Manca una settimana al mio personale trittico 2012: nove colli il 20 maggio, granfondo Damiano Cunego il 3 giugno e granfondo Eddy Merckx il 10 giugno.
L’idea iniziale, quando ho pensato a questo tris, era di fare i lunghi, almeno alla nove colli…beh, e’ stato un ottimo stimolo ad uscire in inverno, di sera e tutte le volte che ho potuto (su Endomondo.com) ma purtroppo devo ammettere che non e’ stato abbastanza. Avrei dovuto (come ho gia’ contemplato in passato) fare allenamenti piu’ mirati e dedicati, ma la bici e’ principalmente un divertimento e non un’attivita’ da vivere come un impegno, per cui…alla fine mi sono allenato come ho sempre fatto, uscendo, pedalando e divertendomi. E quindi…quasi sicuramente alla nove colli il lungo non lo faro’…200km per oltre 3800m di dislivello sono ancora inarrivabili. Cunego e Merckx hanno chilometraggi piu’ ridotti e un po’ meno dislivello…chissa’…
Questa settimana di attesa la passero’ tranquillamente…uscitina martedi’ e giovedi’ sera per muovere le gambe, ma devo anche pensare a far controllare la bici in vista degli impegni e poi, sabato…si va a Cesenatico.

Ieri ho corso la prima gara dell’anno, la Granfondo 3 laghi, giunta alla sua 11ma edizione.
Se dovessi riassumere in una parola la giornata, potrei scegliere…ACQUA πŸ™‚ Potessi sceglierne due…TANTA ACQUA πŸ™‚ Ma come dice il proverbio ‘mal che si vuole non duole’, ed infatti mi sono divertito come al solito, nonostante tutto. Ma partiamo dal principio…
‘Era una notte buia e tempestosa…’, ah no…questa la lasciamo a Snoopy…dicevo…avevo voglia di mettere in calendario una gara pre 9 colli (che si terra’ tra un mesetto…) in modo da verificare lo stato della gamba ed avere le idee piu’ chiare su come modificare eventualmente le uscite o dichiarare forfait per il lungo e puntare come l’anno scorso sul corto. La scelta e’ caduta su questa gara che non ho mai fatto e che si teneva relativamente vicino a casa, per cui mi sono iscritto.
Sabato ritiro pacchi gara con Andrea S., una pioggerellina fastidiosa ci ha accompagnati lungo tutto il pomeriggio, pioggia che gia’ nella settimana prima aveva lasciato spazio al sole solo per la giornata di giovedi’. La speranza, vana guardando i siti meteo, era che il tutto si fosse sfogato e che per domenica ci fosse, non dico il sole, ma almeno non piovesse. Pacco gara (copiando l’abitudine dell’amico Orsi Gabriele a fare un pagellone) infimo: una bustina campione di integratore, un paio di calze e una bottiglietta da 500cc di acqua, il tutto in un sacchetto di plastica (nemmeno biodegradabile) tipo supermercato: piuttosto, dico io, date i soldi in beneficenza.
Tornando al meteo e alla speranza di non pioggia…cosi’ non e’ stato πŸ™‚ Domenica mattina sveglia alle 4.30 perche’ la partenza e’ alle 8.00…spiegabile solo con il fatto che dovendo fare un pezzo di gardesana, il nostro passaggio avrebbe intralciato (mi chiedo chi, al 15 di aprile…). Le speranza di una gara asciutta si sono dissolte appena guardato fuori dalla finestra, colazione con riso e olio, carico della bici, recupero fratellone e via sotto una bella pioggia, all’autogrill recuperiamo Andrea S. e un altro compagno d’avventura. Dovremmo trovare anche i fratelli T., componenti della squadra, direttamente a Desenzano.
Io e mio fratello abbiamo gia’ deciso che si parte comunque, Andrea S. e l’altro decidono di dare forfait, i fratelli T. non si vedono. Preparativi canonici, abbigliamento scelto una via di mezzo tra estivo (pantaloni corti) e semiinvernale sopra completo di giubbino impermeabile, abbondante olio riscaldante sulle gambe e via in griglia giusto un minuto prima del via, praticamente ultimi πŸ™‚ L’acqua scende piuttosto forte e cosi’ sara’ salvo alcuni momenti in cui calera’ un po’, per tutto il tracciato.
