GF Nove Colli 2016

Dov’eravamo rimasti ? Alla GF Liotto 2015, 17/04/2015, oltre un anno fa. Ed in questo lasso di tempo sono accadute, ciclisticamente, alcune cose che mi hanno fatto passare la voglia di scrivere, perche’ nulla di buono c’era da scrivere.
Riassumendo, dopo una pessima GF Liotto, la successiva Giro dei 3 laghi non e’ andata molto meglio, mi sono trovato subito in difficolta’ alla partenza, ho perso mio fratello all’inizio della prima salita ed ho portato a casa il lungo stanco e in preda ai crampi.


La disfatta e’ stata pero’ alla ‘gara obiettivo’ della stagione: la Nove Colli. Gia’ il venerdi’ sapevo che le cose non sarebbero andate bene, in una banale uscita sul piano ho faticato troppo, ed i fantasmi della Cunego dell’anno prima si sono paventati tutti insieme. Ed infatti. Il meteo inclemente dell’edizione 2015 l’ha fatta da padrone, decimando in partenti, ma io ero pronto al via assieme a mio fratello, siamo partiti ma alla prima salita la gamba non girava, complice forse il freddo, ma sicuramente la scarsa preparazione. Mi sono quindi trascinato attraverso i quattro colli poi, giu’ dal Barbotto, ho preso l’amara decisione di girare, tra le lacrime, per il percorso corto. Vedere svanire cosi’ un obiettivo che mi ero posto e che inseguivo da un anno, partendo anche dalla griglia blu di merito, mi ha scosso tanto da decidere di non fare altre gare per la restante parte dell’anno.
In realta’ poi ho fatto il lungo della GF Eddy Merckx abbastanza bene e a settembre un’ottima GF di Peschiera (prima edizione) con ottime sensazioni.
In inverno mi sono allenato diversamente rispetto all’anno prima, pochi rulli molto specifici, piu’ uscite su strada e salite iniziate abbastanza presto per non trovarmi scarso di dislivello. Per assurdo, i problemi della Nove Colli mi hanno dato maggior stimolo a cercare di far bene.
Prima gara dell’anno ancora la GF Liotto, finita abbastanza bene ovvero senza soffrire troppo come l’anno prima, nonostante non sia un percorso adatto alle mie caratteristiche (salite brevi e cattive e discese che non lasciano il tempo di recuperare), seguita da una buona Giro dei 3 laghi (nonostante il responso cronometrico, io attribuisco l’andamento alle sensazioni e al divertimento, non alla prestazione), pero’ sono partito bene, ho tenuto il gruppo che avevo, in salita sono andato bene e sono arrivato stanco ma non distrutto. Le premesse, quindi, per una buona Nove Colli 2016 ci potevano essere, sempre considerando che distanze e dislivelli sono inferiori.
L’avvicinamento alla gara di Cesenatico inizia con la notizia della griglia blu anche per il 2016. Ma i dubbi sulla preparazione si riaffacciano vedendo i tempi su Strava nelle varie uscite, l’incapacita’ di spingere fuori sella e i frequenti affanni. Il tutto culmina la settimana prima della trasferta, quando in un giro con la squadra sono costretto a staccarmi alla prima salita, e quello che doveva essere un bel lungo con tanta salita si trasforma in un corto con poca salita e rientro anticipato. Gli spettri si riaffacciano. Certo, l’aver partecipato ad una podistica il venerdi’ alle 5.30 del mattino per me che corro una volta o due l’anno, non e’ stato di grande aiuto, cosi’ come i 10km della straverona la domenica, ma speravo di riuscire a gestire tutte le cose, e invece no.
Un paio di uscite in settimana per far girare la gamba poi sabato si parte alla volta di Cesenatico.
La vigilia trascorre tranquillamente, seguendo i soliti ritmi tranne il ritiro pacchi gara, fatto da alcuni compagni di squadra, quindi pranzo, visita degli stand e rientro per riposino pomeridiano. Mi preoccupa un po’ l’aver fatto una decina di km a piedi e spero di non risentirne il giorno seguente. Cena, preparazione bici, abbigliamento e scorte e a letto.
