Ieri si e’ svolta l’annuale gara ciclistica Gran Fondo Luca Avesani, una terribile manifestazione che si svolge tra il monte Baldo e la Lessinia. Ha partecipato mio fratello e, con mio grande orgoglio, e’ riuscito a portare in fondo l’impresa di percorrere tutti i 183,5 chilometri del percorso, superando la salita che porta sul monte Baldo, la terribile Peri – Fosse con i suoi tornanti, e la lunga arrampicata da Fosse a San Giorgio.
Un’impegnativa impresa che ha aggiunto alla fatica della salita, lo sforzo di temperature temibili: attorno ai 2 gradi sul monte Baldo, 5/6 gradi a San Giorgio, unita a nebbia che in alcuni tratti si trasformava in ghiaccio.
Ebbene in tutto questo, mio fratello e’ riuscito a portare a termine il percorso piu’ lungo e faticoso. Io l’ho seguito in moto per fare da ‘reporter’ ed ho potuto apprezzare non solo la sua fatica ma quella di tutti quelli (e quelle) che in solitario arrancavano sulle salite, accompagnati solo dalla fatica, dal freddo, e da un’incrollabile forza di volonta’.
Questo e’ il vero ciclismo, questo e’ vero sport.
Grande fratellone, sono proprio orgoglioso di te. Chissa’ che un giorno non riesca ad accompagnarti, in bici, almeno per il ‘corto’. 🙂



QUI la galleria di foto.

Oggi, come iscritto alla newsletter del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, ho ricevuto la comunicazione per l’XI convegno nazionale che si terra’ a Padova dal titolo ‘Eppur si crede…Superstizioni all’alba del XXI secolo’. Essendoci solo 200 posti disponibili, mi sono subito iscritto, in quanto molto interessato ad alcuni campi di studio del CICAP, in particolare la lotta all’omeopatia, a tutte le pseudoscienze e pseudocapacita’ delle persone.
Ecco di seguito il testo.

All’alba del XXI secolo, tra missioni nello spazio, straordinarie nuove scoperte scientifiche e progressi della medicina, non solo sopravvivono ma prosperano credenze irrazionali e superstizioni degne del medioevo. Come sempre guaritori promettono cure miracolose, astrologi affermano di potere prevedere il futuro osservando le stelle e sensitivi sostengono di potere risolvere qualunque problema di amore, salute o lavoro attraverso filtri e riti magici.
Ma al vecchio bagaglio di credenze magiche si sono aggiunte negli anni numerose nuove pseudoscienze, molto più subdole perchè credute (o spacciate) per vere anche da legittimi scienziati. E’ il caso, per esempio, di chi vorrebbe trasformare suggestioni di tipo religioso in dogmi scientifici, come cercano di fare i moderni ‘creazionisti’, acerrimi negatori di Darwin e dell’evoluzione delle specie. Oppure come chi sostiene che molecole d’acqua pura, prive di qualunque altra sostanza attiva, sarebbero in realtà potenti medicine grazie a misteriose proprietà ‘magiche’ tutte da dimostrare, come avviene con l’omeopatia. O, ancora, c’è chi immagina spiegazioni pseudoscienfitiche per i cosiddetti cerchi nel grano o chi ipotizza complotti globali per avvelenare il mondo intero attraverso le scie degli aeroplani.
Per discutere di questo e altro ancora, il CICAP organizza a Padova, per il 4 e 5 ottobre, un Convegno intitolato ‘Eppur si crede… Superstizioni e credenze all’alba del XXI secolo’. L’incontro, che si tiene presso la Fornace Carotta (Via Siracusa 61), vede la partecipazione di alcuni tra i più noti scienziati e studiosi che in questi anni si sono occupati di scienza, pseudoscienza e credenze irrazionali. Interverranno, tra gli altri, l’astrofisico Steno Ferluga, l’ordinario di Psicologia del mezzi di comunicazione di massa Luciano Arcuri, i chimici Luigi Garlaschelli e Simone Angioni, la biologa Beatrice Mautino, il patologo Giorgio Dobrilla, l’ingegnere Francesco Grassi, lo studioso di bufale e leggende Paolo Attivissimo e il Segretario del CICAP Massimo Polidoro.
Per allietare la serata, inoltre, è prevista una conferenza-spettacolo dal titolo ‘Magia? Illusioni del paranormale’. La conferenza presenta il punto di vista del CICAP riguardo alle indagini sui fenomeni misteriosi, con sorprendenti dimostrazioni ‘dal vivo’ di facoltà apparentemente paranormali. Con Marco Morocutti del CICAP e il prestigiatore Nicolas D’Amore.
Infine, è previsto nel corso del convegno un intervento straordinario di Piero Angela.

