Granfondo Internazionale Felice Gimondi 2017

Dunque, dov’eravamo rimasti (mi ripeto) ?
ah si’, alla Nove Colli dell’anno scorso πŸ™‚ Anche quest’anno sono riuscito ad iscrivermi e a vedermi attribuita la griglia blu di merito (mistero πŸ™‚ ).
Quest’anno avevo voglia di migliorarmi, l’obiettivo ancora una volta era di stare attorno alle 8 ore. Per questo mi sono allenato parecchio sui rulli con esercizi, visto anche l’inverno molto freddo e il fatto che quest’anno non avevo voglia di uscire di sera per ghiacciarmi (forse sto invecchiando πŸ˜€ ) anche perche’ ho fatto la pazzia di iscrivermi alla Sportful – Dolomiti race che e’ di una categoria ulteriormente superiore.

Ho notato pero’ che, nonostante tutto l’impegno profuso, i risultati in termini di sensazioni (e di cronometro sulle salite test, e questi non si possono discutere) non erano soddisfacenti. Ho quindi cambiato, da un mese a questa parte, il metodo di allenamento. Per questo motivo ho ‘sacrificato’ la GF Giro dei 3 laghi e cosi’ il debutto e’ stato ieri, alla GF Internazione Felice Gimondi.
L’amico Marco Scirea risponde positivamente alla mia richiesta di ritirare i pacchi gara per me, mio fratello e Walter, un compagno di squadra, visto che li consegnano solo il sabato, per cui niente sabato da dedicare alla gara.
Sabato passa tranquillamente, ma la notte e’ piuttosto agitata, insonne e soprattutto breve: la sveglia e’ alle 4 visto che la partenza della gara e’ alle 7 a Bergamo. Colazione, ultimi preparativi e via. Piove, ed in effetti il dubbio meteo ci ha perseguitati per tutta la settimana e le previsioni dicono coperto con possibilita’ di precipitazioni nella mattinata. All’arrivo pero’ non piove ma il cielo e’ carico e fa piuttosto freddo. Ci vestiamo e entriamo nella nostra griglia. Al che mi viene in mente che ho lasciato in auto lo spolverino antipioggia, e giu’ maledizioni. Vabbe’, non ci si puo’ fare piu’ niente, si parte nella speranza di portarla a casa asciutta.
Pronti via e si va con il toboga per uscire dalla citta’, mio fratello mi lascia stare davanti, so che a parti invertite lui tenterebbe di attaccarsi a treni piu’ veloci e io faticherei non molto a stare a ruota. Walter lo incontriamo dopo un po’, ma dopo pochi chilometri decide di allungare, lo stesso fara’ Marco: entrambi porteranno a casa il corto.
Sulla prima salita (Col dei Pasta) sto abbastanza bene e tengo un buon ritmo attorno ai 246W medi ed il cuore a 164bpm, ma e’ una salita breve di 3km e facile, la seconda (salita del Gallo) e’ gia’ diversa (nonostante nessuna salita di questa granfondo sia particolarmente ostica) con i sui 6.4km di lunghezza e la faccio ad una media di 231W a 162bpm, quindi perfettamente in regola. Gia’ sul Selvino le cose cambiano ed inizio a faticare non poco. La salita non e’ di per se impegnativa, eppure le gambe sono piuttosto stanche e non riesco a spingere: ne esco con un 210W e 159bpm medi: ho gia’ perso 30W e 5 battiti (di solito sto sopra i 160 tranquillamente). La discesa e’ fredda, l’aria ancora carica di umidita’ della notte piovosa e l’altitudine accelerano la dispersione di calore ed inizio a tremare, ma stringo i denti e giu’ a tutta. In fondo alla discesa c’e’ il bivio corto e medio/lungo e, nonostante le sensazioni, giro per il secondo. Dopo nemmeno 300m, quando si tratta di spingere, due lame si infilano nei quadricipiti: crampi. E’ troppo presto per i crampi, quando mi vengono (ed e’ raro) di solito e’ per la fatica, sui finali, oppure ai polpacci quando passo da basse cadenze a quelle piu’ elevate. Mi assilla il dubbio di come posso affrontare il resto del percorso cosi’ e mi viene l’idea di tornare indietro e finirla li. Invece tengo duro, rilasso le gambe per quello che riesco e rintuzzo il dolore che, dopo un paio di km se ne va.
La terza salita, la Costa di Olda, la danno per una lunghezza di 20km, ma in mezzo c’e’ un tratto di discesa che consente di riprendere fiato. Ne avro’ bisogno perche’ le difficolta’ non se ne vanno e potenza e battiti medi calano ancora (si’, c’e’ la discesa in mezzo che abbassa entrambi i valori) segnano 182W e 154bpm. Pero’ la Val Taleggio merita di essere vista, anche grazie all’atmosfera cupa, le nuvole di nebbia nel canalone, il verde lussureggiante: devo andare a farla con calma in moto :). Ma in bici non c’e’ tempo da perdere, e la successiva discesa e’ fredda come la precedente, e alla fine di nuovo i crampi che rintuzzo per la seconda volta, ma il dolore al ginocchio sinistro che da un po’ mi fa compagnia inizia a farsi sentire con maggior vigore: entrambi secondo me sono causati dal freddo, nonostante in discesa si cerchi sempre di muovere la gamba perche’ non si raffreddi troppo e’ impossibile evitarlo del tutto, sarebbe stato meglio mettere almeno i mezzi gambali.
Ad ogni modo al bivio medio/lungo chiedo a mio fratello cosa si fa, non aspettandomi una risposta diversa dal ‘si gira a destra’, ovvero lungo: mi aspettano altre due salite, fantastico (o quasi πŸ˜€ )
La quarta salita (Forcella di Berbenno) non e’ lunghissima ne’ impegnativa, ma ripresenta tutti i problemi precedenti, tanto che mi trovo a pensare a quanto sarebbe bello che fosse l’ultima. E invece no :). I valori medi di 200W a 159bpm (con un mezzo un veloce ristoro). Anche qui, dopo la discesa crampi, ma pazienza, la prossima discesa sara’ davvero l’ultima.
La quinta e ultima salita di giornata e’ la Costa Valle Imagna di circa 9km lungo la quale, sostanzialmente, mi trascino. Le gambe non riescono a spingere, il cuore non sale, ogni tanto mi viene voglia di fermarmi a tirare il fiato ma no, devo stringere i denti e andare avanti, perche’ mettere il piede a terra sarebbe davvero un’umiliazione per il mio orgoglio: anche se piano, devo continuare. Non me la godo per niente, soprattutto i primi km piu’ impegnativi (il che significa un 10% circa, non i 17 del Gorolo…), poi lentamente arranco fino alla sommita’ dove finalmente tiro un sospiro di sollievo: 182W e 156bpm medi.
Segue la veloce discesa dove recuperiamo alcuni altri ciclisti ed in particolare una ragazza, che poi scopriremo chiamarsi Michela, che scende davvero con un’efficacia e pulizia rare da trovare nelle ragazze che stanno nelle retrovie. Mio fratello si mette a tirare nel tratto di pianura finale fino a Bergamo, dando il cambio un paio di volte con altri e, in un punto in leggera salita sale sui pedali e io mi trovo a dover rallentare per poi chiudere il buco per far si’ che Michela, in difficolta’, possa rientrare.
Alla fine, scortati da una motostaffetta, arriviamo sul vialone di arrivo e concludiamo insieme questa nostra prima partecipazione alla GF Internazionale Felice Gimondi. Il ginocchio sinistro e’ praticamente bloccato πŸ™‚ Ma alla sera un Oki e al mattino e’ gia’ (quasi) a posto. Quasi.
Per quanto riguarda il nuovo tipo di allenamento, proseguo perche’ sono convinto che non posso pretendere cambiamenti continuando a fare le stesse cose, evidentemente ho raggiunto il mio limite con il sistema ‘esci e pedala’, e devo quindi cambiare. Magari impieghero’ un po’, probabilmente mi devo adattare, ma sento che e’ la strada giusta.
Nota finale: non ha piovuto πŸ˜‰