Al solito la nottata passa con una certa agitazione e mi addormento piuttosto tardi, poi la sveglia alle 4, la colazione carica ma non troppo per evitare di affaticare lo stomaco, ultimi preparativi e alle 5.30 ci avviamo verso la griglia blu. L’atmosfera e’ bella, mi piace sempre vedere tutta questa gente. Di fianco a noi un signore che, dall’attrezzatura, capiamo ha appena concluso la Nove Colli by night e si sta accingendo a ripetere il giro anche di giorno. Sono teso, pieno di dubbi ma determinato a fare quello che dev’essere fatto.
Il via della nostra griglia avviene verso le 6.15 e subito il ritmo e’ buono, non forsennato, e la gamba gira bene fin da subito, il cuore reagisce bene e non fatico a tenere il passo dei vari gruppi cui mi aggrego e cosi’ l’attacco al primo colle, il Polenta, arriva abbastanta tranquillo. La salita la faccio bene e con agilita’, identifico e saluto Alessandra Toni che conosco su facebook e che ho incontrata un paio di volte, l’ultima proprio alla GF di Peschiera, con la sua inconfondibile andatura aggressiva sulle salite. La discesa va via pure veloce e si attacca il secondo colle, Pieve di Rivoschio, e poi il Ciola, entrambi passano senza grandi problemi quando, l’anno prima, arrancavo su ogni piccolo incremento di pendenza. Via veloce anche la discesa verso Mercato Saraceno dove parte il Barbotto, con il suo ultimo chilometro al 18%, soffro pero’ un po’ l’inizio ma poi il livello di fatica resta pressoche’ costante anche nella parte piu’ difficile che mi trovo a superare senza le enormi difficolta’ dell’anno prima. Prima dello scollinamento mi giro alla ricerca di mio fratello per passare insieme, come sempre, sotto lo striscione del GPM, ma mi accorgo che non c’e’, e cosi’, a una ventina di metri mi fermo ad aspettarlo, cosi’ quando arriva ci prendiamo per mano e attraversiamo insieme sotto il gonfiabile con le braccia alzate.
Il mangia-e-bevi dopo il Barbotto lo faccio un po’ in recupero, la strada e’ ancora lunga perche’ ora, sentendomi, capisco che il lungo si puo’ fare, e cosi’ al bivio dei percorsi giro a destra seguendo il cartello ‘200’. ‘Il dado e’ tratto’, ‘le jeux sont fait’, ‘ci g’ha paura sta a casa’, questo e’ lo spirito con cui piego la bici assecondando la curva che mi porta al primo ristoro.
Il sole e’ caldo, la temperatura inizia ad essere quasi fastidiosa, ma io non ho mai sofferto il caldo, vado piano con qualsiasi temperatura. Mio fratello invece, che pensavo fosse dietro ed invece mi aspetta al ristoro, e’ piu’ sensibile, ed infatti lo vedo piu’ sofferente del solito, ma ha girato pure lui, per cui avanti tutta, non prima di aver tirato il fiato: fino a sotto il Barbotto eravamo in buon anticipo rispetto alla tabella di marcia, anche ora manteniamo un certo vantaggio.
Si parte per il Tiffi del quale ricordo poco, seguito da un colle che credo (sbagliando) essere il passo delle Siepi ma che invece scopriro’ essere solo un breve scollino, poi sul Perticara la crisi di mio fratello si fa piu’ pronunciata e, a meta’ salita in prossimita’ di un bivio mi fermo e mi prospetta la possibilita’ di un ritiro. Cerco di spronarlo ad andare avanti ma e’ in preda agli stessi miei fantasmi dell’anno prima e so che deve trovare dentro di lui le forze per proseguire, incitarlo troppo e fargli affrontare un calvario fino all’arrivo sarebbe ingiusto: mancano ancora tanti chilometri e tanta salita. Con grande rammarico sono costretto a lasciarlo per proseguire da solo e cosi’ termino il Perticara e poi il Pugliano con la pessima sede stradale della bellissima discesa di San Leo. Sto a ruota di un ragazzo di Sorrento che si prodiga in mille attenzioni nell’indicare la sede stradale dissestata, e con la paura che lo possa tamponare.
Il passo delle siepi me lo ricordavo piu’ una formalita’, invece e’ comunque una salita di 5 chilometri e si deve salire e dopo tante ore e dislivello nelle gambe nulla e’ facile. Ma la testa e’ ormai oltre, verso il fondovalle con i suoi chilometri di collegamento dove spero di trovare un treno buono e poi lui, il Gorolo.
