Ieri ho corso la prima gara dell’anno, la Granfondo 3 laghi, giunta alla sua 11ma edizione.
Se dovessi riassumere in una parola la giornata, potrei scegliere…ACQUA π Potessi sceglierne due…TANTA ACQUA π Ma come dice il proverbio ‘mal che si vuole non duole’, ed infatti mi sono divertito come al solito, nonostante tutto. Ma partiamo dal principio…
‘Era una notte buia e tempestosa…’, ah no…questa la lasciamo a Snoopy…dicevo…avevo voglia di mettere in calendario una gara pre 9 colli (che si terra’ tra un mesetto…) in modo da verificare lo stato della gamba ed avere le idee piu’ chiare su come modificare eventualmente le uscite o dichiarare forfait per il lungo e puntare come l’anno scorso sul corto. La scelta e’ caduta su questa gara che non ho mai fatto e che si teneva relativamente vicino a casa, per cui mi sono iscritto.
Sabato ritiro pacchi gara con Andrea S., una pioggerellina fastidiosa ci ha accompagnati lungo tutto il pomeriggio, pioggia che gia’ nella settimana prima aveva lasciato spazio al sole solo per la giornata di giovedi’. La speranza, vana guardando i siti meteo, era che il tutto si fosse sfogato e che per domenica ci fosse, non dico il sole, ma almeno non piovesse. Pacco gara (copiando l’abitudine dell’amico Orsi Gabriele a fare un pagellone) infimo: una bustina campione di integratore, un paio di calze e una bottiglietta da 500cc di acqua, il tutto in un sacchetto di plastica (nemmeno biodegradabile) tipo supermercato: piuttosto, dico io, date i soldi in beneficenza.
Tornando al meteo e alla speranza di non pioggia…cosi’ non e’ stato π Domenica mattina sveglia alle 4.30 perche’ la partenza e’ alle 8.00…spiegabile solo con il fatto che dovendo fare un pezzo di gardesana, il nostro passaggio avrebbe intralciato (mi chiedo chi, al 15 di aprile…). Le speranza di una gara asciutta si sono dissolte appena guardato fuori dalla finestra, colazione con riso e olio, carico della bici, recupero fratellone e via sotto una bella pioggia, all’autogrill recuperiamo Andrea S. e un altro compagno d’avventura. Dovremmo trovare anche i fratelli T., componenti della squadra, direttamente a Desenzano.
Io e mio fratello abbiamo gia’ deciso che si parte comunque, Andrea S. e l’altro decidono di dare forfait, i fratelli T. non si vedono. Preparativi canonici, abbigliamento scelto una via di mezzo tra estivo (pantaloni corti) e semiinvernale sopra completo di giubbino impermeabile, abbondante olio riscaldante sulle gambe e via in griglia giusto un minuto prima del via, praticamente ultimi π L’acqua scende piuttosto forte e cosi’ sara’ salvo alcuni momenti in cui calera’ un po’, per tutto il tracciato.
Sfilata la prima griglia tocca a noi e subito, come al solito si parte forte, troppo forte per i miei gusti, ma ci si adatta…perdere il treno significa doversela fare tutta da soli. Si viaggia sui 40/45, specie sui tratti in falsopiano a scendere dove si tocca qualche punta in piu’ (purtroppo la pioggia mi ha sconsigliato di prendere il cellulare, quindi niente endomondo), poi si inizia a salire…il gruppo in cui sono e’ abbastanza omogeneo, le divise che vedo attorno sono sempre le solite, a volte passano quando rallento, poi le sorpasso io quando recupero, la gamba sembra girare bene. Nel forum Antonio T. parlava di panorami bellissimi…ma io vedo solo acqua, nebbia, nuvoloni minacciosi…i laghi che danno il nome alla gara li vedo a sprazzi. Al GPM in quota io e mio fratello decidiamo di fare il corto: il freddo si sta facendo sentire e lui sta soffrendo dall’inizio della salita per problemi fisici. La discesa l’affronto con estrema cautela…ho le gomme troppo gonfie (probabilmente) e il copertoncino troppo liscio (sicuramente), per cui scendo (come si suol dire in gergo motociclistico) guidando sulle uova. Alla fine della discesa c’e’ il tratto di vallonato che porta all’arrivo e qui l’importante e’ stare in gruppo, coperti (che significa bere un sacco di acqua alzata dalla ruota di quello davanti…) e menare…riesco a stare tranquillamente in gruppo, a tirare quando e’ il mio turno e a pensare male di quelli che si sfilano dal treno per fare i fagiani e tornarsene dietro π
Tutto procede, tra una rotonda e l’altra, un incrocio non presidiato e l’altro, un’auto che esce a cui si deve urlare e l’altra…Convinto che l’arrivo fosse a 90km, vedere il cartello ‘ultimi 10km’ quando ne sono stati fatti 89 e’ stata una doccia fredda (un’altra ???) π
Sul rettilineo di arrivo spingo e vinco la volata per il gnegnegnesimo posto π
Cambio, ristoro veloce (dove troviamo Antonio T. che era partito appena dietro di noi…) e, mezzo intirizzito e tremante, ce ne torniamo a casa.
Alla fine, come sempre, mi sono divertito un sacco, nonostante la pioggia, nonostante il freddo (alcuni sono stati soccorsi in ipotermia…), nonostante tutto.
Ah per la nove colli ? In questo momento l’idea e’ piu’ per il corto…difficilmente riesco ad allenarmi piu’ di quello che sto facendo ora, forse dovrei puntare sulla qualita’, ma ad un mese e’ difficile riuscire a recuperare la quota di dislivello che mi manca nelle gambe…Staremo a vedere, intanto vedo se riesco a mettere qualcosa d’altro in calendario, giusto per gustare nuovamente il clima.