Con colpevole, e cronico ritardo, ecco il riassunto della gara in quel di Vicenza.
Io e Michele partiamo il sabato pomeriggio, come di consueto, per raggiungere il ritiro pacchi gara. Dopo avere parcheggiato ci avviamo al parco e notiamo l’elevato numero di indiani che circola, rimanendone stupidi, ma tutto risulta più chiaro quando, nell’appossimarci agli stand, vediamo che è in corso una festa indiana, con la presenza di centinaia (migliaia ?) di persone di questa nazionalità.
Il ritiro pacchi gara è una formalità veloce, complice l’efficenza delle ragazze che sono aldilà del bancone. Ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere con una di loro rimanendo d’accordo che ci fermeremo a salutarla l’indomani, quando sarà all’ultimo ristoro.
Rientriamo a Verona, seguono poi i preparativi della bici e della borsa per il giorno dopo: è previsto bel tempo per cui evito di portare via tutto l’abbigliamento pesante o per la pioggia.
La notte, stranamente, passa piuttosto serena e riesco a dormire, probabilmente perchè sono cosciente di essermi allenato abbastanza o, comunque, di avere fatto quello che ho potuto nei limiti delle mie possibilità fisiche e di tempo, anche se mancano parecchie uscite lunghe, ma qui si tratta di una gara nervosa ma di poco più di 120km e meno di 2200m di dislivello. La sveglia suona come sempre troppo presto, colazione, ultimi preparativi e via ad attendere Michele.
Parcheggiamo nel solito posto dove incontriamo altri della squadra, caffè al solito bar del cinese e via in griglia dove riesco a salutare un Gabriele in gran forma.
La partenza è piuttosto spedita, io sono davanti a Michele e cerco di stare attaccato a qualche treno veloce e infatti riesco a fare alcuni PR nel tratto iniziale.
La prima salita (San Gottardo) passa abbastanza bene, faccio il mio secondo, in ritardo di un solo minuto. Nel tratto in falsopiano a scendere successivo troviamo un bel gruppo e stiamo incollati a quello, arrivano alla salita di Villa del Ferro, breve ma che inizia subito piuttosto cattiva con una pendenza del 18% circa, però la affrontiamo abbastanza bene, infatti va via con solo un paio di secondi di ritardo rispetto all’anno prima.
Si susseguono poi strappi e strappetti, ma i colli Berici sono così, non ci sono salite lunghe ma brevi e cattive, con qualche salitella da fare di ritmo ma quello che più rompe le gambe sono proprio gli strappetti.
Anche nel lungo tratto pianeggiante successivo che porta alla salita di San Germano troviamo un bel gruppone, e per fortuna perchè c’è un bel vento contrario e si va di ventaglio nei 16km che passano ai 35 orari di media, con un tempo, anche qui, più lento di circa 40 secondi rispetto al 2017.
Al bivio dei percorsi giriamo per il lungo, sebbene mio fratello sia abbastanza affaticato dal ritmo sostenuto e in deficit di allenamento (quest’anno va così per vari motivi) ed andiamo ad attaccare la salita di Nanto, una salita piuttosto lunga e complicata, con tratti non facili e dove il sole inizia a picchiare forte. Finiremo la salita in ritardo di 8 minuti circa rispetto all’anno prima, complice anche una sosta imprevista ma necessaria.
L’ultima salita, qualla di Zovencedo è una novità di quest’anno infatti non ho il tempo per poterla confrontare, la facciamo comunque piuttosto piano per cercare di restare insieme. Al ristoro troviamo la ragazza del giorno prima con la quale scambiamo qualche altra battuta, lamentandoci dei colli Berici, per poi ripartire.
Sul tratto finale verso il traguardo a Michele arrivano anche i crampi per cui dobbiamo rallentare anche li, ma alla fine arriviamo comunque al traguardo affiancati.
Questa granfondo si conferma come una bellissima gara, organizzata ottimamente (enorme il dispiegamento di persone a presidiare ogni singolo incrocio), un percorso paesaggisticamente interessante ma che, da un punto di vista topologico non riesco a digerire e a sopportare, con salite complicate e cattive che sono più adatte a chi ha forza esplosiva. Però l’abbiamo portata a casa, e questo è ciò che ci vuole per iniziare la stagione, anche se vista la fatica e le difficoltà non si può dire “nel migliore dei modi”. L’anno prossimo chissà, forse cambieremo.
Il pagellone
Strade 7: non ricordo pezzi particolarmente rovinati ed a parte il tratto che arriva a San Germano non è mai noioso, nel bene e nel male 🙂
Presidi 10: tanto personale dislocato, incroci perfettamente presidiati e strade chiuse per i chilometri finali, meglio di così non si può pretendere.
Pasta party 6: posso dare solo la sufficienza, non perchè ci fossero problemi, ma perchè c’era un solo primo (riso con verdure) e io avrei optato per una pasta in bianco, per cui alla fine mi sono dovuto adattare con il resto.
Voto totale 7: una bella gara, ottimamente organizzata ma che a me non piace e che non riesco a digerire, ma più per problemi miei, non certo per la gara in se.
I dati Strava
I video youtube