Poco prima di terminare la discesa vengo raggiunto e superato da una ragazza in tenuta Thinkoff, e il dorsale personalizzato mi informa essere di nazionalita’ austriaca. Presa bassa, spinge forte sui pedali nel primo tratto in falsopiano a scendere e superiamo agevolmente altri partecipanti che si aggregano: alla fine saranno, ad occhio e croce, una trentina. Arrivati alla rotonda dove inizia il Gorolo, si stacca, le urlo ‘Thanks, I love you’ e la lascio andare del suo passo ed io proseguo del mio, cercando di limitare lo sforzo sapendo cosa mi aspetta, sotto un sole implacabile. Il primo tratto passa, saltando da una zona d’ombra all’altra, poi nel falsopiano e nel tratto intermedio cerco di non spingere troppo per tenermi un po’ di gamba per l’ultimo, distruttivo, tratto che fatalmente arriva sempre troppo presto. Spingo quel poco che riesco, facendomi forza sul fatto che ormai sono alla fine, che poi sara’ tutto piu’ facile, superando partecipanti che spingono la bici a piedi e che non vanno tanto piu’ piano, ma alla fine anche quest’asperita’ finisce, e mi faccio bagnare da un generoso volontario armato di canna dell’acqua (gelida) e mi fermo sotto un albero a recuperare. Alla fine, a causa del gran caldo, mi sono fermato in quasi tutti i ristori dopo il Barbotto.
Il tempo di scambiare due chiacchiere con la simpatica (e carina) addetta dell’ambulanza, un ‘in bocca al lupo’ all’occupante della stessa flebomunito, e via, assaporando gia’ l’aria del mare. Ma c’e’ ancora strada da fare, c’e’ la discesa ma soprattutto il piattone finale, dove trovo un gruppo in cui qualcuno tira, altri no, e dove faccio anch’io la mia parte per quello che posso e riesco. Ad una ventina di chilometri dall’arrivo supero anche Giancarla Agostini, alle prese con la Nove Colli Running dalle 12 del giorno prima.
Gatteo, la ciclabile, la spinta ad una ragazza tedesca che non riesce a chiudere un buco, il primo cavalcavia, il secondo cavalcavia…e poi finalmente il rettilineo che separa i due arrivi dove, quest’anno, posso girare a sinistra, la pelle d’oca nelle ultime ceniaia di metri e poi l’arrivo, dove ad attendermi c’e’ anche Orsi Gabriele (aka senna977), stavolta dietro le transenne. Mi intervistano pure e per un attimo mi sento un ciclista, e non quel semplice pedalatore che mi considero. Sono soddisfatto, anche se il tempo e’ ampiamente oltre quello che era l’obiettivo che mi ero posto l’autunno precedente, ma va bene cosi’, perche’ nonostante tutto ho portato a casa il lungo, ho dato il 100% e, alla fine (ma solo alla fine) posso dire di essermi divertito. Mi avvio da solo verso il tendone del pasta partu, che a Cesenatico assomiglia piu’ una sagra di paese, e rivedo la ragazza Thinkoff: non posso esimermi da rifarle i miei complimenti in un inglese maccheronico, la ringrazio e l’abbraccio con calore perche’ se lo merita. ‘I’m strong’ mi dice, e si’, e’ davvero forte. Dopo pochi minuti arriva anche mio fratello: quel testone non si e’ arreso (dentro di me lo sapevo) ed e’ giunto al traguardo solo una decina di minuti dopo di me. Ci abbracciamo ed andiamo insieme a mangiare qualcosa al pasta party che, a Cesenatico, e’ piu’ una sagra di paese, dove incontriamo vari amici.
E’ dolce rientrare in bici in hotel, sapendo che mi aspetta una bella doccia calda, e poi, in serata, la tanto sospirata mega frittura seguita da abbondante Pignoletto. Perche’ la Nove Colli e’ anche questo.
Che dire ? Sono soddisfatto. Una settimana prima non avrei scommesso di fare il lungo e di farlo sentendomi relativamente bene, mi spiace per mio fratello ma le giornate no capitano, peccato sia caduta proprio in questo giorno, ma mi ha dimostrato ancora una volta quanto sia forte di testa e caparbio nel raggiungere gli obiettivi.
Qui alcuni video fatti: Playlist

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