Una mia cara amica, dopo essere rimasta folgorata dal libro ‘Il codice Da Vinci’ di Dan Brown, ha acquistato anche il libro che lo precedeva ‘Angeli e demoni’ e successivamente anche l’ultimo prodotto dallo stesso autore, ‘Crypto’.
Incuriosito dal titolo, leggo la trama che viene scritta sulla spalla della copertina e da quello che ho capito, sembra tratti le vicende di un tizio che dopo avere lavorato per l’NSA (la National Security Agency statunitense) su un sistema di decifrazione globale, ha abbandonato l’agenzia per scrivere e rilasciare pubblicamente un algoritmo di cifratura estremamente forte, tanto che nemmeno ilsistemone dell’NSA riesce a decifrarlo (o craccarlo ?). La trama quindi dovrebbe girare tutta attorno alla liceita’ di rilasciare pubblicamente un qualcosa che impedisce ai governi di entrare in possesso di alcune informazioni.
A questo punto, la prima idea che passa per la mente e’ che sarebbe deleterio, chissa’ cosa farebbero i terroristi con qualcosa del genere in mano, e che soprattutto ‘io non ho nulla da nascondere’. Ebbene, la questione rimane tale finche’ non si viene colpiti nel personale o non si vedono fatti e avvenimenti che sono accaduti, come ad esempio l’aumento delle intercettazioni telefoniche, spesso abusive, i controlli mediante telecamere nelle varie citta’ e molti altre azioni, perpetrate a nostro danno in nome di una sicurezza che, in realta’ sarebbe da garantire con altri mezzi, ad esempio evitare il terrorismo eliminando alla fonte il problema risolvendo la questione israelo-palestinese.
Ebbene, tornando alla cifratura, quanti sarebbero contenti che il proprio datore di lavoro controllasse le proprie email (e avviene molti piu’ spesso di quanto si pensi, all’insaputa dei lavoratori…) perche’ non cifrate, oppure i siti web che vengono visitati perche’ non protetti, oppure che qualcuno vada a frugare nella nostra posta cartacea ? Siamo davvero sicuri che non abbiamo niente da nascondere ? A volte non si deve nascondere qualcosa perche’ e’ illegale, ma semplicemente perche’ e’ la nostra liberta’. Un omosessuale, davvero puo’ parlare liberamente di se’ in ufficio, senza temere ritorsioni ? Davvero un malato di AIDS puo’ visitare siti che lo mantengono in contatto con comunita’ o gruppi di discussione senza temere contraccolpi ?
Il fatto di non avere nulla da nascondere non impedisce che il nostro vivere quotidiano sia invece possibile preda di persone poco pulite. Oppure semplicemente non vogliamo che altri sappiano i fatti nostri. Se le forze dell’ordine volessero sapere qualcosa di me, possono chiedermelo liberamente, gli strumenti ci sono tutti.
I terroristi ? Hanno da sempre comunicato con qualsiasi sistema, senza comunque ricevere blocchi o limitazioni alla propria attivita’, perche’ quindi limitare la liberta’ di milioni di persone per qualcosa che, alla fine, non ha mai dimostrato la reale efficacia ? Tra i terroristi ci sono sicuramente persone in grado di sviluppare algoritmi crittografici, magari non fortissimi, ma che sappiano tenere a bada i crittoanalisti per qualche anno, o anche mese, comunque sufficentemente per portare avanti i loro traffici.
Vogliamo davvero che le poste siano possibili solamente tramite buste trasparenti ? Vogliamo davvero che l’unico server delle email inviate sia dello stato ? Vogliamo davvero dover comunicare ad una qualche agenzia ogni nostro movimento ? Immagino la risposta sia no, eppure…eppure…le buste possono essere ‘aperte per ispezione postale’, le email possono essere intercettate obbligando i provider a dare loro tutto il traffico, le telecamere fanno sapere dove siamo. Ovviamente il tutto a nostra insaputa. Poi, magari dopo anni, si scopre che siamo stati sotto osservazione e ci scandalizziamo, come e’ accaduto con le intercettazioni telefoniche abusive.
Per cui si’ alla cifratura, sempre e comunque, ogni volta che sia possibile. Se poi e’ necessario sapere quello che e’ stato cifrato, beh…basta chiedere. Perche’ ‘se io non ho niente da nascondere, non significa che altri vedano in quello che faccio, qualcosa che andrebbe nascosto.
Mese: Gennaio 2007
Favoritismi
Sempre piu’ spesso mi imbatto in avvenimenti che mi lasciano un po’, o tanto, perplesso, e non so se sia colpa mia che divento vecchoi e critico, oppure di un’italia, o di un mondo in cui, sempre piu’ spesso non mi rifletto. E me ne rammarico.
Una di queste e’ il trattamento di favore riservato agli handicappati, o portatori di handicap, o disabili o diversamente abili, come preferite indicare le persone che, per nascita o per eventi tragici, si vedono limitati nei movimenti o nel pensiero.
Giusto per evitare fraintendimenti, la frase sopra e’ da leggersi con tono sarcastico, in quanto gia’ l’uso delle parole denota l’effetto che, in questo intervento, vorrei sottolineare.
Il senso della domanda che mi pongo e’: che senso ha far entrare gratis una persona su una sedia rotelle in un museo ? Perche’ una persona, per il fatto di non avere l’uso delle gambe, ad esempio, entra al museo gratis ?