Il pagellone
Percorso: 9. Questa e’ davvero una granfondo adatta a tutti. I tre percorsi consentono di poter scegliere in base alla propria preparazione e le salite non sono mai impegnative.
Organizzazione: 7. Due pecche impediscono di poter dare un voto maggiore: il primo e’ la consegna dei pacchi gara solo al sabato (lo spediscono a casa ma costa 10 euro, che e’ il costo normale delle poste, ma almeno per chi viene da fuori un piccolo sforzo per consegnarli al mattino sarebbe gradito), e poi il pasta party davvero scarno, anche se con 35 euro di costo non si puo’ pretendere un pranzo da cerimonia. Ottimo il fatto di avere squalificato per salto della griglia il primo assoluto: e’ neccessario che si cominci a far valere il regolamento.
Sicurezza: 10. Questo e’ un aspetto fondamentale. Enorme sforzo s’e’ visto per presidiare ottimamente gli incroci, tante motostaffette tra cui una moto della polizia che ha scortato un gruppo in cui ero (ed ero indietro) per parecchio km ed una dell’organizzazione nei km finali piu’ pericolosi in citta’. Davvero complimenti.
Strade: 8. In linea di massima molto buone, nessun grosso pericolo o rischio a causa di buche. Bellissima la Val Taleggio.
Pasta party: 5. Un piatto di pasta e una bottiglietta d’acqua. E fine. Un po’ pochino. Non ho chiesto se potessi fare il bis, ma una tortina anche confezionata sarebbe stata gradita. A fare da contraltare i tanti ristori e i numerosi punti di assistenza tecnica, ottimamente segnalati.
Voto totale: 8. Sicuramente una granfondo che merita, organizzata bene su belle strade. Credo valga davvero la pena tornare nel 2018.

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