Dopo molti, troppi mesi riprendo in mano il blog, cercando di rovistare nella memoria per recuperare le ultime due gare del 2014, prima che si passi al 2015 🙂 Eccomi qui quindi a raccontare la mia GF Damiano Cunego 2015
Se dovessi scegliere una parola con cui definirla potrei scegliere direttamente il termine francese debacle: ‘In senso fig., grave o clamorosa sconfitta, disastro, sfacelo, spec. in campo politico, sociale, o anche sportivo: andare incontro a una d.;’.
Fino a quel giorno sono stato molto fortunato e in tutte le granfondo sono sempre stato piuttosto bene ma il 2 giugno 2014 no. Il giorno prima sto bene, arrivo dal lungo della nove colli e sono cosciente di avere nelle gambe la possibilita’ di fare il lungo anche alla Cunego ed infatti e’ questo l’obiettivo che mi prefiggo. C’e’ qualcosa che non va, pero’, nell’ambiente pregara del sabato: poca gente che si perde nell’ampio tendone dedicato alla distribuzione dei pacchi gara e allo svolgimento delle formalita’, e praticamente nessuno ad assistere alla gara dei giovani che si sta svolgendo all’esterno. La cosa non mi piace.
Il giorno della gara mi dirigo alla partenza direttamente in bici e non ho alcun problema, poi vedo le griglie scarne, il viale del via e’ quasi deserto. Cerco di convincermi che sia presto ma la realta’ e’ che i grandi numeri di qualche anno prima, le iscrizioni chiuse per raggiungimento dei massimi 3500 partenti sono solo un ricordo e che i gravi errori organizzativi del passato stanno presentando il conto. Non dico che organizzare una granfondo sia facile, pero’ saper ammettere gli errori e cercare di porvi rimedio e’ un atto dovuto verso gli atleti che pagano l’iscrizione, l’hotel, la strada, le alzatacce. Quest’anno non ho nulla da segnalare, ma troppo tempo e’ stato perso e l’uscita dal circuito del Prestigio ha dato il colpo di grazia togliendo chi, per regolamento del circuito era costretto a partecipare.
Quattro chiacchiere, saluto un’amica col pargolo e arriva il momento della partenza e…gia’ mi sento in difficolta’. Il cuore altissimo, il ritmo subito forte, troppo forte, si e’ in pochi e chi c’e’ dev’essere gente che pedala ed io arranco gia’ nel tratto in tangenziale perdendo subito mio fratello e crollo praticamente dopo pochi chilometri, a meta’ della tangenziale di Stallavena dove cerco di stare con qualche gruppo e vedo in lontananza il gruppo di testa (incredibile per me e per dire che il ritmo era davvero alto), ma anche questo diventa difficile e mi ritrovo nelle retrovie. Qualcosa recupero un po’ alla volta ma davvero sono in crisi nera, la decisione del lungo si e’ persa. A Bellori incrocio in senso opposto Damiano Cunego, che il giorno prima ha terminato il giro d’Italia e, partito assieme al gruppo di testa evidentemente non se l’e’ sentita di proseguire: peccato, secondo me avrebbe potuto fare una pedalata tranquilla stando assieme agli ultimi, parlando e scherzando, ma vabbe’.
A meta’ della cronoscalata Berner (che non c’e’ piu’, segno di un, credo, taglio dei costi) raggiungo Massimo che sta un po’ con me ma poi allunga, mentre poco dopo raggiungo anche mio fratello che, vedendomi affrontare un tornante si mette a ridere vedendo la mia espressione sconsolata. Gli dico di andare ma decide di rimanere con me. Poi, niente. Nada. Mi trascino all’arrivo senza alcuno stimolo, con la sola voglia di portare a termine la mattinata e cosi’ e’.
Pasta party in compagnia di Massimo e Michele, quattro chiacchiere, qualche sorriso: per la prima volta non mi sono divertito. Pazienza, accadra’ ancora, non puo’ andare sempre ‘di lusso’
Il pagellone:
Organizzazione 7: purtroppo paga gli errori dell’anno precedente, ma quest’anno e’ stata discreta senza alcuna grossa lacuna da segnalare, chissa’ se ci sara’ un’ulteriore occasione per migliorare.
Strade 8: strade note e straconosciute, ma sempre belle ed e’ un peccato se nessuna granfondo portera’ ciclisti di altre citta’ o regioni a godersele.
Pacco gara 7: non ricordo piu’ cosa ci fosse esattamente dentro, ma la bottiglia di vino vale sempre.
Damiano Cunego 5: mi spiace, e’ un atleta che ho sempre ammirato e che ammiro ancora considerandomi un suo tifoso, ma nonostante lo avessi avvisato un paio d’anni fa di seguire la gara che porta il suo nome in modo di evitare i problemi che poi ci sono stati, non mi pare che ci sia stato alcun intervento (suo o del suo entourage). Il fatto poi che quest’anno fosse stanco dopo il giro d’Italia e’ un motivo accettabile per non stare con il gruppo dei ciclisti, ma sarebbe stato bello vederlo con noi nelle retrovie, incitare chi era in difficolta’. Secondo me ha perso una bella occasione.
La mia gara 3: pessima, niente da rimarcare.