Sfilata la prima griglia tocca a noi e subito, come al solito si parte forte, troppo forte per i miei gusti, ma ci si adatta…perdere il treno significa doversela fare tutta da soli. Si viaggia sui 40/45, specie sui tratti in falsopiano a scendere dove si tocca qualche punta in piu’ (purtroppo la pioggia mi ha sconsigliato di prendere il cellulare, quindi niente endomondo), poi si inizia a salire…il gruppo in cui sono e’ abbastanza omogeneo, le divise che vedo attorno sono sempre le solite, a volte passano quando rallento, poi le sorpasso io quando recupero, la gamba sembra girare bene. Nel forum Antonio T. parlava di panorami bellissimi…ma io vedo solo acqua, nebbia, nuvoloni minacciosi…i laghi che danno il nome alla gara li vedo a sprazzi. Al GPM in quota io e mio fratello decidiamo di fare il corto: il freddo si sta facendo sentire e lui sta soffrendo dall’inizio della salita per problemi fisici. La discesa l’affronto con estrema cautela…ho le gomme troppo gonfie (probabilmente) e il copertoncino troppo liscio (sicuramente), per cui scendo (come si suol dire in gergo motociclistico) guidando sulle uova. Alla fine della discesa c’e’ il tratto di vallonato che porta all’arrivo e qui l’importante e’ stare in gruppo, coperti (che significa bere un sacco di acqua alzata dalla ruota di quello davanti…) e menare…riesco a stare tranquillamente in gruppo, a tirare quando e’ il mio turno e a pensare male di quelli che si sfilano dal treno per fare i fagiani e tornarsene dietro πŸ™‚
Tutto procede, tra una rotonda e l’altra, un incrocio non presidiato e l’altro, un’auto che esce a cui si deve urlare e l’altra…Convinto che l’arrivo fosse a 90km, vedere il cartello ‘ultimi 10km’ quando ne sono stati fatti 89 e’ stata una doccia fredda (un’altra ???) πŸ™‚
Sul rettilineo di arrivo spingo e vinco la volata per il gnegnegnesimo posto πŸ™‚
Cambio, ristoro veloce (dove troviamo Antonio T. che era partito appena dietro di noi…) e, mezzo intirizzito e tremante, ce ne torniamo a casa.
Alla fine, come sempre, mi sono divertito un sacco, nonostante la pioggia, nonostante il freddo (alcuni sono stati soccorsi in ipotermia…), nonostante tutto.
Ah per la nove colli ? In questo momento l’idea e’ piu’ per il corto…difficilmente riesco ad allenarmi piu’ di quello che sto facendo ora, forse dovrei puntare sulla qualita’, ma ad un mese e’ difficile riuscire a recuperare la quota di dislivello che mi manca nelle gambe…Staremo a vedere, intanto vedo se riesco a mettere qualcosa d’altro in calendario, giusto per gustare nuovamente il clima.

Ieri la giornata era bella tiepida…per cui ho pensato di prendermi un giorno di ferie e raccogliere l’invito del collega Massimiliano per un’uscita in bici, cui poi si sono aggiunti lo zio e un altro ciclista (poi rientrati anticipatamente dopo 40km circa).
Devo dire che e’ stata una decisione quanto mai azzeccata πŸ™‚ Ho rischiato l’abbigliamento quasi estivo…pantaloncini corti, intimo in cotone con maniche corte, maglietta estiva e manicotti per i primi chilometri, piu’ un po’ di olio sulle gambe per aumentare un po’ il riscaldamento (ma poco, essendo estivo) quello estivo. Azzeccatissimo…si stava benone e finalmente mi si ricaricano un po’ le batterie al sole, un po’ come Daitarn III πŸ™‚
Partenza da Vigasio, poi via lungo i saliscendi dell’entroterra del basso Garda, fino a San Martino della Battaglia (dove ho visto un 23 gradi di temperatura !!!) per poi rientrare dopo una pausa a Peschiera. L’andamento e’ stato abbastanza tranquillo nella prima parte, poi rimasti soli io e Massimiliano, abbiamo spinto un po’ di piu’ con qualche bella accelerata, peccato che avesse il cambio praticamente bloccato sul 50 πŸ™‚
Il tracciato su Endomondo
Massimiliano