Il programma del convegno
Il sito del CICAP

Anche se con un po’ di ritardo…eccomi a scrivere del primo concerto dell’anno cui ho assistito. Il 7 aprile sono andato a vedere l’esibione di Giovanni Allevi, salito all’onore delle cronache per il suo ultimo album, che contiene anche le canzoni utilizzate nelle pubblicita’ di FIAT500 e di BMW, dal titolo Allevilive.
Ho sentito alcuni pareri contrastanti, soprattutto alcuni musicisti hanno giudizi negativi sulle capacita’ di Allevi. Io non ho strumenti per giudicare oltre il semplice gusto personale e devo dire che mi e’ piaciuto molto: e’ stato come guardare un quadro di Monet, che puo’ essere apprezzato anche da chi di arte non ne capisce nulla; come per i apprezzare i Monet bastano gli occhi, per apprezzare Allevi bastano le orecchie e lasciarsi accarezzare la mente dalle note che vengono espanse nell’aria.
Smentendo quindi i dubbi che aveva la persona seduta nel posto al mio fianco, mi sono divertito.
Ora aspettiamo che si avvicinino i periodi piu’ caldi dove, con la prode Honda VFR 750 me ne andro’ a Perugia per l’Umbria Jazz: per ora ho prenotato il concerto dei R.E.M..

A volte cercando su youtube per voci a caso spuntano delle autentiche chicche. Guardate questa parodia di un terminator inviato sulla terra il 25 dicembre dell’anno 0 🙂

Ci sono alcune canzoni che, ascoltandole, mettono i brividi. Per me ce n’e’ una di Paolo Nutini, secondo me una grande voce, intitolata ‘These Streets’, in particolare nel pezzo:
Where’d the days go? When all we did was play
And the stress that we were under wasn’t stress at all
Just a run and a jump into a harmless fall from
Walking by a high-rise to a landmark square

Sara’ che comincio a sentire gli anni che passano…pero’ questa canzone mi mette proprio nostalgia.
Su YouTube potete trovare il video di una versione acustica, cercando ‘Paolo Nutini – These Streets – Acoustic’.

Domani parto per andare a vedere la corrida. Ah, gli animalisti stiano tranquilli, mi sto riferendo a La Corrida, ovvero il programma di Canale 5, in cui si esibira’ mio padre nel cantare l’aria ‘toreador’ tratta dalla Carmen di Bizet.
E’ piuttosto bravo, speriamo che non si faccia prendere dal panico e dall’emozione. Io dovro’ vederlo alla televisione in albergo perche’ non sono ammessi parenti in studio.
Per chi non avesse idea di quale brano si tratti riporto il pezzo trovato su YouTube.com, oppure puo’ venire a vedere l’opera rappresentata nella stupenda cornice dell Arena (sempre in tema di tori, toreri e corride ;)).

Trovandolo simpatico, ricevo e pubblico 🙂

VOCABOLARIO VERONESE – GARSANTI
Traduzione dialetto veronese -> italiano:

* Càgon.
Caccone, colui che espleta funzioni escretorie frequentemente; persona vanitosa, boriosa:
Stò bùtin l’è ‘n càgon! (Questo bambino continua a defecare!)
Basta far el càgon e sbàssa le rècie! (Basta pavoneggiarti e stai più con i piedi per terra!).

* Càssar.
Inserire con forza, con violenza (cazzare):
Ma va a fartelo càssar (ma vai a fartelo inserire violentemente; figurato dispregiativo) –
Variante: va a fartelo stra-càssar (ancora più violentemente)
Ah…i me l’ha càsà ne l’organo (ah…mi hanno gabbato).

* Casso.
Termine volgare con il quale si identifica l’organo maschile; altresì usato come intercalare durante discussioni o dialoghi informali:
Casso, dal bòn? (Accidenti, davvero?)
Col casso che pago!(Non ho alcuna intenzione di sborsare quella cifra!)
No te capissi un casso (non capisci niente)
Te me stè proprio sul casso (mi sei proprio antipatico!).

* Chetacagà.
Trad. lett. Colei che ti ha generato. Espressione tipica utilizzata come intercalare durante diverbi, dialoghi informali, discussioni:
Chetacagà! (Accidenti!)
Ma va in cul, chetacagà! (Ma dai, lascia perdere!)
Vien qua…chetagagà! (Vieni qua…non farti pregare!)
Variante: Chetastracagà! (Accidenti, maledizione!!).

* Còa.
Coda: prolungamento della spina dorsale che pende di massima dal corpo dei quadrupedi, nel lato opposto al capo, dove finisce la schiena; in senso figurato anche l’attributo maschile:
G’ho pestà la còa al can (ho pestato la coda al cane)
I m’ha dìto che el Cioci el g’ha ‘na còa impressionante! (mi hanno detto che il Ciocci ha un pene molto lungo!).

