GF Liotto 2015

Lo so, lo so, non ho scritto il report dell’ultima granfondo del 2014, la GF Eddy Merckx, che sono qui a scrivere la prima della nuova stagione, chiedo quindi venia e vedro’ di provvedere in seguito a grattare nella mia labile memoria al fine di recuperare qualche momento di quella accaldata giornata πŸ™‚
Si diceva, quindi, della prima gara del 2015, sia come data ma anche come frequentazione, volevo infatti inserire una granfondo prima del classico inizio di stagione che ultimamente coincideva con la GF Giro dei tre laghi che si disputera’ la prossima settimana.

Quest’inverno ho cercato di prepararmi diversamente, con maggiore rigore e puntando su lavori un po’ piu’ specifici, non per raggiungere un risultato che so benissimo non essere alla mia portata, ma per dare un senso diverso alle uscite in bici, per cui ho fatto rulli in maniera differente e meno uscite su strada, in particolare meno salita, ero quindi curioso di vedere come mi sarei comportato alla prova dei fatti.
La risposta breve e’ che e’ andata da schifo πŸ™‚ I motivi sono molteplici: le ultime settimane ho mollato parecchio per vari impegni ed anche il giorno prima ho fatto una tirata che mi ha impedito di riposare bene. Ma tutto si puo’ comunque, a mio avviso, riassumere con il fatto che ho fatto poca salita e questa mancanza s’e’ sentita tutta.
Partiamo, al solito, dal sabato pomeriggio. Riesco a ritagliarmi un po’ di tempo dopo un pranzo veloce per andare in moto con mio fratello a prendere i pacchi gara in quel di Vicenza. Sono chiaro, in un messaggio che gli ho mandato in precedenza, che non sono per niente fiducioso (i tempi su strava non mentono) sulla mia forma, ma quando arriviamo l’aria e’ elettrica, e chi legge questi miei post sa che trovo sempre piacevole questo momento che attiva la mente alla modalita’ ‘corsa’. Proprio in quel momento al gazebo della squadra Copparo, il futuro vincitore della granfondo Alessandro Bertuola sta posando con gli altri per le foto di rito, noi ci avviamo al tendone dove si ritirano i numeri ed i chip, aspettiamo l’arrivo di due compagni di squadra, quattro chiacchiere per poi rientrare rapidamente a casa visto che, da li a poco, dovevo partire per Bologna al concerto dei Negrita. Il rientro sara’ alle 1.15 e a letto alle 1.45 con sveglia alle 6.15, ed anche il poco sonno infatti si fara’ sentire.
Domenica mattina ci troviamo con gli altri e a bordo della fantatipo imbocchiamo l’autostrada e gia’ iniziano le scaramucce con altri automobilisti bicidotati πŸ™‚ Arriviamo, troviamo un bel parcheggio vicino alla partenza, preparazione di rito, poi io e mio fratello cerchiamo un bar dove bere un caffe’ e stare al caldo: io sarei partito almeno mezz’ora dopo da casa. C’e’ un unico bar aperto, gestito da un cinese, e mi chiedo perche’ i gestori italiani, sapendo che c’e’ una manifestazione con quasi 2000 partecipanti, non si siano alzati per accoglierli nei loro locali. Vabbe’…la brioche fa schifo ma il caffe’ e’ discreto. Mentre sto ancora al caldo, saluto l’amico Gambuti che sta gia’ andando alla griglia di partenza e cosi’ facciamo anche noi dopo pochi minuti, raggiungendo il resto della squadra che e’ gia’ al fresco di un pallone gonfiabile (in realta’ tremo dal freddo ma la goduria della tenuta estiva e’ impagabile).
Arriva il momento del via, il serpentone si muove dapprima lentamente fino al passaggio sui tappeti di cronometraggio e da li si parte ad un ritmo abbastanza veloce, ma non indiavolato, reso difficoltoso dal toboga nelle strade del centro citta’.
