GF Colnago 2013

E cosi’ anche per il 2013 chiudo la stagione di gare con la granfondo che si chiamava South Garda Road ma che e’ stata rinominata GF Colnago Desenzano: sembra ieri che son passato da gambali e manicotti alla tenuta estiva, ed invece son gia’ trascorsi i mesi caldi e le gare (e tante altre cose sono cambiate).
Ma veniamo alla gara.


Anche questa volta l’idea era di affrontare il week end da solo, ma all’ultimo momento l’amico Gioacchino del team Rana-Tagliaro mi chiede se posso dare una mano ad un suo compagno di squadra, senz’auto, intenzionato a partecipare: accetto e cosi’ conosco Tom Martin, un ragazzo romeno veramente simpatico e con una gamba davvero importante nonostante la giovane eta’. Ci accordiamo per andare sabato mattina a prendere i pacchi gara e scopro che deve ancora iscriversi; poco male, posti ce ne sono ancora per cui riesce ad ottenere il suo pettorale: numero altissimo (1600 e passa) e ultima griglia. Avendo capito che potrebbe essere un personaggio agonisticamente interessante gli dico di andare a rompere le scatole e di vedere se riesce ad ottenere una griglia di merito, poco convinto si avvicina al tavolo degli assegnatari dei pettorali, lo vedo confabulare e dopo un paio di minuti si avvicina sorridente: gli hanno dato la griglia di merito grazie ai risultati in gare precedenti e la possibilita’ di giocarsi la classifica assoluta. Giriamo un po’ per gli stand, guardiamo le Colnago in esposizione dotate di freno a disco, prendiamo un gelato e rientriamo.
Il giorno dopo sveglia presto nonostante la partenza sia alle 9.00 per poter passare a prendere Tom, andare con tranquillita’ a Desenzano e fare tutte le fasi preparatorie con calma, fortunatamente sono riuscito a dormire abbastanza bene (lo stesso non si puo’ dire per Tom che si e’ fatto il turno di notte in fabbrica ed ha staccato alle 5…). Ricerca di un bar mentre facciamo un po’ di riscaldamento poi lo lascio a pensieri piu’ privati (nel bagno del bar 🙂 ) e me ne vado in griglia dove incontro alcuni Chesini e faccio quattro chiacchiere con Romeo Scapin e Gambuti (che arrivera’ 50mo assoluto sul lungo: ne conosco di gente forte, peccato che la gamba non si acquisti per osmosi 🙂 ).
Arriva il momento della partenza e via, cerco di non spingere troppo ma di mantenermi nei gruppi che ho vicini, magari passando da uno all’altro in base all’andatura, l’essere da solo non mi costringe a cercare di stare attaccato a mio fratello che ha, come gia’ sa chi ha letto i racconti precedenti, il brutto vizio di partire come un dannato sempre alla ricerca di gente veloce 🙂
La prima salita passa veloce cosi’ come la seconda, l’idea e’ gia’ dall’inizio di fare il lungo e vendicarmi cosi’ del Tesio che, due anni, prima mi aveva costretto a mettere il piede a terra e di conseguenza regolo l’andatura, ma faccio gia’ fatica: e’ praticamente un mese e mezzo che tra ferie ed un’infiammazione alla spalla, pedalo niente e anche quando ho la possibilita’ non riesco a fare lunghi e quindi non ho fondo e me ne accorgo, ma per ora non ho problemi. Tutto passa veloce e arrivo presto al bivio e giro a destra per il lungo. Al 42mo km inizia la salita del Tesio: non la ricordavo cosi’ dura, ma lo e’ eccome, fatico tantissimo e a in alcuni momento viaggio a poco piu’ dei 5km/h con la bici che tende ad impennarsi. Vedo un piccolo slargo della strada e mi dico ‘li dev’essere dove mi sono fermato l’altra volta, lo ricordo, per cui dopo questo muro dovrebbe spianare’ ma il contachilometri racconta una storia diversa ed infatti dopo un tratto duro ne segue un altro ed un altro ancora, e cosi’ per oltre sei chilometri, ma alla fine arrivo in cima e non mi fermo nemmeno al ristoro, avanti a tutta.
La discesa sarebbe bella ma passa attraverso dei paesi e nonostante il percorso sia ben presidiato e’ sempre un rischio. Raggiungo e sorpasso un paio di ciclisti dopo un paio di chilometri in solitaria, uno a sua volta mi sorpassa salvo scivolare al tornante successivo, lo evito, proseguo ma con la coda dell’occhio mi assicuro che non si sia fatto niente.
Poi la noia 🙂 Si arriva in fondo alla discesa al 59mo chilometro quando ne mancano settanta all’arrivo, fatti di strade di campagna, mangia e bevi, curve e rotonde in cui rilanciare. Riesco a trovare un buon gruppo che pero’ si sfalda e mi ritrovo con tre baresi della stessa squadra con cui scambio due parole; si danno cambi regolari ma due viaggiano bene e tengono alto il ritmo, il terzo pare abbia dei problemi o comunque non ha la stessa gamba per cui rallenta vistosamente, io me ne sto al coperto alla quarta posizione poi pero’ mi faccio avanti e inizio a dare il mio contributo una, due, tre volte…poi su un tratto in piano che costeggia una superstrada mi giro convinto che i tre siano dietro ma li vedo lontani alcune centinaia di metri e devo procedere da solo. Dopo qualche chilometro vengo raggiunto da un gruppo piu’ numeroso a cui mi aggrego, poi ci saranno dei rimescolamenti, qualcuno viene perso, qualcuno viene guadagnato e tutto procede tranquillamente e io mi diverto a chiudere dei buchi che via via si formano, ma soffro la mancanza di fondo ed avrei esaurito le mie energie parecchi chilometri prima dell’arrivo, ma vedo il cartello dei meno cinque, meno tre, ultimo km e alla fine transito sotto il gonfiabile del traguardo. Il tempo ufficiale e’ di 4h35m32s per coprire i 130km alla media di circa 29km/h: non ho migliorato rispetto a due anni prima, ma la consapevolezza della condizione in cui mi sono presentato al via e la soddisfazione di non essermi fermato sulla salita piu’ impegnativa mi rendono soddisfatto.
Andando al pasta party incrocio Tom che aveva deciso di fare da gregario ad Astrid, la donna di riferimento della squadra che ha seguito sul percorso medio ma senza puntare alla classifica. Dopo la pasta, caricata la bici si rientra a casa.
Alla fine anche questo lungo l’ho messo in bacheca.
Il pagellone:
Pacco gara 6: bella la maglia tecnica, ma non c’e’ altro se non una piccola confezione di succo di limone, un integratore e l’immancabile WD40. Io non guardo molto il pacco gara ma devo ammettere che e’ piuttosto scarno;
Organizzazione 7/8: secondo me buona. Bella la location, il pasta party non male (a parte il tramezzino con la maionese), praticamente nessuna coda in nessuna occasione, buoni i ristori e ottimi i presidi lungo il percorso;
Strade 7: non ci sono particolari problemi di asfalto, ma le rotonde sono sempre un’incognita; Sicurezza 7: buoni i presidi, come gia’ detto, e avevamo uno scooter dell’organizzazione vicino, e considerando che io navigavo nelle retrovie e’ una cosa piuttosto insolita;
La mia gara 7: mi sono presentato un po’ scarso di preparazione ma con comunque la voglia di fare il lungo nonostante tutto, e l’ho fatto per cui sono contento.
Dati Garmin
Dati Strava

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