingere; l’ultima curva secca a 50m dal traguardo la prendo con mille attenzioni, cadere e’ un attimo ma alla fine, pur con la gomma praticamente a terra riesco a tagliare il traguardo: 3h15m39s di real time
Riconsegno il chip (coda causa problemi tecnici pare, ma una volta che si sono decisi di dare i soldi senza troppi controlli si va via veloci), spingo la bici per oltre un chilometro fino alla macchina, carico armi e bagagli e me ne torno a casa, soddisfatto e contento come una Pasqua, canticchiando le canzoni che passa la radio. Il gluteo ricomincia a farsi sentire, e continuera’ a farlo per il resto della giornata πŸ™‚ ma ormai non mi interessa piu’.