Il ciclista TSO e Bad Drivers

Bad Drivers of Italy è un canale YouTube su cui vengono pubblicati numerosi video (credo che ad oggi ce ne sia qualche migliaio) ripresi dalle telecamere in auto (dashcam) in cui si mostrano comportamenti illeciti o pericosi, talvolta sanzionabili anche penalmente, di utenti della strada da tutta Italia. Utenti sono tutti: automobilisti, pedoni, ciclisti, camionisti e così via. Nonostante la pessima nomea di cui godono i ciclisti, i video che li ritraggono protagonisti di violazioni sono una rarità e quasi sempre attribuibili a ciclisti urbani e addetti al delivery.

Qualche settimana fa un video (qui trovate il solo spezzone interessato) ha suscitato parecchio scalpore raccogliendo un record di commenti venendo ripreso anche sul secondo canale dello stesso titolare in cui si commentano ulteriormente alcune azioni (Dashcam e sicurezza). In questo video si mostrava la reazione inconsulta di un ciclista con pure minacce di morte all’automobilista.
Nota prima di proseguire: qui NON difendo la reazione del ciclista che, come indico nel titolo, sarebbe da sottoporre ad un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) ed al ritiro della patente per successivi esami, perchè una reazione del genere è sintomo di incapacità di gestire la rabbia, rendendolo un pericolo per se’ e per gli altri alla guida di qualsiasi mezzo, con motore o senza.
Vorrei qui invece far notare come analizzando meglio la situazione, il comportamento del ciclista (per quanto, come ho scritto sopra, passibile di ogni possibile azione di repressione) è l’ultimo dei problemi del video, problemi che il bias di chi guarda e commenta nel contrapporre automobilista e ciclista non ha nemmeno tenuto in considerazione.
Controllando il ponte con google images è risultato che si tratta del calvalcavia Dalmazia a Padova e l’auto proviene dalla rotonda del supermecato Rossetto. L’automobilista ha comunicato che il ciclista circolava in una strada interdettagli, e per questo sul video è stato sovraimpresso il relativo cartello:

ma è davvero così ? Andando con street view sulla stessa strada si vede che sì, effettivamente il cartello di divieto c’è:

e tale divieto è in concomitanza di un attraversamento pedonale che facilita il passaggio al lato sinistro della strada, perchè il marciapiede è bloccato. Quindi il segnale apposto al video sembrerebbe corretto, ma poche decine di metri più avanti la situazione cambia:

il marciapiede è tornato fruibile e c’è un ulteriore passaggio pedonale per tornare sul lato destro della carreggiata. Il ciclista, quindi, al cartello di divieto precedente dovrebbe attraversare la strada portandosi a sinistra e poi tornare a destra su questo ulteriore passaggio. A questo punto qualcuno potrebbe dire: “…e usare la ciclabile”. E invece no. Il cartello che si vede a destra della foto indica che la ciclabile è ad uso promiscuo, per cui secondo l’art. 182 comma 9 del codice della strada, che recita “I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate” il ciclista NON è obbligato ad usarla: i cartelli che indicano la pista ciclabile riservata sono quelli con la sola sagoma della bici, oppure con il pedone e la bici divisi da una riga verticale che indica una separazione fisica dello spazio bici e pedoni.
Quindi no, il ciclista non è obbligato a usare quella ciclopedonale e può andare sul ponte come tutti gli altri veicoli (categoria cui fa parte).

Andiamo però avanti con l’analisi, perchè nessuno, tra le centinaia di commenti, pare cogliere altro in questo video, sempre a causa del bias d’odio verso i ciclisti che ottenebra la vista.
Nel video originale (il mio è senza audio) l’automobilista quando è molto vicino al ciclista suona il clacson, questo oltre che essere in  violazione del’art. 156 comma 3 del codice della strada, che recita come “Nei centri abitati le segnalazioni acustiche sono vietate, salvo i casi di effettivo e immediato pericolo.” (e in questo caso non vedo alcun effettivo o immediato pericolo, se non la volontà di infastidire il ciclista, come si evince anche dalla frase urlata), rappresenta esso stesso un pericolo per il ciclista che potrebbe essere preso da spavento e cadere (vi assicuro che un’auto che vi suona a pochi metro di distanza senza l’attenuazione che si ha chiusi in un abitacolo fa prendere dei pessimi sussulti).
Ma proseguiamo. Nella prima foto che ho messo, quella con il simbolo dell’inesistente divieto, si vede l’auto oltre la riga continua mentre si sposta per sorpassare il ciclista: anche questa è una grave violazione del codice della strada perchè la riga continua è invalicabile, anche per superare un ciclista (art. 40 comma 3 codice della strada “Le continue, ad eccezione di quelle che delimitano le corsie di emergenza, indicano il limite invalicabile di una corsia di marcia o della carreggiata”), nella foto si vede che il muso dell’auto è ben oltre la riga continua, e pure incrociando l’altro veicolo che sta arrivando rimane oltre la riga continua, rappresentando un grave pericolo per se’ e per l’auto che arriva in senso contrario

L’automobilista doveva fare esattamente come avrebbe fatto con un’altra auto più lenta o un mezzo pesante o un ciclomotore: adeguare la velocità rallentando, accodarsi a distanza di sicurezza e attendere che le condizioni di traffico e la segnaletica consentissero il sorpasso.

Altro punto che vale la pena segnalare è la distanza che l’automobilista tiene nel sorpasso del ciclista. L’art. 148 comma 3 recita che “Il conducente che sorpassa un veicolo o altro utente della strada che lo precede sulla stessa corsia, dopo aver fatto l’apposita segnalazione, deve portarsi sulla sinistra dello stesso, superarlo rapidamente tenendosi da questo ad una adeguata distanza laterale”, distanza che in questo caso non può esserci a causa della limitata larghezza della corsia, ma anche come si vede dal video nel momento in cui lo affianca. Nota: non è ancora in vigore, ad oggi, la legge che obbliga ad una distanza di 1.5 metri, che a mio avviso è una stupidaggine, perchè la distanza dev’essere in relazione a molti fattori: un camion che in statale supera una bici a 90km/h genera uno spostamento d’aria seguito da un effetto voltente di aspirazione delle ruote che la distanza di 1.5 metri non annulla.

Quindi: sì, il ciclista dovrebbe essere sottoposto ad un TSO per curare la rabbia, perchè la sua reazione va oltre ogni logica e rappresenta un pericolo in qualsiasi situazione della vita, però non sta violando (a norma del codice della strada) alcuna norma mentre è l’automobilista a commettere varie violazioni anche gravi che mettono a repentaglio la sicurezza sia del ciclista che degli altri automobilisti, oltre a non avere compreso la segnaletica verticale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.