Rientro in ufficio dopo un week end trascorso tra le amate dolomiti. Sono distrutto, fisicamente intendo 🙂 sorretto da una pastiglia di Aulin che sta lottando per sfiammarmi il collo. Oramai comincio ad avere una certa eta’ ma ‘fanculo, la moto e’ la moto e finche’ avro’ la forza per trascinarmici in giro lo faro’ 🙂
Partenza sabato mattina per arrivare entro ora di pranzo a Corvara in Badia, con cento km di fottuta autostrada. Arrivati verso le 13.00 per sederci in una pizzeria (evabbe’, non sono un amante dei piatti tipici e preferisco andare sul sicuro ;)). Poi siamo andati in auto al Lago di Anterselva(la cartina), molto bello, da visitare.
Il ritorno domenica sera con partenza verso le 17.00 facendo il Passo Gardena e passando da Ortisei.
Mappa del giro (esclusa la fottuta autostrada).
Che dire ? Sempre molto bello, sebbene la moto non sia perfetta in ciclistica e non consenta di affrontare come vorrei le curve ed i tornanti, il che e’ come andare in un parco acquatico e dimenticare il costume a casa. Appena finisce la stagione vedro’ di smontare la forcella anteriore ed il monobraccio posteriore: comincio a farmi l’idea che sia un maledetto cuscinetto a rulli.
L’unica nota stonata e’ che ogni volta che vado in Alto Adige mi incazzo sempre di piu’ per la questione del bilinguismo: siamo in Italia e si parli italiano, se uno vuole parlare tedesco lo fa a casa sua, senza obbligare nessuno a parlarlo. E’ intollerabile sedersi ad un bar e vedersi portare prima il listino in tedesco. E se pensate che sia una cosa giusta, provate a farvi assumere in qualche posto pubblico senza conoscere il tedesco. Ma questo, forse, va bene per un altro post 🙂
Ora mi godo l’indolenzimento del collo, dopo soli cinquecento km in due giorni. Bei tempi quando facevo i 4 passi del Sella in giornata, oppure il Passo dello Stelvio con puntatine in amene localita’ limitrofe, si parla di seicento km in giornata 🙂 Vabbe’, il tempo passa (e forse dovrei fare un po’ piu’ attivita’ fisica, ma con questo caldo…).
Sempre mitica la mia cara Honda VFR750 del 1991, e’ un peccato pensare al suo pensionamento, ma ogni tanto mi viene la tentazione.
Alcune foto