Di primo acchitto sicuramente penserete che sia cinico ed irrispettoso, ma questo non risponde alla mia domanda. Una persona dovrebbe avere diritto di entrare gratuitamente, o con sconto, al museo se non ha il denaro per farlo, avendo comunque diritto di accedere alla cultura, ma avete mai visto un cartello all’entrata con scritto dei limiti patrimoniali per accedere agli sconti ? Perche’ se uno e’ su una sedia a rotelle, non e’ detto che non abbia possibilita’ economiche.
Ecco il punto. Verso i disabili vengono presi accorgimenti, decisioni, quali gli sconti sull’acquisto dell’auto, sui treni, nei musei, e gli esempi sarebbero tantissimi, ma qual’e’ il motivo che spinge a tali scelte e’, a mio avviso, chiaro: poverini, questi sfortunati, dobbiamo fare qualcosa per loro. Ed e’ l’errore piu’ grave che si puo’ fare con un disabile, trattarlo come se fosse un diverso, una persona in costante necessita’ di essere aiutato, mentre invece devono essere trattati il piu’ possibile come persone senza menomazioni, spingendoli invece a dare il massimo per raggiungere gli obiettivi.
Ricordo una non vedente dire che le dava fastidio quando le prendevano il braccio per portarla in giro mentre invece era gradito che le porgessero il braccio, sarebbe stata lei a prenderlo e farsi accompagnare. Chiara la differenza.
E’ giusto quindi che ci siano degli aiuti per superare le difficolta’, ad esempio pagando sulle auto i comandi speciali che siano necessari in modo che il disabile paghi l’auto nella stessa misura di chiunque altro, ma l’IVA abbassata e’ un abuso, perche’ non e’ detto, come esposto prima, che un disabile sia povero e secondo me e’ pure un insulto.
Un altro esempio sono i parcheggi riservati. Io conosco genitori che, perche’ il figlio e’ disabile mentale e senza patente, si e’ fatta fare prima il permesso e poi il parcheggio davanti a casa, eppure il figlio sa benissimo camminare e gode di una buona autonomia. Non si poteva quel parcheggio, magari metterlo davanti a casa di una persona che realmente ha difficolta’ a muoversi (anche anziana) e cui il posto sotto casa farebbe veramente comodo ?
Il buonismo pervade in maniera oramai esasperata molte scelte, la pieta’ oserei dire, portata a limiti estremi. Le persone invece si devono aiutare quando ne hanno bisogno, non a forza.
Ricordo un episodio raccontatomi da operatori, che in vacanza al mare con un gruppo di ragazzi down (naturalmente in giugno, perche’ in agosto non si puo’, li abbiamo aiutati questi disabili con l’IVA al 10 sulle auto ma non li vogliamo vedere sulle spiagge…), si stavano divertendo tutti insieme in discoteca, quando si avvicina una signora chiedendo chi fosse il responsabile e predicando che quei poverini dovevano riposare, stare tranquilli, quando se ne esce uno di questi ragazzi che, fantasticamente le dice ‘ma perche’ non ti fai i cazzi tuoi ?’
Sciopero della sete
Il 26 gennaio 2006, pannella ha iniziato lo sciopero della fame e della sete per protestare contro la pena di morte nel mondo.
A parte la dimostrazione di egocentrismo che tale comportamento denota, come se pannella si ritenesse in grado di poter alterare le posizioni di stati interi, e’ evidente l’assoluta incoerenza quando, arrivato al limite del proprio fisico cosa fa ? Smette.
E no, caro marco, allora che senso ha fare sciopero ? Se l’iran o la cina o gli usa capiscono che il tuo sciopero della sete e’ un bluff non cambieranno mai la loro strategia. Diciamo quindi quello che e’ in realta’, ovvero la ricerca di poter apparire in televisione.
Se realmente pannella volesse dare un forte peso alla sua protesta, che muoia a seguito dei suoi scioperi, altrimenti non hanno senso. E’ un ricatto e come tale va portato fino in fondo. Quale membro dell’anonima sequestri rapirebbe un bambino restituendolo in cambio di una semplice promessa di riscatto o solo perche’ sa che la polizia e’ sulle loro tracce ? Il ricatto va portato avanti fino in fondo e l’ostaggio si uccide se non si viene pagati, perche’ se i familiari capiscono che e’ uno scherza non si otterra’ mai niente. I rischi si calcolano prima del gesto. Suggerisco a pannella una dimostrazione ancora piu’ eclatante con lo sciopero del fumo: smetta di fumare in protesta a quello che vuole, fara’ un danno allo stato che non avra’ i suoi soldi e ci guadagnera’ in salute. Tanto i risultati che si prefigge con i suoi scioperi non li ottiene.
Una distribuzione per gli scacchi (chess live distro)
In occasione del Torneo di Capodanno organizzato da Arroccoclub di Verona, InfoSysNet Snc (la mia societa’ di consulenza) e Phase Difference hanno prodotto una versione live di Debian GNU/Linux dedicata ai giocatori di scacchi e agli amanti di questo gioco di strategia.
La distribuzione, che abbiamo chiamato ACL – Arrocco Chess Live, contiene alcuni frontend grafici per server ICS o per giocare contro il proprio computer (eboard e xboard), piu’ alcuni motori scacchistici, software di analisi (come ad esempio Crafty), e database di aperture, partite e strategie. Il tutto, ovviamente, con software libero e distribuibile gratuitamente.
Potrete trovare la ISO da masterizzare a questo indirizzo, mentre QUI trovate alcune FAQ.
Se siete interessati potete venirci a trovare presso l’Hotel San Marco di Verona durante la manifestazione, per avere chiarimenti, fornire suggerimenti etc.