* Cojon (plur. cojoni)
Volg. testicolo/i; di persona tonta, ingenua:
Sèntandome me son s-chisà un cojon (Sedendomi mi sono schiacciato un testicolo)
Te sì un cojon! (Se uno sciocco!)
Che faccia da cojon! (Che espressione da ebete!)
Ho ciapà ‘na sbàlonada nei cojoni (Ho preso una pallonata nei testicoli)
Ghe n’ho i cojoni pieni (Sono proprio stufo)
Te m’è rotto i cojoni (Mi hai stufato)
Durante un’accesa discussione: ‘Sti do cojoni…!’ (Ma ti puoi immaginare…!)
Spacacojoni (Rompiscatole).

* Hdì (pron. accadì).
Esclamazione (da Vaccadì):
Hdì i m’ha inculà el Ciao (Perbacco mi hanno rubato il motorino)
Hdì che gnòcca (Accidenti che graziosa fanciulla)
(piantando un chiodo con il martello) Hdì che s-chisòn al diel! (Santo cielo che pressione violenta al dito)
Hdì ho perso el quàia (Noooo, ho perso il portafoglio).

* Imbugà.
Appesantito, congestionato, con sintomi di indigestione:
Casso, ho magnà come un mas-cio e me son imbugà! (Accidiavolo ho mangiato in modo scriteriato e penso di essere in preda ai sintomi tipici di una indigestione)
Vaccadì,te còri come se te fossi imbugà: animo vecio! (Perbacco, corri come se avessi appena finito di mangiare il pranzo di Natale: orsù muoviti!).

* Ovi.
Uova; volg. testicoli:
La gàlina ancò l’ha cagà fòra trì ovi (La gallina oggi ha fatto tre uova)
Te mè roto i ovi (Mi hai stufato)
Me casca i ovi (Sono demoralizzato)
Tòcate i ovi (Lascia stare le mie cose).

* Ròjon.
Donna senza classe, con atteggiamenti equivoci, tipici da prostituta:
Vàrda la Gina: l’è proprio un ròjon! (Guarda la Gina: ha l’atteggiamento tipico delle prostitute!)
Che bèl ròjon! (Che ragazza appariscente, poco elegante, ben dotata, un pò volgare e sgraziata ma ideale per una botta e via!).

* Rùmar.
Cercare con foga tra vari oggetti, selezionare :
Pròa a rùmar ne le sgàuie (Prova a cercare nelle immondizie)
E rùmar da ‘n altra parte? (E cercare altrove?)
Ma rùmate i ovi (Ma cerca tra le tue cose) –
Proverbio : Ci rùma càta ossi (Chi cerca trova)
Rùmarùma (bancarelle che vendono tutto a poco prezzo).

* Rùto.
digerire emettendo forte rumore, di persona/cosa non bella:
Ho tirà ‘n rùto che ho rebaltà me sìo (Ho digerito talmente forte che il fratello di mio papà è caduto dalla sedia, in senso figurato) –
La tò morosa l’è proprio un rùto (La tua morosa non è assolutamente paragonabile ad una modella!).

* Scòresa.
Peto, flutolenza:
L’ha tirà ‘na scòresa che el m’ha spetenà! (Ha emesso un peto veramente potente).

Oggi ascoltando la TV, facendo dell’altro, sento che una marca di elettrodomestici ha immesso sul mercato un nuovo, fantastico aspirapolvere con potenza di 2400W, spacciandolo ovviamente come un’innovazione. La domanda che mi sono fatto e’: dov’e’ l’innovazione ? Quale magia tecnologica ha consentito di fare questo poderoso motore elettrico da 2400W ? Se poi si considera che in casa, normalmente, c’e’ una disponibilita’ massima di 3000W, occhio ad usare contemporaneamente un altro elettrodomestico perche’ il rischio e’ quello di superare il limite del contatore.
Io non capisco questa corsa alla potenza fine a se stessa. Un’evoluzione potrebbe essere fare un aspirapolvere che consuma 500W e rende come uno da 2000W, allora avrebbe senso, ma cosi’ non serve a nulla.
Boh, io non lo capisco 🙂

Tratto dal film Life of Brian (in italiano ‘Brian di Nazareth’), dei Monty Python, ecco un fantastico estratto. Chi ha studiato latino a scuola (e magari non era tanto bravo, come il sottoscritto che infatti dopo un anno ha cambiato indirizzo), potra’ rivedere in questi pochi minuti, mesi e mesi di sofferenza alle interrogazioni 🙂