Alcune settimane fa, il compagno di squadra Antonio, scrisse sul forum a proposito di una granfondo che si terra’ il 15 aprile: la XI Gran Fondo giro dei 3 laghi.
La gara si svolge su due percorsi, 130km (google earth restituisce 124km per 2362m di dislivello) e la 96km (google earth restituisce 94.6km per 1636m di dislivello). L’idea, mancando piu’ di un mese, e’ quella di puntare ai 130km, sara’ un buon test un mese prima di dar fuoco alle polveri con la Nove Colli.
Per ora ho fatto la parte piu’ semplice: iscrizione e pagamento πŸ™‚

Chi ha del tempo da perdere e legge questo mio blog da un po’ di tempo, si ricordera’ che parlai dei ‘vecchi nemici’, ovvero di quelle salite che immancabilmente si trovano pedalando, e che ci fanno penare. Ne riportai un paio, ad esempio e la seconda era quella che partendo da Castelletto di Brenzone porta a San Zeno di montagna:

Questa salita l’ho affrontata due volte in precedenza. Alla prima mi era sconosciuta e ci venni portato…affrontata con sana incoscienza dovetti fermarmi almeno quattro volte a riprendere fiato, decisamente non ero allenato. La seconda volta l’affrontai l’anno scorso in solitaria, prima della South Garda Road 2011, per tastare il livello di preparazione in vista del salita del Tesio, con il risultato di essermi piantato pochi metri dopo il tornante fuori la contrada, cosa che poi si ripete’ proprio la settimana successiva alla Gran Fondo sull’ultimo strappo.
Ebbene sabato ci sono tornato, il bello delle salite e’ che sono sempre li, non vanno da nessuna parte, e sono sempre lo specchio della preparazione. Questa volta ce l’ho fatta, con calma, ma sono riuscito a mantere i piedi sui pedali e a salire e, alla fine, a portare a casa un giro da 105km (piu’ spiccioli per arrivare a casa).
Sono molto soddisfatto, in particolare per il fiato che ultimamente mi pareva piuttosto scarso ma che invece son riuscito a tenere controllato. Se queste sono le premesse, devo dire che ai prossimo appuntamenti ci sara’ da divertirsi…sempre in fondo, sempre tra gli ultimi, ma qualche obiettivo personale riusciro’ a raggiungerlo.
L’allenamento su Endomondo.com.

Ieri sono stato con altri nove della squadra ad affrontare la prima (e probabilmente unica gara) in MTB del 2012, quella che per me e’ l’appuntamento di apertura stagionale, ovvero la gara di S. Valentino in quel di Locara (VR).
Molte parole si potrebbero usare per descriverla, ma una sola e’ la piu’ adatta: EPICA.

