Sono, da sempre, a favore dell’energia nucleare per usi civili. I motivi sono molto semplici e spaziano dall’urgenza di produrre enormi quantità di energia, al fatto che la tecnologia ha fatto grossi passi avanti nel garantire la sicurezza degli impianti fino al fatto che, nonostante i fatti accaduti in passato (Chernobyl e Fukushima per citare i più noti) alla fine il nucleare si è dimostrato molto più sicuro di quanto sia comunemente percepito. Quelle che seguono sono considerazioni personali.
Partiamo dal primo punto. I problemi legati alle emissioni di gas serra sono, ormai chiari a tutti. Avremmo dovuto pensare a come cambiare i nostri stili di vita e la produzione di energia non ieri, ma decine di anni fa e non abbiamo più tempo per rimandare, in attesa di nuove batterie per stoccare l’energia eolica o fotovoltaica che sono per definizione instabili, né per nuovi metodi di produzione come la fusione nucleare. A questo dobbiamo aggiungere l’aumento di energia richiesta, sia dai paesi più avanzati (ad esempio la spinta verso la mobilità elettrica) sia, giustamente, dei paesi in via di sviluppo cui non possiamo impedire l’evoluzione, e questo aumento porta a dover costruire nuovi impianti di produzione, magari utilizzanti gas o, peggio, carbone. Un’altra fonte pulita può essere l’idroelettrico ma l’impatto ambientale è decisamente pesante e quindi viene poco considerato, se non come accumulatore di altre fonti.
Cosa fare quindi ? L’unica alternativa possibile (se volete, aggiungete “purtroppo”) non resta che il nucleare. Una centrale nucleare può essere costruita in tempi ragionevoli se c’è la volontà politica ed i costi possono essere tagliati se si utilizzano design consolidati e facendoli fare ad un consorzio già esistente (coreano, russo, indiano o cinese).
Vediamo quali sono le obiezioni che solitamente mi trovo ad affrontare.
“Eh, ma le scorie ?“. Le scorie sono un falso problema. Innanzitutto perchè quelle ad elevata attività sono relativamente poche e possono quindi essere stoccate in depositi predefiniti, controllati e monitorati (cosa che non si può fare con le emissioni delle centrali a carbone, che finiscono in atmosfera). “Eh, ma dove lo facciamo il deposito ? A casa tua ?” è invece l’obiezione del NIMBY, cui si risponde che il deposito va fatto a prescindere dalle centrali nucleari, perchè servono per le scorie derivanti dalle attività mediche (radiografia, radioterapia, TAC). Qui ecco una foto delle scorie risultanti dall’attività di tutte le centrali svizzere in quarantacinque anni:
C’è da aggiungere anche che non i reattori autofertilizzanti veloci di IV generazione, quelle che oggi sono considerate scorie possono essere riutilizzate come combustibile, in quanto l’utilizzo nei reattori di III o III+ generazione usano solo una piccola percentuale del combustibile a disposizione, rendendolo riutilizzabile con tecnologie differenti.
“Eh, e Chernobyl ? E Fukushima ?”. La pericolosità di questi eventi è da rapportare innanzitutto al come si sono verificati e poi agli esiti, reali, sulla popolazione.
Ciò che è accaduto in Ucraina non ha niente a che vedere con “l’incidente”, perchè non s’è trattato di un incidente ma praticamente di un evento voluto, togliendo tutti i sistemi di sicurezza in un reattore costruito con un design intrinsecamente pericoloso perchè non nato per produrre energia ma plutonio a scopo militare e di cui l’energia elettrica era un sottoprodotto. E’ chiaro che qualsiasi impianto industriale può essere potenzialmente mortale se messo in mano ad un pazzo. In più, i reattori di generazione III+ o IV (e anche i nuovi di III) hanno dei sistemi di sicurezza passivi che non possono essere disattivati, lo stesso non si può dire, ad esempio, per una centrale idroelettrica.
Fukushima è un altro caso di disastro nucleare, dove però ci si dimentica che il problema non è stato causato direttamente dall’impianto nucleare ma da uno tsunami e da un errore progettuale (la dislocazione delle pompe ed il muro a protezione): il reattore e la struttura di contenimento hanno resistito al terremoto e allo tsunami (non alla mancanza di raffreddamento, per questo sarebbero serviti i sistemi di sicurezza passivi). Il reattore era di vecchia concezione ed ecco, bisognerebbe investire per dismettere i vecchi impianti e farne di nuovi. Tutti gli altri reattori giapponesi non hanno avuto alcun problema, si sono spenti da soli, sono stati revisionati se necessario e sono stati fatti ripartire.