Avevo paura del percorso e l’avevo detto anche su facebook in un post: leggendo la descrizione del percorso e l’altimetria mi sarebbero aspettate salite non lunghe ma cattive e poco terreno per recuperare e cosi’ e’ stato.
La prima salita che portava a S. Gottardo l’ho fatta con il mio passo, senza soffrire particolarmente ma cercando di rimanere nei parametri, ma vedendo cosi’ andarsene mio fratello e Massimo, che gia’ si erano distanziati nel piano iniziale, mentre il resto della squadra era gia’ lontano. Mio fratello sulle salite rallenta vistosamente e mi aspetta e a nulla sono valse le mie rimostranze affinche se ne andasse fuori dalla scatole e si facesse la sua corsa ( πŸ™‚ ), lo stesso vale nella seconda salita del Botteghino. Non sto malissimo, non vado forte e sento che c’e’ qualcosa che non quadra, ma faccio finta di niente e al bivio decido di prendere per il lungo. Sara’ una decisione che rimpiangero’ per il resto del percorso (fino all’arrivo, quando invece saro’ contento della scelta), e gia’ a meta’ della terza salita inizio a ‘sacramentare’: come dicevo sono salite nonlunghe ma cattive, spesso in doppia cifra che ti fanno tirare il fiato quando arrivano al 10%, questa di pozzolo infatti e’ proprio cosi’. Una volta superata questa asperita’ il tratto successivo di mangia e bevi spezza ancor di piu’ le gambe con tratti cattivi che non danno modo di recuperare. Indigeni che mi affiancano (e superano) narrano poi le difficolta’ epiche nella salita che da Nanto va a S. Giovanni in monte (salita degli ulivi), lunga 9km, al sole, sempre al 9-10% e punte al 15%, e mentre l’affronto inizio a pensare a come arrivare in fondo senza l’ausilio del carro scopa, piu’ volte ho voglia di fermarmi, ma sono con Massimo e saliamo insieme in silenzioso raccoglimento e sofferenza fino allo scollino raggiunto piu’ di testa che di gambe.
Sempre un indigeno aveva poi anticipato che la salita successiva sarebbe stata ancora piu’ ostica, corta ma cattivissima con punte al 20%: sinceramente non me la ricordo, ricordo invece che mi sono letteralmente trascinato πŸ™‚ Ricordo la salita’ sul pave’ con pasaggio all’interno di una casa vinicola in cui era stato posizionato un ristoro e poi giu’ per raggiungere il piano finale e il traguardo.
Che dire…le sensazioni sono state decisamente pessime, una giornata da dimenticare anche se migliore della Cunego 2014 ed i risultati all’arrivo sono li a dimostrarlo, ma spero che le cose migliorino o la vedo dura per i prossimi impegni, in particolare la Nove Colli. Sono contento di avere fatto il lungo, quello si’, almeno ho messo dentro dei km e della salita, e adesso sotto con la preparazione dei prossimi eventi.
Il pagellone
Organizzazione 8: nulla da eccepire se non il fatto di partire ed arrivare in centro storico con tutti i rischi annessi e connessi. Ottima l’idea (da noi non sfruttata) di suddividere i partecipanti nei vari parcheggi e che fossero gratuiti. Percorso ottimament presidiato sempre e su strade poco trafficate. Molto bene.
Strade 7: ottime strade, se togliamo inizio e fine, mai troppo rovinate cosi’ da essere pericolose.
Percorso 8: non adatto alle mie caratteristiche con tutti quegli strappi velenosi, ma per chi li ama e’ sicuramente entusiasmante. Molto bello anche paesaggisticamente, anche se purtroppo ero troppo impegnato a sacramentare e a guardare l’asfalto per poterlo ammirare.
Pacco gara 7: oltre alle solite riviste, una pompa, una borraccia, una camera d’aria, alcuni integratori. Da segnalare la mancanza del WD40 πŸ™‚
Mio fratello 10 e lode.

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