(album di Marco ‘Marcante’ Tenuti: QUI
La gara ha inizio come sempre il sabato, quando io e mio fratello ci diamo appuntamento, per andare a ritirare pacchi gara e numeri di gara per tutti, poi sul posto troveremo anche Andrea & The Family. La temperatura e’ bassina, le previsioni meteo danno per l’indomani un ribasso ulteriore e possibilita’ di neve. La scarsa affluenza al ritiro pacchi e’ gia’ un sintomo di una partecipazione inferiore al previsto, vedremo chi avra’ il coraggio di presentarsi in griglia per poi partire. La mia idea e’ chiara: non voglio soffrire…se sara’ dura virero’ direttamente al chiosco degli alpini alla prima curva πŸ™‚
Notte agitata, come sempre: com’e’ la preparazione ? Sara’ un’agonia ? La realta’ e’ che sto cercando di impegnarmi ma risultati qui non se ne vedono e il primo confronto con altri bikers e’ sempre un rischio per il morale.
Sveglia presto, colazione con il classico the e le quattro fette biscottate con la crema alla nocciola (no, non la nutella), preparazione borsa, carico bici e via a recuerare il fratello con la superTipo. Pausa brioche in pasticceria, dove ci raggiungono gli altri e poi in gruppo verso Locara. Gia’ sulla strada a pochi km dalla meta inizia a nevicare copiosamente. Parcheggiamo, e subito notiamo che non c’e’ la ressa, ma forse siamo noi ad essere in anticipo. Il freddo e’ pungente e la nevicata non accenna a calare, niente di meglio di una sosta al chiosco abusivo degli alpini a bere brule’ (io passo…magari dopo grazie).
Vestizione, ultima fase di scarico liquidi in eccesso e poi in griglia, pettorale 323. Gente ce n’e’ ma lo spazio tra le griglie e’ parecchio. Cinque minuti o poco piu’ d’attesa e via, si parte, come sempre…a tutta.