Conseguenze ? Per Chernobyl i morti probabilmente non si sapranno mai, ma per quanti possano essere (qualche migliaio ? Decine di migliaia ?), per Fukushima si contano (per le radiazioni) zero morti. Consideriamo l’alternativa formata delle centrali a carbone o gas producono ingenti quantità di inquinanti atmosferici, additati come causa di 8.8milioni di morti ogni anno in tutto il mondo, 650mila solo nell’unione europea.
“Eh ma ci sono eolico e fotovoltaico“. Purtroppo no, non sono soluzioni affidabili in termini di erogazione di energia perchè la quantità di irraggiamento solare varia al variare delle latitudine, delle ore della giornata, delle giornate, delle stagioni, e non è possibile sviluppare una politica industriale su una fonte enrgetica instabile. Lo stesso discorso vale per l’eolico. E poi producono poco: il solo reattore ISAR-2 in Bavaria ha prodotto nel 2018 13.9TWh di energia, pari a tutte le 6100 pale eoliche danesi messe insieme.
Aggiungiamo un altro elemento, ad esempio le auto elettriche su cui si sta spingendo: la si prende, la si guida, si torna a casa la sera e la si mette sotto carica. Di notte. Quando non c’è il fotovoltaico. Ma è un esempio banale, ci sono impianti industriali che non si fermano di notte e hanno bisogno di energia stabile, costante ed in grandi quantità.
Per vedere in tempo reale le emissioni di CO2 in Europa, potete cliccare su questo link: potete selezionare poi per ogni nazione le fonti energetiche istantanee ed il loro impatto ambientale.
“Eh, ma ci sono le auto ad idrogeno“. Non ci sono le auto a idrogeno se non c’è energia elettrica per produrre l’idrogeno, e ne serve molta, molta più dell’energia che si ricava dall’idrogeno prodotto (sono semplici leggi di termodinamica). Oppure serve metano e si emette CO2 e si torna al problema iniziale.
L’energia elettrica è la base del nostro stile di vita, e nessuno di noi è disposto a perdere le comodità cui è abituato e l’unico modo per evitare ciò è averne.
“Eh, ma chi le costruisce ? Gli italiani che non sono nemmeno capaci di costruire un ponte ? E la mafia“. Io non sono d’accordo con il principio per cui gli italiani non siano capaci, poiché vantiamo (o vantavamo) un’elevata capacità ingegneristica e costruttiva, ma se proprio non ci si fida si può fare un contratto chiavi in mano, come scritto sopra, a coreani, cinesi, russi o indiani, con i russi o i coreani si possono stipulare accordi per cui costruiscono, gestiscono l’impianto, il combustibile, il riprocesso delle scorie con riconsegna finale a fine vita, in più ci sono nuovi design modulari di piccoli impianti chiusi, che possono essere consegnati e messi in funzione in brevissimo tempo e, al termine della carica di combustibile (vent’anni) vengono ritirati per essere rigenerati. La Russia ha delle vere e proprie centrali nucleari galleggianti su nave che possono alimentare città di medie dimensioni.
Tra le altre cose la costruzione delle centrali nucleari è soggetta a rigidissimi controlli, si pensi che ogni singola saldatura viene controllata ai raggi X, cosa che non è prevista per altri impianti industriali.
L’enorme programma di incentivazione alle energie alternative (sostanzialmente fotovoltaico e eolico) sarebbe potuto essere usato per un vasto programma di costruzione di centrali nucleari e garantirci indipendendenza per decenni, invece siamo ancora ad elemosinare gas russo o sottostare ai ricatti dei paesi arabi. Con l’energia elettrica a basso costo come garantisce la fonte nucleare potremmo limitare al minimo i consumi di combustibili fossili e usare l’elettricità nei fornelli, usare il calore residuo delle centrali per scaldare l’acqua sanitaria, il riscaldamento invernale, deghiacciare le strade. E non sono solo questi i benefici che si possono ottenere. I reattori ad altissima temperatura possono essere utilizzati per desalinizzare l’acqua del mare per avere un’infinita quantità di acqua potabile.
Nulla vieta poi di dismettere gli impianti una volta che, tra cinquanta, cento anni vengano trovate nuove fonti.
Le nostre paure ci stanno facendo perdere tempo, tempo prezioso, tempo che non abbiamo come dimostrano gli oltre 33 gradi registrati in Alaska in questi giorni (e gli eventi estremi in Italia).