(io sono lo scemo che alza il braccio a 0:23 ahah πŸ™‚ )
Subito mi pento di non avere la mantellina impermeabile, sulla strada la neve e’ acqua che si alza per opera dei biker davanti che per le mie ruote e temo di bagnarmi tutto e patire il freddo…mi guardo intorno, la maggioranza non ha nulla, per cui mi convinco di essere nel giusto: alla fine sara’ cosi’, ma per fortuna che avevo la giacchina leggera antivento, qualcosa ha sicuramente fatto (con essa gli strati ammontavano a quattro piu’ il pantalone che nella versione invernale arriva all’altezza del petto).
Prime fasi che viaggiano piuttosto veloci, cerco di stare con mio fratello ed Andrea e non patisco esageratamente, primo segnale positivo visto che gli anni scorsi gia’ in questi momenti ero in forte difficolta’ per la mia lentezza a entrare in movimento. Mio fratello dopo un po’ si stacca: l’idea era di farla tutti assieme noi della squadra, io pero’…non ci riesco…voglio fare il mio ritmo, vedere come sto e cosa riesco a fare di mio, per cui resto assieme ad Andrea che adatta il suo passo al mio. La neve continua a scendere copiosa, ormai sul terreno c’e’ gia’ un bello strato di neve fresca che solo sulla traccia nei campi e’ premuta dove altri (tanti) bikers son gia’ passati.
Mio fratello molla, vuole attendere gli altri della squadra rimasti indietro, rimaniamo solo io e Andrea. Tra un ‘ghe sito’-‘son qua’ e l’altro, arriviamo al primo strappetto, salgo abbastanza bene, supero addirittura qualcuno, ma Andrea si vede che ne ha molta di piu’…gli venisse un brufolo alla natica, non fa niente ed ha sempre un gran motore…se solo si allenasse avrebbe delle soddisfazioni. Comunque, mi aspetta ed e’ cosi’ finche’ non trova qualcosa per cui abbandonare il suo fido scudiero: una gnocca…’andemo a ciapar la gnocca ?’. Io preferisco non forzare e continuare del mio, lo lascio andare e proseguo da solo.
Paesaggi meravigliosi, la bici che prosegue imperterrita nonostante il terreno innevato, sembra di essere in Siberia…un volontario mi accenna che ci sono -5 gradi, ma sinceramente non li sento, sto bene, anche le mani ed i piedi sono caldi. Si deve pero’ fare molta attenzione, soprattutto uno come me che non ha alcuna tecnica di guida: i sassi rimasti scoperti gelano e fanno slittare la ruota davanti, non si puo’ frenare con l’anteriore, le curve vanno comunque affrontate con mille cautele. Su uno scalino ghiacciato e’ solo grazie all’intervento di un volontario che, aggrappandosi ad un albero con una mano e tirando su le bici, fa in modo che si riesca a passare: a spingerla non si sarebbe riusciti senza grossa fatica, visto il fondo ghiacciato.
Proseguo bene, sto bene, mi godo nei tratti piani e ricoperti di neve e senza sassi, il meraviglioso paesaggio innevato che mi circonda, scambio quattro parole con altri. E’ bello, mi sto divertendo un sacco.
Mio fratello e Paolo mi raggiungono e mi sorpassano, cerco di tenere la loro ruota e per un po’ ci riesco, poi su un tratto piano vedo un biker fermo che chiede a tutti una bomboletta d’aria: il suo tubeless ha dei problemi. Nessuno si ferma, ed il buon samaritano che e’ in me mi impone di dargli una mano. Controllo il borsellino e no…camera d’aria, leve ma niente bomboletta…pero’ ho la pompa: gliela lascio…non posso andare via con un biker perso in mezzo al nulla, nella neve, in balia dei lupi e degli orsi :). Addio pompetta, e addio compagni di squadra, ormai avanti.
Proseguo di nuovo da solo. In una discesa la ruota anteriore decide di avere un battibecco con un sasso, e chi ha la peggio sono io, che vengo catapultato in un secco roveto pieno di spine: nessun problema, fa parte del gioco anche la caduta. Mi rialzo e ricomincio a spingere. Mi accorgero’ solo qualche chilometro piu’ avanti di aver regalato al roveto la mia borraccia termica piena di the caldo. Pazienza…bisogna far girare l’economia.
Arrivo al single track che nelle edizioni precedenti mi aveva sempre esaltato, in compagnia di due ragazze, lo faccio tirando i freni e con mille attenzioni per non rischiare di cadere dato il fondo ghiacciato, poi inizia il tratto piano finale: una delle due ragazze inizia a menare, io mi accodo, poi mi porto davanti e inizio a tirare io ma mi accorgo che dietro, un po’ lontanta, c’e’ solo una delle due, la incito, dopo un po’ si porta sotto e mi passa e mi ci accodo/affianco.
Ovviamente, Locara non e’ Locara senza il fango…nel tratto che passa in mezzo ai vigneti la neve e’ sciolta ed ha lasciato spazio ad un bel fango pesante. La stanchezza si fa sentire ormai, non riesco a tenere il passo della ragazza che mi da alcuni metri, ma le gomme nuove e piu’ strette (1.90 contro le 2.10 vecchie) consentono di smaltire la melma, lanciandomene addosso un bel po’ πŸ™‚ E’ qui che sorpasso Paolo, fermo, intendo a liberare le ruote…se la fara’ piu’ o meno tutta a piedi fino al ritorno su asfalto.
Inizia l’ultimo km su asfalto, cavalcavia, due curve e arrivo: 221mo su 275 partendi del percorso lungo in 2h41m23s in real time. Sono contento, considerando che sono arrivato stanco ma non sfatto, non ho sofferto come l’anno scorso nonostante non abbia avuto nessun treno in tutto il tratto piano finale.
Ora vogliono convincermi a fare la gara di Medole, sempre in MTB, ma vedremo…
Un plauso agli organizzatori, gara magnificamente gestita, tantissimi volontari ovunque e enorme disponibilita’. Ed ovviamente ai gestori del ‘ristoro abusivo’ πŸ™‚ Senza tendone, senza riscaldamento…un semplice gazebo ma tantissimo calore, pancetta, coscette di pollo, mortadelle, pane caldo, brule’ e vino πŸ™‚

Se eri iscritto (piu’ di seicento) e non sei partito (solo 275), ti sei perso un evento unico e irripetibile, una gara memorabile che non capitera’ piu’ nella vita.

Ho appena pagato l’iscrizione alla GF Damiano Cunego 2012, domani mandero’ il fax per completare la parte burocratica.
Con questo ho completato le iscrizioni per il mio personale Trittico (non me ne voglia l’amico David Bardini se abuso del termine πŸ™‚ ):

  1. 20 maggio: Nove Colli (Cesenatico)
  2. 3 giugno: GF Damiano Cunego (Verona)
  3. 10 giugno: GF Eddy Mercx (Brentino Belluno – VR)

Non saranno le uniche, rimane la South Garda Road a settembre/ottobre, con una questione in sospeso con il Tesio, e magari vedere di metterci dentro qualcosa in piu’, giusto per migliorare ed aumentare il livello, certo e’ che queste tre sono molto ravvicinate, e l’intenzione sarebbe quella di arrivare a fare il lungo: continuo a ripetermelo, spero di convincermi πŸ™‚
Intanto sotto con gli allenamenti…alla bici ho aggiunto un po’ di running per migliorare il fiato, ho comperato la fascia cardio della Polar (la wearlink+ bluetooth) da usare in accoppiata con il software Endomondo (il mio profilo) caricato sul cellulare…vedremo se ne ricavero’ dei dati interessanti o meno.

Una delle cose che mi hanno colpito da quando frequento il mondo variopinto dei ciclisti, e’ questa ‘tradizione’ per cui nessuno dice come stanno realmente le cose riguardo lo stato di forma πŸ™‚
Che si sia al via di un giro turistico, un allenamento o una granfondo, senti da piu’ parti scusanti del tipo ‘ah, oggi ho le gambe di legno…’, ‘ieri ho mangiato pesante…’, ‘ho avuto un settimana difficile sul lavoro…’, ‘sono due settimane che non esco…’ πŸ™‚
Il che e’ comico, perche’ poi, quando si parte, tutti a menare come dannati, e guai a perdere la ruota del gruppo perche’ altrimenti recuperare diventa impresa improba…’chiudi chiudi’ ‘occhio che scappa’ ‘ale’ ale’…via via via…’ πŸ™‚
Questo lo scopri piu’ nelle granfondo, quando in griglia senti lamentele un po’ ovunque, poi in gruppo le difficolta’ spariscono dopo pochi chilometri, ed entri in una modalita’ in cui non sono le gambe a farti andare ma la testa. Le gambe sono importanti, fondamentali, ma l’aspetto psicologico e’ alla base, perche’ senza quella non ti alzeresti sui pedali per spingere le ultime centinaia di metri di uno strappo, non chiuderesti il buco che si sta formando con quello davanti, non ti alzeresti alle 7 di un sabato qualsiasi d’inverno per uscire con un gruppo di pazzi furiosi e lamentosi…

Ieri mattina alle 10.00 si sono aperte le iscrizioni alla Nove Colli 2012, edizione 42, ed io ero li, in pole position per prenotare un posto per me, mio fratello ed altri due della squadra e, special guest star, il cugino direttamente dalla Svezia: prenotazione 199 per la squadra e dopo pochi minuti 845 per il cugino.
Inizia cosi’ l’attesa per l’avventura sportiva principale del 2012, che si terra’ il 20 maggio, piuttosto ravvicinata ma cerchero’ di arrivare il piu’ preparato possibile perche’ l’obiettivo e’ di fare il lungo: 200km per 3840m di dislivello…tanta la distanza e tanta la salita, ma e’ cosi’, la fatica e’ la benzina del ciclismo.
Aspettiamo quindi che esca qualche data per vedere se c’e’ qualche granfondo di avvicinamento.

Con la South Garda Road 2011 chiudo la stagione ‘agonistica’ 2011.
Com’e’ andata ? Direi piuttosto bene, non tanto per il risultato che ritengo assolutamente secondario (356mo di categoria e 370mo assoluto su 394), ma per altri aspetti.
Prima di tutto e’ stato il mio primo lungo, e gia’ questo e’ fonte di un’enorme soddisfazione…sono passi che si fanno, uno alla volta, alla ricerca di nuovi obiettivi, sperando un giorno di arrivare a farne di piu’ impegnativi (Cunego ed Avesani in primis); e poi proprio per come si e’ sviluppata la mia gara, riuscendo a rimanere in un gruppo, nonostante gli strappi che l’anno scorso mi hanno messo fortemente in crisi.
Detto questo passiamo al resoconto.
Sveglia alle 6, arriviamo alle 8, ci prepariamo tranquilli, salitella leggera di riscaldamento e via in griglia, la penultima πŸ™‚ Gli attimi che precedono il via passano rapidamente e gli odori dei vari olii per massaggi si mischiano a quello lacustre formando una strana miscela.
Pronti, via…al solito soffro questi momenti ma devo dire che questa volta meno del solito. Mio fratello e’ gia’ avanti, scivolando tra gli altri ciclisti, io non riesco, lo riprendero’ piu’ avanti quando lui rallentera’ per aspettarmi. Anche i primi strappi passano rapidamente e meglio di come ricordo fosse accaduto l’anno scorso. Anche le salite passano rapide e arrivo a bivio medio-lungo abbastanza tranquillo e qui viro per il lungo. ‘Alea iacta est’ grido a mio fratello, e via verso l’incubo di giornata, il monte Tesio:

Purtroppo, secondo me, il grafico non e’ molto fedele…devo vedere come verranno calcolati i miei dati GPS…la salita e’ semplicemente…terribile. Dura, lunga…non e’ uno strappo…il primi due chilometri sono tutti duri, un collega pedalatore, prima dell’ultimo strappo, ha registrato un 21% di pendenza. Purtroppo i miei sogni di passare indenne si infrangono proprio prima dell’ultimo muro, dove mi fermo 3 minuti a recuperare il fiato: avevo gia’ valutato l’ipotesi di girare la bici e tornare indietro almeno un paio di volte. Alla fine riparto, supero il muro e poi entro nel boschetto dove si riesce a pedalare con maggior agilita’ e raggiungo la cima e mi fermo al ristoro.
Poi via, scendiamo con un gruppo e poi arrivati sul piano iniziamo a tirare. Iniziamo con un gruppo di circa otto, ma che tirano siamo in tre, massimo quattro. Qualcuno cede, ma la questione ‘fagiani’ continua: prendiamo altri, altri ne perdiamo, ma immancabilmente c’e’ chi arriva al secondo o terzo posto del treno e si lascia sfilare pur di non tirare, in particolare un piccoletto con due quadricipiti da paura che sugli strappi esce di sella e si fa avanti, per poi mollare appena spiana e piazzarsi dietro: ora, va bene, ognuno deve fare quello che puo’…tira un chilometro, cinque, dieci, ma fai qualcosa…vabbe’, la strada passa abbastanza veloce, si tratta di fare 70 chilometri di saliscendi. Arriviamo al ristoro e ci fermiamo in tre, i fagiani proseguono: li raggiungeremo in seguito, soprattutto il piccoletto verra’ superato ad almeno 5 chilometri in piu’, prendendolo di sorpresa e rendondogli cosi’ impossibile il riaggancio.
Proseguiamo, al cartello dei meno dieci chilometri all’arrivo mi prende un po’ di sconforto, ero convinto di essere piu’ vicino ma proseguiamo.
Ai meno tre chilometri mio fratello si lascia sfilare e si mette terzo dietro di me, fino al meno uno quando esce el grido di ‘SCATTA GILBERT…’ si mette ai 45 all’ora superandoci, io rispondo accelerando e gridandogli che un chilometro e’ troppo, dietro sento la ruota libera della persona che era davanti e che e’ riuscito pure ad accelerare, gli altri rimangono indietro. Proseguiamo, guardo con ansia i cartelli dei centinaia di metri che calano, oramai non riesco piu’ a spingere e devo stare per forza in scia quando un paio di persone mi attraversano la strada: faccio per mandarle gentilmente a quel paese e non mi accorgo di una curva a novanta gradi e per poco non finisco contro le transenne, perdendo cosi’ mio fratello. Non riesco a rilanciare e arrivo col mio passo, non senza aver visto mio fratello che veniva superato praticamente sul tappeto di arrivo. Un chilometro era troppo πŸ™‚
Ora via…si prosegue con le uscite standard e cerco di fare pero’ lavori piu’ mirati con un obiettivo: il lungo della nove colli.
Potete vedere la registrazione GPS su Endomondo.com